Senza parole.
domenica 28 dicembre 2014
venerdì 26 dicembre 2014
Catania schiaffeggiato al Tombolato: dopo il Carpi, tutti a casa?
Giovanni Lo Faro
Sconcertato. Amareggiato. Incredulo. Le vicende del Catania che rimbalzano sull'etere e sul web e che ti raggiungono nonostante la distanza provocano una vera e propria temperie di sentimenti. Il blasone che si appanna, il sogno che svanisce.
La squadra che ha fatto tremare le grandi del calcio e che adesso cede senza colpo ferire a Pro Vercelli e Cittadella, che annaspa e ansima in coda alla classifica, è squadra che non riconosci, che non riesci più a sentire tua.
Una squadra che del Catania, del suo passato e dei tuoi sogni ha scelto di non indossare più neanche i colori, con il rosso e l'azzurro della storia stemperati spesso in un giallo canarino che della storia sembra disconoscere pure il segno.
Soffre il Catania, cede al Cittadella e arretra. Irrimediabilmente? L'amarezza fa largo alla paura e, mentre il sogno sembra svanire, ti aggrappi con rabbia ai ricordi, alla storia: quando il Catania era davvero il Catania...
Sconcertato. Amareggiato. Incredulo. Le vicende del Catania che rimbalzano sull'etere e sul web e che ti raggiungono nonostante la distanza provocano una vera e propria temperie di sentimenti. Il blasone che si appanna, il sogno che svanisce.
La squadra che ha fatto tremare le grandi del calcio e che adesso cede senza colpo ferire a Pro Vercelli e Cittadella, che annaspa e ansima in coda alla classifica, è squadra che non riconosci, che non riesci più a sentire tua.
Una squadra che del Catania, del suo passato e dei tuoi sogni ha scelto di non indossare più neanche i colori, con il rosso e l'azzurro della storia stemperati spesso in un giallo canarino che della storia sembra disconoscere pure il segno.
Soffre il Catania, cede al Cittadella e arretra. Irrimediabilmente? L'amarezza fa largo alla paura e, mentre il sogno sembra svanire, ti aggrappi con rabbia ai ricordi, alla storia: quando il Catania era davvero il Catania...
venerdì 19 dicembre 2014
Clamoroso a ...Torre del Grifo: Beppe Sannino lascia il Catania!
Giovanni Lo Faro
Beppe Sannino non è più l'allenatore del Catania. La notizia delle dimissioni del tecnico di Ottaviano, circolata nella tarda mattinata, è stata appena confermata dalla società con il seguente comunicato-stampa: "Il Calcio Catania S.p.A.
comunica che in data odierna l'allenatore Giuseppe Sannino ha rassegnato le
proprie dimissioni dall'incarico: “Mi dimetto – ha dichiarato il tecnico – per
dare serenità all’ambiente. Ringrazio la città di Catania, i tifosi
rossazzurri, i calciatori, che sono stati straordinari, la società, i
magazzinieri, i massaggiatori e tutto il personale al lavoro a Torre del
Grifo”. Con Giuseppe Sannino, si congedano anche il vice Giovanni Cusatis ed il
collaboratore tecnico Francesco Troise. La conduzione tecnica della prima
squadra è affidata all'allenatore Maurizio Pellegrino, allenatore in seconda
Giuseppe Irrera".
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Beppe Sannino (foto Barbagallo) |
lunedì 15 dicembre 2014
Sannino al posto di comando, ribaltone scongiurato (per ora)
Giovanni Lo Faro
Beppe Sannino torna e guida il Catania in allenamento. E le voci di un divorzio imminente, circolate già la sera di domenica e mai smentite da chi smentire doveva? Il tecnico di Ottaviano resta sulla plancia di comando e continua il suo lavoro, forte, a quanto pare, dell'appoggio dei suoi giocatori e del consenso di buona parte della piazza che ne ha parecchio apprezzato il lavoro e a metterlo in discussione non ci pensa nemmeno, altrove individuando le cause della discontinuità di rendimento di una squadra che puntualmente sperpera in trasferta quanto di buono riesce a guadagnare in casa.
Pulvirenti, invece, ha detto chiaro e tondo che non c'è, in questo momento, chi non sia in discussione, un modo come un altro - questa almeno l'impressione - per lanciare messaggi a trecentosessanta gradi: tutti colpevoli tutti? Tra le righe, però, la gerarchia delle responsabilità è parsa evidente. Com'é parso evidente che il presidente nel mirino inquadrasse proprio Beppe Sannino, risparmiando - o no? - Giampiero Ventrone, il coordinatore dello staff dei preparatori, il maggiore responsabile, a sentire i tifosi, del difficile momento della squadra e, particolarmente, dell'incredibile sequela di malanni muscolari che ne ha depauperato le risorse.
Quello ch'è certo, la situazione rimane poca chiara e, proprio per questo, suscettibile di qualsiasi sviluppo: davvero scongiurato, il ribaltone?
Beppe Sannino torna e guida il Catania in allenamento. E le voci di un divorzio imminente, circolate già la sera di domenica e mai smentite da chi smentire doveva? Il tecnico di Ottaviano resta sulla plancia di comando e continua il suo lavoro, forte, a quanto pare, dell'appoggio dei suoi giocatori e del consenso di buona parte della piazza che ne ha parecchio apprezzato il lavoro e a metterlo in discussione non ci pensa nemmeno, altrove individuando le cause della discontinuità di rendimento di una squadra che puntualmente sperpera in trasferta quanto di buono riesce a guadagnare in casa.
Pulvirenti, invece, ha detto chiaro e tondo che non c'è, in questo momento, chi non sia in discussione, un modo come un altro - questa almeno l'impressione - per lanciare messaggi a trecentosessanta gradi: tutti colpevoli tutti? Tra le righe, però, la gerarchia delle responsabilità è parsa evidente. Com'é parso evidente che il presidente nel mirino inquadrasse proprio Beppe Sannino, risparmiando - o no? - Giampiero Ventrone, il coordinatore dello staff dei preparatori, il maggiore responsabile, a sentire i tifosi, del difficile momento della squadra e, particolarmente, dell'incredibile sequela di malanni muscolari che ne ha depauperato le risorse.
Quello ch'è certo, la situazione rimane poca chiara e, proprio per questo, suscettibile di qualsiasi sviluppo: davvero scongiurato, il ribaltone?
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Beppe Sannino, lo sguardo è perplesso |
sabato 6 dicembre 2014
Bologna per un'ora, poi cuore-Catania e un grande Frison
Giovanni Lo Faro
La sfida del Massimino tra grandi decadute non delude le attese e, specie nella fase finale, regala momenti di eccezionale intensità con le due squadre impegnate fino all'ultimo dei novantasei minuti di giovo nel tentativo di superarsi. Il risultato (2-2) accontenta più il Catania, che in avvio di ripresa s'era ritrovato sotto di due gol, che il Bologna che, delle due in campo, è stata la squadra che ha fatto vedere le cose migliori. Per un'ora, infatti, la formazione di Lopez ha governato a suo piacimento l'undici di casa, sovrastandolo nel palleggio ma anche nell'efficacia dell'azione, tanto che, nel momento in cui Acquafresca ha raddoppiato (in avvio aveva segnato Zuculini), in molti, sulle tribune, avevano intonato il "de profundis" per gli indecifrabili giovanotti di Sannino. Ed invece il Catania, che probabilmente ama prenderle prima di darle (è o non è, questo, il filo conduttore del girone d'andata dei rossazzurri?) attingendo all'orgoglio e approfittando dell'evidente calo di tensione di un avversario prematuramente sazio e appagato, ha trovato modo di rimettersi in sella. Cuore, soltanto cuore? Bravi Cani e Calaiò a cogliere le occasioni, rigore (generoso) compreso, bravissimo Frison, baluardo insuperabile: quella palla di Acquafresca smanacciata sulla linea di porta quasi allo scadere è servita a salvare il pareggio e, chissà pure, le residue prospettive della stagione...
Frison (foto Barbagallo) indica la strada al Catania |
sabato 29 novembre 2014
Il Catania cade anche a Terni: tutto da rifare?
Giovanni Lo Faro
Ci voleva il Catania per mettere la Ternana nelle condizioni di vincere la sua prima gara interna della stagione. Agli umbri è bastato un gol dell'uruguaiano Avenatti in avvio di ripresa per assicurarsi i tre punti, dando così valore e visibilità in classifica alle bella serie utile di cui, negli ultimi tempi, sono stati protagonisti.
Per i rossazzurri (oggi in un giallo-canarino che a fatica si sposava con i colori sociali) un'altra battuta d'arresto in campo esterno, con buona pace delle prospettive di risalita che il filotto di risultati positivi ottenuti al Massimino in qualche modo sembrava incoraggiare.
Tutto da rifare? Di sicuro, da qui alla fine del girone di andata, il cammino sarà tutt'altro che agevole per la formazione di Sannino che sarà chiamata ad affrontare Bologna (sabato prossimo), Brescia e Carpi al Massimino e Livorno e Cittadella in campo esterno.
Riguardo alle prestazioni dei singoli, bene Frison in difesa, apprezzabili per continuità di impegno e qualità di proposte Almiron, Calello e Rinaudo sulla fascia di mezzo, sotto i loro standard abituali, invece, Rosina e Calaiò. Leto? Non male (sua, nel primo tempo, l'occasione migliore), fino a quell'inutile quanto plateale protesta che ha cambiato il corso della partita e, quello che è peggio, rischia di vanificare quanto di buono era riuscito a fare negli ultimi tempi: un prezzo salatissimo che il "mago", in questa fase delicata della sua carriera, non può davvero permettersi di pagare.
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Sebastian Leto, espulsione fatale |
domenica 23 novembre 2014
Una magia di Calaió tra il Catania e il Latina
Giovanni Lo Faro
Tra il Catania e il Latina la differenza, alla fine, l'ha fatta Emanuele Calaiò che, con una prodezza delle sue, ha regalato alla formazione di Sannino tre punti di vitale importanza per il prosieguo della sua stagione. A patto, s'intende, che il Catania accompagni la sua risalita (qui non va dimenticato che i rossazzurri, ad un certo punto, avevano toccato il fondo, e non soltanto in senso metaforico) con una crescita convincente sul piano del gioco oltre che su quello dei risultati.
Neanche nei novanta minuti giocati contro i nerazzurri dell'ex Breda, infatti, il Catania ha convinto appieno, soffrendo più del giusto un avversario non certo trascendentale epperó capace di prevalere in quello che, di questi tempi, amano chiamare possesso-palla: decisa in avvio, la formazione di casa è andata via via ripiegando, limitandosi a contenere i tentativi, sporadici quanto velleitari, del Latina (per i laziali, una sola occasione in avvio, con Rolin a salvare sulla linea) e affidandosi alle ripartenze oltre che all'estro di Rosina, Calaiò e Leto per mettere al sicuro il risultato.
Uno a zero striminzito, alla fine, poca gloria, magari, ma tre punti pesantissimi in classifica: quello che più conta, al momento.
Tra il Catania e il Latina la differenza, alla fine, l'ha fatta Emanuele Calaiò che, con una prodezza delle sue, ha regalato alla formazione di Sannino tre punti di vitale importanza per il prosieguo della sua stagione. A patto, s'intende, che il Catania accompagni la sua risalita (qui non va dimenticato che i rossazzurri, ad un certo punto, avevano toccato il fondo, e non soltanto in senso metaforico) con una crescita convincente sul piano del gioco oltre che su quello dei risultati.
Neanche nei novanta minuti giocati contro i nerazzurri dell'ex Breda, infatti, il Catania ha convinto appieno, soffrendo più del giusto un avversario non certo trascendentale epperó capace di prevalere in quello che, di questi tempi, amano chiamare possesso-palla: decisa in avvio, la formazione di casa è andata via via ripiegando, limitandosi a contenere i tentativi, sporadici quanto velleitari, del Latina (per i laziali, una sola occasione in avvio, con Rolin a salvare sulla linea) e affidandosi alle ripartenze oltre che all'estro di Rosina, Calaiò e Leto per mettere al sicuro il risultato.
Uno a zero striminzito, alla fine, poca gloria, magari, ma tre punti pesantissimi in classifica: quello che più conta, al momento.
sabato 8 novembre 2014
Il Catania si rialza e batte il Varese:a Trapani la prova-qualità?
Giovanni Lo Faro
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Domenica 16 il Catania giocherà al Provinciale di Trapanicontro i granata di Boscaglia appena bastonati a Frosinone (4-1 il risultato per i ciociari): l'occasione buona per la tanto attesa prova di qualità?
Prestazione e risultato. E' vero che i rossazzurri brillano soltanto nella prima frazione di gioco nella quale Calaiò e Rosina firmano i due gol che, alla fine, risulteranno decisivi ma l'impegno che ci mettono, nei novanta minuti, trova il giusto premio nella vittoria, la quarta in stagione, la terza di fila al Massimino. Che si conferma il fortino di sempre per il Catania, basti pensare che dodici dei quindici punti che la formazione di Sannino ha messo insieme nelle tredici gare fin qui disputate sono espressione del fattore-campo.
Bene, appunto, Calaiò (a parte l'evitabilissima ammonizione rimediata nel finale che lo costringerà a saltare il derby di Trapani) e il rientrante Rosina, non male Leto e Monzon, due elementi che paiono indirizzati al recupero della loro espressione migliore e apprezzabile Frison nei momenti decisivi. Anzi, quando la squadra è entrata in affanno, subendo più del lecito il ritorno del Varese, è stato proprio l'estremo difensore veneto a fare da baluardo ad una vittoria che vale più, forse, dei tre punti che consegna stasera alla classifica.
Calaiò e Rosina, quinto e sesto gol in stagione |
Domenica 16 il Catania giocherà al Provinciale di Trapanicontro i granata di Boscaglia appena bastonati a Frosinone (4-1 il risultato per i ciociari): l'occasione buona per la tanto attesa prova di qualità?
sabato 1 novembre 2014
Il solito Catania da trasferta cade ad Avellino: punto e a capo
Giovanni Lo Faro
Ci risiamo. Il Catania perde ad Avellino (sesta sconfitta della stagione, la quinta in trasferta) e si ritrova al punto di prima, più vicino al fondo che alla testa della classifica, dove, caduto il Bologna a Livorno, svetta solitario il Carpi (quarta vittoria di fila per gli emiliani di Castoldi che contano esattamente il doppio dei punti degli etnei), a conferma di quanto dissacrante sia questa Serie B che porta con se forti connotati di italianità e nella quale contano sempre meno blasone e nomi.
Corsa e muscoli, qualità quanto basti, ecco quello che serve. Se ci fate caso, le doti che ha messo in campo l'Avellino che non s'è dovuto affannare granchè per mettere sotto un avversario tanto titolato quanto presuntuoso.
Rigore di Castaldo (giocatore, questo sì, di buona cifra) in avvio, i tentativi degli uomini di Sannino (alcune scelte del tecnico, in quanto a uomini e ruoli - hanno lasciato perplessi) di rimettere in equilibrio il risultato sono risultati sterili e, comunque, improduttivi.
Catania al punto di prima. O quasi. La partita di sabato prossimo con il Varese al Massimino (out Peruzzi, Sannino spera di riavere Rosina, la cui assenza al Partenio ha pesato tantissimo), offrirà ai rossazzurri un'altra buona opportunità di risalita in attesa dell'esame-qualità di Trapani, contro l'orgoglioso undici di Boscaglia. Staremo a vedere.
Frison (foto Barbagallo) ha provocato il rigore che ha deciso la partita |
mercoledì 29 ottobre 2014
Non solo Rosina e Calaió: cinque gol all'Entella, il Catania c'è
Giovanni Lo Faro
Poteva starci di battere l'Entella. Doveva starci, guai se così non fosse stato. Il Catania, peró, nel faccia a faccia con la matricola ligure, é andato oltre. Non tanto nel punteggio (5-1) maturato, peraltro, nell'ultimo quarto d'ora di gioco (e dopo che Lanini aveva riportato in partita la formazione di Prina) quanto per la sensazione di crescente compattezza (mentale e tattica) di cui la squadra di Beppe Sannino è riuscita a dare prova nel corso dei novanta minuti e per i contributi che gli sono venuti da uomini che, per un motivo o per un altro, erano fin qui stati costretti a restarsene dietro le quinte (Rinaudo) se non a pagare dazio a pregiudizi e preconcetti (Monzon, Escalante, lo stesso Peruzzi). Nomi, questi quattro, non elencati a caso a margine di una giornata nella quale non si sono visti molto nè Rosina nè Calaiò ma nella quale Sannino ha forse trovato i riscontri che cercava. E se nessun dubbio era mai affiorato per Rinaudo, voluto a tutti i costi da Pulvirenti e Cosentino, non si puó dire lo stesso per Peruzzi e Monzon, i due esterni bassi del 4-4-2 proposto dal tecnico di Ottaviano, né tanto meno per Gonzalo Escalante, protagonista di una prestazione di assoluto rilievo oltre che impreziosita dal gol che ha sbloccato la partita.
sabato 25 ottobre 2014
Il Vicenza gioca, il Catania vince e lascia l'ultimo posto
Giovanni Lo Faro
Gioca, e anche piace, il Vicenza. Piace il suo avvio, la sua capacità di entrare subito in partita, il buon fraseggio del suo centrocampo nel quale Fabio Sciacca fa bene la sua parte. Cocco firma la prima occasione, lo imita subito dopo Sciacca. Il Catania? Per un bel po' se ne sta a guardare. Frenato dalla paura, l'undici di casa non riesce a prendere in mano il pallino della partita: ai punti, il primo tempo andrebbe ai berici, decisamente. E però è proprio nella prima frazione di gioco che la partita trova la svolta: fuori Ragusa, oggetto del desiderio della tifoseria rossazzurra, la formazione vicentina vede dimezzato il suo potenziale d'offesa. Non solo. In avvio di ripresa, il Catania passa: Calaiò inventa, Cani, che s'era già fatto ammonire, trova la zampata a porta sguarnita. Uno a zero, il Catania, che all'intervallo era stato subissato di fischi, recupera slancio se non l'amore del Massimino: Rosina non "chiude" la partita, fallendo il secondo rigore di fila, ma l'espulsione di Sbrissa (fallo da ultimo uomo) ne segna il corso. In dieci, il Vicenza fatica a sostenere l'offensiva della formazione di Sannino che raddoppia con Calaiò (altro rigore, l'ottavo concesso ai rossazzurri in questo faticosissimo avvio di stagione) e triplica con Martinho. Partita chiusa, l'assalto finale dei biancorossi di Lopez vale il gol di Garcia Tena in pieno recupero e un'altra occasione clamorosamente fallita dallo stesso pibe de oro vicentino a tu per tu con l'ex Frison. Il solito finale alla Rocambole stavolta non punisce il Catania che i tre punti li ha già messi in cassaforte e può pensare ad avviare la risalita.
Rosina, secondo errore dal dischetto |
martedì 21 ottobre 2014
L'Entella passa a Cittadella e spedisce il Catania in fondo alla classifica
Giovanni Lo Faro
Botta e ...svolta! L'Entella si fa matricola impertinente, sbanca Cittadella (seconda vittoria in stagione, la prima in trasferta) e trova slancio in classifica. A fare le spese della prodezza del ventisettenne centrocampista ligure (Stefano Botta, appunto), oltre alla formazione patavina, pure il Catania che, come era facile prevedere, scivola in fondo alla classifica. Ultimo posto per i rossazzurri di Sannino, peggiore risultato degli ultimi dieci anni, quelli che coincidono con la gestione Pulvirenti. Con il Vicenza (chissà cosa proverà il catanese Fabio Sciacca a calpestare da avversario l'erba di casa sua,,,) e l'Entella già in vista, la situazione del Catania si prospetta non poco complicata. D'accordo, vicentini e liguri sono (sembrano) avversari alla portata, ma per averne ragione serve altra squadra rispetto a quella che ha calcato le scene della Serie B nelle prime dieci giornate: è lecito sperare in tal senso?
sabato 18 ottobre 2014
Tre colpi in testa, Catania tramortito a La Spezia
Giovanni Lo Faro
Altroché colpaccio! Il Catania incassa a La Spezia la quinta sconfitta della stagione, la terza di fila dopo Frosinone (in trasferta) e Bari (domenica scorsa al Massimino) e se non precipita all'ultimo posto lo deve all' Entella (stoppata dal maltempo la settimana scorsa, la matricola ligure soltanto lunedì prossimo tornerà in campo a Cittadella).
Sconfitta pesantissima, in fondo ad una settimana di polemiche e di promesse, e prospettive ancora più buie, se possibile. Decimata da infortuni e squalifiche (di turno Gyomber la prossima volta), la squadra di Sannino è costretta ad attingere al vivaio, ma i vari Parisi e Garufi e lo stesso Carillo, schierato nei minuti finali, non gli garantiscono che contributi di buona volontà: lo Spezia fa un figurone e, se anche l'arbitro gli dà una mano (inesistente il fallo da rigore su Catellani, ex dal dente avvelenato e autore di una doppietta), non si può dire, alla fine, che abbia rubato qualcosa.
Dopo-partita amaro, l'ennesimo: si attendeva Sannino, negli spogliatoi, è arrivato soltanto uno scarno comunicato dell'Ufficio Stampa che ha annunciato il silenzio di tutti i tesserati della società rossazzurra.
Nessun portavoce, né l'ad Cosentino, oggi in panchina, né il presidente Pulvirenti: ma davvero, in questi casi, il silenzio è la migliore risposta?
A La Spezia un altro boccone amaro per i tifosi rossazzurri
domenica 12 ottobre 2014
Il Bari passa al Massimino ma il Catania mantiene (fino a martedì) il penultimo posto
Giovanni Lo Faro
Passa il Bari grazie alle prodezze di un rossazzurro mancato (De Luca, la zanzara, inutilmente sognato da Maran, nella sua prima stagione etnea) e agli errori di una difesa che, emergenza a parte, resta, con il centrocampo, il tallone di Achille di una squadra costruita malissimo. Di testa due gol su tre dei biancorossi di Devis Mangia (quanto diverso il suo ritorno al Massimino, dopo il tracollo con il Palermo di qualche stagione addietro!), conseguenza, entrambi, di incredibili errori di posizionamento della difesa catanese ma pure il terzo, che in pratica ha deciso la partita (inutili i due rigori di Rosina, generosamente concessi da Candussio), ha dato la misura dei limiti attuali (e di progetto, pure: ne sono convinto) della formazione di Beppe Sannino.
Che paga, allo stesso modo di Pellegrino, la fiducia data a Leto: l'ex Panatinaikos non era stato il peggiore in campo e, probabilmente, non era proprio lui l'uomo da sostituire nell'affannoso tentativo di recuperare il doppio svantaggio (in campo Barisic, per la prima volta) ma a nessuno può essere concesso di mandare a quel paese il suo allenatore: rifletta, Cosentino, visto che Leto non è nuovo a comportamenti siffatti (chiedere, appunto, a Pellegrino).
Poco da dire sulla partita: bene il Bari nel complesso, più squadra, di sicuro, di un Catania che piace quando attacca ma che proprio non c'è quando gli tocca arginare l'offensiva avversaria.
Domanda d'obbligo, in un dopo partita amarissimo:verso quale approdo, l'undici rossazzurro?
La bravura di Calaiò e Rosina (cinque gol, tutti su rigore) non basta ad evitare la quarta sconfitta della stagione
sabato 4 ottobre 2014
Catania, un film già visto
Giovanni Lo Faro
La solita partita, la solita sconfitta, la terza in sette partite. Il Catania, che aveva fatto credere di essersi rimesso in sella, cade pure a Frosinone. Dici: le contrarietà della vigilia (sette giocatori indisponibili, ma, se è per questo, nemmeno la formazione di casa stava meglio) e quelle sopravvenute (gli infortuni, muscolari entrambi, di Capuano e Spolli e l'espulsione di Cani), ma chi può giurare che il Catania abbia giocato, al Matusa, la partita che avrebbe dovuto giocare una squadra che punta dichiaratamente al ritorno in Serie A?
Squadra determinata, questo sì, nel primo tempo, ma prova più muscolare che altro, nel senso che la manovra non è mai lievitata tanto e dalla supremazia territoriale (o come qualcuno ama dire dalla superiorità nel possesso palla) non sono mai scaturite, sotto rete, opportunità significative, a parte una conclusione di Castro, ribattuta dall'ex Zappino, e una bella incornata di Calaiò che ha lambito il palo sinistro della porta frusinate.
Il Frosinone? Non è che abbia fatto granché, la squadra di Stellone (una buona organizzazione di gioco, qualche individualità apprezzabile, Paganini, su tutti), ma ha avuto il merito di restarsene accorta e. comunque, in surplace, pronta a cogliere l'occasione, se si fosse presentata. Cosa che è avvenuta puntualmente, con il Catania sempre più rinunciatario e, poi, in affanno, costretto a pagare dazio agli infortuni di Capuano e Spolli, prima, e all'ingiustificabile gesto di Cani che è gli costato l'inferiorità numerica.
Il finale è stato, così, un film già visto: gol di Paganini e sconfitta. La terza.
La solita partita, la solita sconfitta, la terza in sette partite. Il Catania, che aveva fatto credere di essersi rimesso in sella, cade pure a Frosinone. Dici: le contrarietà della vigilia (sette giocatori indisponibili, ma, se è per questo, nemmeno la formazione di casa stava meglio) e quelle sopravvenute (gli infortuni, muscolari entrambi, di Capuano e Spolli e l'espulsione di Cani), ma chi può giurare che il Catania abbia giocato, al Matusa, la partita che avrebbe dovuto giocare una squadra che punta dichiaratamente al ritorno in Serie A?
Squadra determinata, questo sì, nel primo tempo, ma prova più muscolare che altro, nel senso che la manovra non è mai lievitata tanto e dalla supremazia territoriale (o come qualcuno ama dire dalla superiorità nel possesso palla) non sono mai scaturite, sotto rete, opportunità significative, a parte una conclusione di Castro, ribattuta dall'ex Zappino, e una bella incornata di Calaiò che ha lambito il palo sinistro della porta frusinate.
Il Frosinone? Non è che abbia fatto granché, la squadra di Stellone (una buona organizzazione di gioco, qualche individualità apprezzabile, Paganini, su tutti), ma ha avuto il merito di restarsene accorta e. comunque, in surplace, pronta a cogliere l'occasione, se si fosse presentata. Cosa che è avvenuta puntualmente, con il Catania sempre più rinunciatario e, poi, in affanno, costretto a pagare dazio agli infortuni di Capuano e Spolli, prima, e all'ingiustificabile gesto di Cani che è gli costato l'inferiorità numerica.
Il finale è stato, così, un film già visto: gol di Paganini e sconfitta. La terza.
martedì 30 settembre 2014
Dopo la proposta di Beppe Sannino, Torre del Grifo aprirà le porte ai tifosi?
Giovanni Lo Faro
Le dichiarazioni rese da Beppe Sannino alla vigilia di Catania-Pescara mi offrono lo spunto per una riflessione sulla discutibile abitudine, nelle prime serie nazionali, ma spesso e volentieri anche tra i dilettanti) di "blindare", nel corso della settimana, i campi di allenamento e di fare lavorare le squadre a porte chiuse (chi ha avuto l'amabilità di seguirlo dalle colonne del quotidiano La Sicilia, sa come la pensi sull'argomento e come non abbia mancato, in più di un'occasione, di censurare quella che continuo a considerare un'inutile e vuota strategia).
Beppe Sannino, che al calcio che conta è approdato dopo una lunga gavetta, lo conobbi proprio al Massimino, grazie ai buoni uffici di Ciro Femiano, dopo un Catania-Siena, alcune stagioni addietro, e mi bastarono poche parole per comprendere la tempra dell'uomo e il valore del tecnico), ha avanzato, infatti, la proposta che il Catania torni ad allenarsi a porte aperte, non fosse altro per poter dimostrare ai propri sostenitori di quale entità e qualità sia il lavoro che svolge nel corso della settimana.
Musica, ne sono certo, per le orecchie degli appassionati tifosi rossazzurri che sognano, adesso, Torre del Grifo open, non meno di tre giorni su cinque: la speranza è che la proposta del tecnico venga recepita dalla società e che il Catania, nella stagione del riscatto, possa essere restituito ai propri sostenitori.
La grinta di Beppe Sannino (foto F.Barbagallo)
domenica 28 settembre 2014
La sindrome da 90' stavolta non colpisce e il Catania centra la prima vittoria della stagione
Giovanni Lo Faro
Rosina e Calaiò regalano al Catania la prima vittoria della stagione e lo disincagliano dal fondo della classifica. Alleluja, diresti, i tre punti sono arrivati, dopo cotanta attesa. E però da una attenta lettura dei novanta minuti del Massimino non può certo scaturire la convinzione che la squadra di Sannino abbia risolto i propri problemi - gli equilibri, in difesa e a centrocampo, particolarmente, restano ancora precari - ancorché mascherati dalle prodezze del duo Rosina-Calaiò e dalle buone performance di Ciro Capuano sulla fascia di mezzo..
Non v'è dubbio, infatti, che delle due formazioni in campo sia stata quella ospite a farsi maggiormente apprezzare (i guizzi di Melchiorri, bravo a saltare Gyomber e Spolli nell'azione del gol dell'1-1, il dinamismo di Bjarnason, l'estro di Caprari ma anche una discreta padronanza di manovra) e che un pareggio avrebbe meglio rispecchiato l'andamento dell'incontro.
Tant'è, il Catania incassa tre punti preziosi, che fanno classifica e, soprattutto, morale, e può guardare con un pizzico di fiducia ai prossimi impegni (la trasferta di Frosinone, domenica prossima, e il lunch match del Massimino con il Bari che subito la seguirà), non senza la consapevolezza, sia chiaro, delle difficoltà alle quali potrà andare incontro: la strada per la Serie A, s'è ben capito,è ancora lunga e difficile...
Alessandro Rosina, bravissimo dal dischetto
mercoledì 24 settembre 2014
Il Catania lascia due punti sul terreno dello Scida: fatale un rigore di Ciano al 93'.
Giovanni Lo Faro
Dicono sia stato un buon Catania quello che ha pareggiato martedì a Crotone, Dicono e, forse, non sbagliano, specie se mettono a confronto la prestazione dei rossazzurri allo Scida con le precedenti di Perugia (1-0 per il grifone) e, soprattutto, Vercelli (3-2 per i locali), risultati maturati, pur'essi, nei minuti finali.
Di fatto, il bel gol di Calaiò (all'attivo dell'Arciere pure una clamorosa traversa) aveva messo l'undici di Sannino nelle condizioni di gestire al meglio partita e avversario e di porre le premesse per il primo successo della stagione.
Anche perché. è giusto dirlo, il Crotone, non è che andasse oltre una discreta superiorità territoriale, un possesso-palla (amano dire così, oggi) più marcato rispetto al pur titolato avversario, e qualche conclusione ben neutralizzata da Anania.
Catania in vantaggio fino al novantesimo, epperò, negli ultimi dieci-quindici minuti obbligato a restare dietro la linea della palla (non proprio felici sono sembrate, a tal riguardo, le scelte di Sannino: troppi difensori, in formazione), rinunciando, in pratica, a tentativi di offesa che non risultassero velleitari (vero Castro?). A colmare la misura, al 92', l'ingenuo fallo di Garufi e il rigore di Ciano: 1-1, pareggio che muove la classifica ma non evita il rammarico.
Calaiò e Rosina, tra i migliori a Crotone
sabato 20 settembre 2014
Il Catania ferma il Modena e lascia l'ultimo posto
Giovanni Lo Faro
Mettiamola così: Beppe Sannino fa del suo meglio, ma la coperta è troppo corta. Fatto contingente? Forse, quelle di Almiron, Rinaudo e Calello sono assenze che pesano, sulla fascia di mezzo, tra le due squadre, non c'era davvero confronto, come dimostra il fatto che, alla fine, al buon Sannino non è rimasto da fare altro che inserire Capuano a centrocampo per restituire equilibrio ad una gara che il Modena (traversa di Acosty) rischiava davvero di fare propria.
Mettiamola così: il Catania per la prima volta non prende gol, la compattezza della difesa, ancorché figlia di un riequilibrio di tutta la squadra, è un dato sicuramente positivo.
Epperò non si può non dire delle sopravvenute carenze offensive, mai un tiro nello specchio, mai un'iniziativa (tacco di Calaiò a parte) che mettesse pensiero al giovanissimo portiere ospite, mai un'azione che accendesse la partita e la indirizzasse in senso favorevole.
Buio fitto, insomma, i fischi, alla fine, sono stati il condimento inevitabile di un pomeriggio da dimenticare.
Nella foto, Fabian Rinaudo: la sua assenza si fa sentire.
domenica 14 settembre 2014
Io l'avevo detto: Beppe Sannino nuovo allenatore del Catania
Giovanni Lo Faro
Il Catania, che crolla pure a Perugia (1-0, seconda sconfitta di fila e ultimo posto), sceglie di cambiare nocchiero: via Pellegrino, dentro Beppe Sannino, ex Varese, Siena, Palermo e Watford, fama di sergente di ferro, La scelta della società di Pulvirenti l'avevamo anticipata già la settimana scorsa, dopo la disastrosa sconfitta di Vercelli, individuando proprio nel tecnico campano l'uomo giusto per risollevare le sorti della formazione rossazzurra,
Il Catania, che crolla pure a Perugia (1-0, seconda sconfitta di fila e ultimo posto), sceglie di cambiare nocchiero: via Pellegrino, dentro Beppe Sannino, ex Varese, Siena, Palermo e Watford, fama di sergente di ferro, La scelta della società di Pulvirenti l'avevamo anticipata già la settimana scorsa, dopo la disastrosa sconfitta di Vercelli, individuando proprio nel tecnico campano l'uomo giusto per risollevare le sorti della formazione rossazzurra,
mercoledì 10 settembre 2014
Beppe Sannino, vuoi vedere che ...
Giovanni Lo Faro
Il pari interno con il Lanciano, la sconfitta di Vercelli. Sei gol subiti in due partite, la miseria di un punto. Pellegrino, il traghettatore promosso nocchiere di un Catania obbligato a ripartire (è o non é "RipartiAmo" lo slogan sul quale é stata fondata la stagione del riscatto?), finisce inevitabilmente sulla graticola e rischia di pagare, per primo, quelli che paiono (sono?) errori di progetto. La partita di Perugia, sul campo della momentanea capolista del torneo, potrebbe essere decisiva per le sorti del tecnico siracusano. Da Torre del Grifo, nessuna conferma e nessuna smentita mentre impazza il toto-allenatore: Marino, Di Carlo, Nicola, Ravanelli e, adesso, Beppe Sannino. Il tecnico campano, che ha appena lasciato il Watford dopo un avvio di stagione scoppiettante, non vedrebbe l'ora di rimettersi in discussione in Italia: vuoi vedere che...
Il pari interno con il Lanciano, la sconfitta di Vercelli. Sei gol subiti in due partite, la miseria di un punto. Pellegrino, il traghettatore promosso nocchiere di un Catania obbligato a ripartire (è o non é "RipartiAmo" lo slogan sul quale é stata fondata la stagione del riscatto?), finisce inevitabilmente sulla graticola e rischia di pagare, per primo, quelli che paiono (sono?) errori di progetto. La partita di Perugia, sul campo della momentanea capolista del torneo, potrebbe essere decisiva per le sorti del tecnico siracusano. Da Torre del Grifo, nessuna conferma e nessuna smentita mentre impazza il toto-allenatore: Marino, Di Carlo, Nicola, Ravanelli e, adesso, Beppe Sannino. Il tecnico campano, che ha appena lasciato il Watford dopo un avvio di stagione scoppiettante, non vedrebbe l'ora di rimettersi in discussione in Italia: vuoi vedere che...
domenica 17 agosto 2014
Il Catania prova a ripartire: stasera al Massimino gli altoatesini del Sudtirol per la prima di Coppa Italia
Giovanni Lo Faro
Riprendo l'antica abitudine a scrivere di calcio a poco meno di due mesi da quell'Uruguay-Italia che ci sbarrò la strada verso Rio de Janeiro e ci costrinse a fare ritorno mestamente a casa. Da quell'amaro pomeriggio del Das Dunas, ne è passata di acqua sotto i ponti: le dimissioni, congiunte, di Prandelli e Abete, la battaglia per la successione ai vertici della FIGC, l'arrivo di Tavecchio, infine, e subito dopo, di Antonio Conte, che aveva lasciato la Juve a preparazione appena avviata, coniugando la voglia (inconfessata) di scommettersi sulla panchina azzurra con il timore (inconfessato, pur'esso) di non potersi spingere oltre il limite dei tre scudetti di fila in bianconero.
Con Tavecchio ai vertici federali (inutile, inopportuno e poco elegante, ironizzare sul suo nome: lasciamolo scendere in campo e attendiamo di vedere quali frutti saprà trarre dalla sua pluriennale esperienza alla guida della Lega Dilettanti) e Conte in panchina, l'Italia proverà a ripartire il prossimo 4 settembre, nell'occasione dell'amichevole di Bari con l'Olanda: l'obiettivo è l'Europeo, non per caso limite naturale di scadenza del mandato di Conte.
Fatte le debite proporzioni, a ripartire ci prova pure il Catania, precipitato quasi senza accorgersene in Serie B e obbligato a risalire subito la china: la Serie A è l'obiettivo dichiarato di Pulvirenti e Cosentino, a scanso di rischi legati ad una prolungata permanenza nella cadetteria (gli esempi di Palermo e Reggina sono quanto opposti quanto significativi).
Cosentino ad, Pellegrino allenatore e una squadra che s'è rifatta la faccia. Dicono possa volare sin da subito, questo Catania: gliel'auguro di cuore, anche se gli ostacoli, sul suo cammino, non mancheranno.
A cominciare dal Sudtirol, in scena, stasera, al Massimino per la prima di Coppa Italia...
Riprendo l'antica abitudine a scrivere di calcio a poco meno di due mesi da quell'Uruguay-Italia che ci sbarrò la strada verso Rio de Janeiro e ci costrinse a fare ritorno mestamente a casa. Da quell'amaro pomeriggio del Das Dunas, ne è passata di acqua sotto i ponti: le dimissioni, congiunte, di Prandelli e Abete, la battaglia per la successione ai vertici della FIGC, l'arrivo di Tavecchio, infine, e subito dopo, di Antonio Conte, che aveva lasciato la Juve a preparazione appena avviata, coniugando la voglia (inconfessata) di scommettersi sulla panchina azzurra con il timore (inconfessato, pur'esso) di non potersi spingere oltre il limite dei tre scudetti di fila in bianconero.
Con Tavecchio ai vertici federali (inutile, inopportuno e poco elegante, ironizzare sul suo nome: lasciamolo scendere in campo e attendiamo di vedere quali frutti saprà trarre dalla sua pluriennale esperienza alla guida della Lega Dilettanti) e Conte in panchina, l'Italia proverà a ripartire il prossimo 4 settembre, nell'occasione dell'amichevole di Bari con l'Olanda: l'obiettivo è l'Europeo, non per caso limite naturale di scadenza del mandato di Conte.
Fatte le debite proporzioni, a ripartire ci prova pure il Catania, precipitato quasi senza accorgersene in Serie B e obbligato a risalire subito la china: la Serie A è l'obiettivo dichiarato di Pulvirenti e Cosentino, a scanso di rischi legati ad una prolungata permanenza nella cadetteria (gli esempi di Palermo e Reggina sono quanto opposti quanto significativi).
Cosentino ad, Pellegrino allenatore e una squadra che s'è rifatta la faccia. Dicono possa volare sin da subito, questo Catania: gliel'auguro di cuore, anche se gli ostacoli, sul suo cammino, non mancheranno.
A cominciare dal Sudtirol, in scena, stasera, al Massimino per la prima di Coppa Italia...
Ciro Capuano (foto Barbagallo)
martedì 24 giugno 2014
L'Italia perde con l'Uruguay e saluta il Brasile: tutti a casa!
Giovanni Lo Faro
L'Uruguay accompagna l'Italia di Prandelli all'aeroporto di Rio, l'avventura degli azzurri al mondiale finisce nel peggior modo possibile, a dispetto delle speranze alimentate dal successo sull'Inghilterra nella gara d'esordio.
Tutti a casa, e con abbondante anticipo, come s'era paventato dopo l'incredibile sconfitta con il Costarica, a conferma - semmai ce ne fosse stato bisogno - delle difficoltà che il nostro calcio incontra ogni qualvolta gli tocchi di confermare i suoi valori fuori dai confini nazionali (non casuale, sotto questo, l'eliminazione di tutte le nostre squadre dalle competizioni europee per club).
Dicono che pesi, sul risultato appena maturato nello splendido impianto di Natal, l'espulsione di Marchisio che ha costretto la squadra in inferiorità numerica nell'ultima mezzora di gioco, e sarà forse così, ma non v'è dubbio che la risposta degli azzurri, se c'è stata sul piano dell'impegno, non è parsa adeguata su quello del gioco: qualche fiammata, di tanto in tanto, ma nessuna conclusione a rete nell'arco dei novanta minuti, la qualificazione agli ottavi affidata per novanta minuti alla differenza-reti.
Salutiamo così anzitempo il Brasile, così come salutammo anzitempo il Sudafrica: se non proprio da rifondare, questa Nazionale è sicuramente da rivedere: negli uomini, nel gioco e nella mentalità.
sabato 21 giugno 2014
Scusate il ritardo: Martinho torna al Catania
Giovanni Lo Faro
D'obbligo, comunque, un bentornato a Raphael Martinho, delle sue qualità il Catania avrà sicuramente bisogno nella difficile scalata alla Serie A.
"Il Calcio Catania S.p.A. comunica di aver risolto a proprio favore l'accordo di partecipazione con la società Hellas Verona Football Club: il nostro club acquisisce a titolo definitivo il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Raphael Alves De Lima Martinho. L'atleta brasiliano, classe 1988, esordì in Serie A con il Catania nel 2010. In maglia rossazzurra, fin qui, 11 presenze nell'Olimpo del Calcio italiano e 3 partite in Tim Cup, impreziosite da un gol contro il Brescia. Complessivamente, sommando le esperienze nei due principali campionati italiani, il talentuoso centrocampista ha disputato già 79 gare firmando 12 reti. Martinho vanta inoltre una promozione diretta dalla B, con il Verona".
Questa la nota apparsa nei giorni scorsi sul sito ufficiale della società rossazzurra, presto integrata con le dichiarazioni dello stesso giocatore, pubblicate in esclusiva, sempre su calciocatania.it: "“Sono felice e molto motivato, ritorno a Catania con entusiasmo per il nuovo progetto e grandi ambizioni, ringrazio il Presidente Pulvirenti e l'Amministratore Delegato Cosentino che mi hanno voluto fortemente. Torno in una città in cui mi sono trovato molto bene, con tanti tifosi che mi hanno fatto percepire il loro affetto, in una società solida e prestigiosa a prescindere dalla categoria. Vorrei infine ringraziare il Verona ed i veronesi: il Presidente Setti, il direttore Sogliano, mister Mandorlini ed i tecnici del suo staff hanno sempre mostrato grande correttezza nei miei confronti”.
Prendo atto con soddisfazione della brillante operazione di mercato condotta dai dirigenti etnei, nella fase di risoluzione degli accordi di compartecipazione, un'operazione, peraltro, auspicata nel giugno dello scorso anno, nel momento in cui il club del presidente Pulvirenti era impegnato a cercare sul mercato il sostituto di Giovanni Marchese accasatosi al Genoa. Nessuna dietrologia, ma quelle righe, pubblicate sul quotidiano La Sicilia ("La lista dei possibili eredi di Marchese, aperta dal
varesino Grillo, s’è parecchio infoltita, strada facendo, con i nomi dei vari
Vitale, Biraghi, D’Ambrosio, Rubin e Morleo, e dopo l’intervento chiarificatore
di Pulvirenti (“il nuovo terzino sinistro sarà straniero”) è arrivata a
comprendere pure i nomi di Funes Mori, classe ’91 e di Lionel Vangioni, classe
’87, entrambi del River Plate, e di Fabian Monzon, classe ’87 pure lui, in
forza al Lione ma vincolato contrattualmente con la Fluminense. Che tra i tanti nomi circolati negli ultimi giorni possa
esserci l’erede di Marchese - aggiunsi - non è certo scontato, la soluzione a sorpresa è
sempre possibile e non ci meraviglieremmo se il Catania, come è già successo in
passato, alla fine si orientasse diversamente. Martinho? E’ in prestito al
Verona ma la società scaligera sembra intenzionata ad esercitare il diritto di
riscatto della metà, nel qual caso è probabile che il ragazzo brasiliano
rimanga per un’altra stagione in riva all’Adige. Una cosa è certa: Martinho ha
tutte le caratteristiche per colmare il vuoto creato dalla partenza di
Marchese, i riscontri della sua stagione, in tal senso, sono sicuramente
positivi"), non possono non fare riflettere.
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(da La Sicilia del 12 giugno 2013) |
D'obbligo, comunque, un bentornato a Raphael Martinho, delle sue qualità il Catania avrà sicuramente bisogno nella difficile scalata alla Serie A.
venerdì 20 giugno 2014
Italia, che delusione!
Giovanni Lo Faro
Tra i cantori di Manaus e i (puntualissimi) fustigatori di Recife, forse è meglio restare nel mezzo. E non perché nel mezzo risiede la virtù. L'Italia trafitta dal Costarica (qualcuno ha già ricordato la Corea del 1966!) è, niente più niente meno, l'Italia che ha fallito, uno dopo l'altro, tutti gli obiettivi possibili nelle competizioni europee per club e dalla quale, a livello mondiale, non credo ci si potesse attendere molto di più. Certo, i giochi non sono ancora fatti, martedì andiamo a giocarcela con l'Uruguay, ma il rischio di fare compagnia all'Inghilterra (altra grande delusa sul fronte europeo) c'è. E non è certo trascurabile...
lunedì 26 maggio 2014
Ciro Capuano, il futuro è rossazzurro
Giovanni Lo Faro
Con una nota apparsa questo pomeriggio sul proprio sito ufficiale,
il Catania ha reso noto di avere prolungato il rapporto contrattuale con il
calciatore Ciro Capuano che, pertanto, indosserà la maglia rossazzurra nel
prossimo torneo di Serie B. L'esterno campano, che ha giocato da centrale
nell'ultima gara della stagione con l'Atalanta risultando tra i migliori in
campo, non ha mancato di esprimere la sua soddisfazione: “Il settimo campionato con il Catania sarà vissuto con grande
intensità - ha
dichiarato a calciocatania.it – e
con uno speciale senso di responsabilità: dopo aver provato gioie immense negli
anni scorsi non potevo lasciare squadra e città in Serie B, continuare a
garantire il mio apporto è un preciso dovere da una parte ed una formidabile
occasione di rivalsa dall’altra. Sento di poter dare un contributo importante
per tornare laddove meritiamo di stare, in Serie A. Ringrazio la società per la
fiducia e l’apprezzamento, spero di far parte del progetto anche nei prossimi
anni perché qui mi sono ambientato a meraviglia. In campo da centrale o da
terzino? Aver dimostrato a me stesso e soprattutto a mister Pellegrino di poter
interpretare entrambi i ruoli è importante, nel calcio moderno la duttilità è
un valore per un calciatore ed una risorsa per la squadra. Ai tifosi, un
messaggio semplice e sincero: rimarranno giocatori animati da un sentimento
forte, dopo l’amarezza di quest’anno. A chi arriverà, nello spogliatoio,
chiederemo di amare profondamente maglia, tifoseria e città. Io e mia moglie,
che merita una menzione speciale, stiamo prendendo seriamente in considerazione
l’idea di restare a Catania anche in futuro e presto arriverà un’altra piccola
catanese: attendiamo l’arrivo della seconda bimba”.
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Ciro Capuano (nella foto di Franco Barbagallo) si prepara a disputare la sua settima stagione con la maglia del Catania |
giovedì 22 maggio 2014
Catania: dopo Pellegrino, conferma pure per il preparatore atletico Petralia?
Giovanni Lo Faro
Confermato Pellegrino in panchina, il Catania starebbe procedendo alla definizione dei quadri tecnici (allenatore in seconda e preparatore dei portieri), dello staff medico e alla scelta del preparatore atletico. Nessuna nota ufficiale della società fino a questo momento, ma viaggerebbero verso la conferma sia Irrera che Biato (l'ex portiere del Bari è rimasto in sella anche dopo l'esonero di Maran, segno che il suo lavoro è stato apprezzato dalla dirigenza) sia (giustamente) i medici che, nell'ultima disgraziatissima stagione, si sono sobbarcati l'onere di gestire una serie incredibile di infortuni e contrarietà. Riguardo al preparatore atletico, nessun dubbio dovrebbe esserci per la conferma del prof. Giovanni Petralia (già nello staff di Marino al Catania e all'Udinese ma molto apprezzato, in precedenza, all'Acireale) che, nelle ultime sei gare della stagione, ha supportato al meglio il lavoro di Pellegrino,
lunedì 19 maggio 2014
Maurizio Pellegrino sulla panchina del Catania: la via per la A?
Giovanni Lo Faro
Sarà Maurizio Pellegrino a guidare il Catania in quella che dovrà essere la stagione del riscatto. La decisione della società, ufficializzata domenica pomeriggio dal neo-amministratore delegato Pablo Cosentino, non è certo giunta a sorpresa, e non soltanto per le indiscrezioni che erano trapelate nell'immediata vigilia della partita.
Quattro vittorie in sei partite, dodici punti (più della metà di quelli messi insieme da Maran e De Canio nelle trentadue partite precedenti) il borsino del tecnico siracusano, ma la scelta della società del presidente Pulvirenti - ed è stato questo l'aspetto più significativo dell'intervento di Cosentino in sala stampa - sarebbe riduttivo spiegarla soltanto con i risultati.
"Ci ha convinti l'uomo e il tecnico": le parole dell'ad rossazzurro premiano Maurizio Pellegrino e lo proiettano nel futuro del Catania.
"Ci ha convinti l'uomo e il tecnico": le parole dell'ad rossazzurro premiano Maurizio Pellegrino e lo proiettano nel futuro del Catania.
Maurizio Pellegrino e Pablo Cosentino in conferenza stampa dopo il match con l'Atalanta (foto Franco Barbagallo) |
martedì 29 aprile 2014
Pablo Cosentino nuovo a.d. del Catania calcio
Giovanni Lo Faro
Pubblichiamo qui di seguito il comunicato, diffuso dal Catania calcio attraverso il proprio sito ufficiale, relativo alla nuova composizione del consiglio di amministrazione della società: "Oggi pomeriggio, nella sede sociale di Torre del Grifo, si è riunita l’Assemblea dei soci del Calcio Catania S.p.A.; la stessa ha provveduto a nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione, nelle persone di:
- Antonino Pulvirenti, Presidente
- Angelo Agatino Vitaliti, Vice Presidente
- Pablo Cosentino, Amministratore Delegato"
Pubblichiamo qui di seguito il comunicato, diffuso dal Catania calcio attraverso il proprio sito ufficiale, relativo alla nuova composizione del consiglio di amministrazione della società: "Oggi pomeriggio, nella sede sociale di Torre del Grifo, si è riunita l’Assemblea dei soci del Calcio Catania S.p.A.; la stessa ha provveduto a nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione, nelle persone di:
- Antonino Pulvirenti, Presidente
- Angelo Agatino Vitaliti, Vice Presidente
- Pablo Cosentino, Amministratore Delegato"
Pablo Cosentino (a destra, nella foto di Franco Barbagallo) è il nuovo amministratore delegato del Catania calcio. Pulvirenti confernato al vertice |
lunedì 7 aprile 2014
Catania, fuori Maran, ecco Pellegrino: c'è ancora una via per salvare la Serie A?
Giovanni Lo Faro
Fuori Rolando Maran, dentro Maurizio Pellegrino. L'obiettivo non è dato saperlo, si attende che la società, dopo l'annuncio dell'esonero di Maran, espliciti le ragioni di una scelta (ad una soluzione interna Pulvirenti non aveva mai fatto ricorso, eccezion fatta per la sua prima stagione all'Acireale, quando, dopo l'esonero di Esposito, scelse di affidare la squadra al duo Strano-Possamai per poi giocarsi la carta-Catuzzi e, a situazione irrimediabilmente compromessa, quella di Santino Nuccio), che faccia capire, insomma, se la decisione di cambiare nuovamente guida tecnica non sia soltanto, come da più parti si è scelto di leggerla, un semplice traghettamento, bensì l'estremo tentativo di evitare la resa. Il richiamo alla stagione 2007-08, all'esonero di Baldini e all'arrivo di Walter Zenga (il 1 aprile, l'indomani della sconfitta interna con il Torino)? Qualche suggestione non v'è dubbio l'abbia provocata in chi non vuol sentirne di rinunciare alla speranza, ma l'impressione è che si tratti di situazioni (Baldini lasció la squadra quart'ultima, con 37 punti, uno in più dell'Empoli) e di vicende difficilmente sovrapponibili (a Zenga bastarono 8 punti in sette partite, a Pellegrino ne servirebbero non meno di dodici nelle sei partite che rimangono da giocare), e questo a prescindere dalla diversa statura dei personaggi coinvolti. Non resta, comunque, che attendere il corso degli eventi: c'è davvero ancora una via per salvare la Serie A del Catania?
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E se Ventura avesse ragione? |
venerdì 4 aprile 2014
Verso Catania-Torino: Mariano Izco chiama a raccolta i tifosi
Ecco il testo del messaggio inviato stamane da Mariano Izco ai tifosi del Catania nell'imminenza della partita con il Torino (fonte: www.ilcalciocatania.it):
"In qualità di Capitano del Catania, in questo momento difficile, esprimo a nome mio e dei miei compagni di squadra il pensiero e le sensazioni del gruppo.
La situazione molto complicata, in classifica, non cancella la nostra speranza: siamo convinti di poter conquistare la salvezza. Abbiamo sempre dato il massimo e siamo ancora vivi e sportivamente arrabbiati: in questa fase finale del campionato daremo ancora di più
per vincere ed avvicinarci all’obiettivo. L’impegno sarà totale, la concentrazione costante, la carica agonistica straordinaria.
per vincere ed avvicinarci all’obiettivo. L’impegno sarà totale, la concentrazione costante, la carica agonistica straordinaria.
Per realizzare la grande impresa e restare in Serie A, abbiamo bisogno di Voi, del sostegno incessante del “Massimino”, del vostro calore e della vostra passione.
Noi ci crediamo, con voi al nostro fianco siamo molto più forti.
Insieme, siamo sempre un grande Catania.
Mariano Julio Izco".
lunedì 31 marzo 2014
Catania, oggi come ieri: l'ultima spiaggia?
Giovanni Lo Faro
Ultima spiaggia? Ma quante volte di ultima spiaggia s'è parlato in questa tribolatissima stagione del Catania, dalle sfide dirette con Livorno, Chievo e Sassuolo ai confronti casalinghi con Juve e Napoli,ì da qualche parte considerati, e intesi, come gli ultimi ancorché improbabili avamposti della lotta-salvezza? Udine, tappa delicatissima peraltro, non sfugge alla regola, considerato che l'auspicata ritrovata voglia degli uomini di Maran dovrà misurarsi con le motivazioni e con le innegabili qualità di un'Udinese che, se non ha problemi di salvezza, di sicuro non vorrà perdere l'occasione per migliorare la sua classifica e, comunque, per chiudere in crescendo una stagione che è stata, la sua parte, meno brillante del previsto. Si gioca alle 19, allo Stadio Friuli: ai rossazzurri il compito di dimostrare che ci sono ancora margini per la speranza...
Il centrocampista della nazionale ceca, Jaroslav Plasil (la foto è Franco Barbagallo)
lunedì 17 marzo 2014
Crederci non basta, il Catania sprofonda
Giovanni Lo Faro
Bastasse crederci. Ci credeva il Catania di Gigi De Canio quando, poco più di due mesi addietro, provò a dare seguito, a Bergamo, alla bella performance di cui era stato protagonista, sei giorni prima, con il Bologna al Massimino. Giocò un gran primo tempo, la formazione rossazzurra, mettendo in serie difficoltà l'Atalanta e rischiando perfino di andare in vantaggio con Castro (colossale l'occasione mancata dal Pata a tu per tu con Consigli, poco prima del riposo). Nella ripresa, un'altra partita, nella quale calo di tensione ed errori risulteranno fatali ai rossazzurri: uno-due degli orobici, il gol di Leto, nel finale, giova soltanto a rendere meno amara la pillola. Bastasse crederci. Sarà stato un caso, ma i novanta minuti di Sassuolo mi hanno richiamato alla memoria la gara di Bergamo. In panchina Maran, in campo qualche volto nuovo (Rinaudo anziché Plasil, Keko anziché Castro), pressa l'urgenza a undici giornate dal termine. Bel Catania, per un tempo. Arriva il gol di Bergessio, dopo un palo di Keko, un vantaggio tanto meritato quanto prezioso, difeso con bella disinvoltura fino al riposo. Poi, al rientro, ieri come allora, un altro Catania. Calo di tensione e errori in serie (dei giocatori ma anche del tecnico) spianano la strada al Sassuolo che coglie, con merito, la più importante delle vittorie e realizza il sorpasso. Il futuro? Buio e nebuloso, soltanto la matematica, al momento, non condanna i rossazzurri. Che giurano di crederci ancora. Già: bastasse crederci!
Bergessio (foto Barbagallo): il suo gol non è servito ad evitare l'ennesima sconfitta del Catania.
sabato 15 marzo 2014
Aiuto economico ai tifosi in trasferta: il Catania fa chiarezza
Giovanni Lo Faro
L'art. 12 del Codice di Giustizia Sportiva, al comma 1, fa divieto alle società di calcio " di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi, organizzati e non, di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente". Per la violazione del predetto divieto, il comma 6 del medesimo articolo prevede, tra l'altro, "l'ammenda da 10000 euro a 50000 euro per le società di Serie A" e, in caso di recidiva, "l'obbligo di disputare una o più gare a porte chiuse". Richiamandosi a tali norme, e con riferimento all'ipotesi, da più parti ventilata, di un intervento a sostegno della trasferta dei sostenitori rossazzurri a Reggio Emilia per la gara di domani pomeriggio con il Sassuolo, il Catania calcio ha diramato, pubblicandolo sul proprio sito, il seguente comunicato: "Con riferimento all'articolo pubblicato in data odierna sul Corriere dello
Sport, che riferisce di un appello rivolto alla società da alcuni sostenitori
rossazzurri per ricevere un aiuto economico e poter così organizzare la
trasferta in occasione della gara con il Sassuolo, il Calcio Catania rileva
che, in base alle norme vigenti, nessuna possibilità è data alle società ed ai
propri dirigenti di poter partecipare e contribuire in qualsiasi forma alle
trasferte dei propri sostenitori. Le sanzioni previste per la violazione di
questo divieto sono molto rigorose e giungono fino alla possibile chiusura
dello stadio".
I convocati del Catania: a casa Ficara, Rolin e Spolli
Giovanni Lo Faro
Ventuno i giocatori inseriti da Maran nella lista dei convocati per la trasferta di Reggio Emilia dove il Catania, domani pomeriggio, affronterà il Sassuolo: portieri Andujar, Ficara; difensori Alvarez, Bellusci, Biraghi, Capuano, Gyomber, Legrottaglie, Monzon, Peruzzi; centrocampisti Barrientos, Izco, Lodi, Plasil, Rinaudo; attaccanti Bergessio, Boateng, Fedato, Keko, Leto, Petkovic. Come si può notare, sono rimasti a casa Frison, Spolli e Rolin per cui il tecnico rossazzurro sarà costretto a ridisegnare la linea difensiva con l'inserimento di Bellusci e Legrottaglie (quest'ultimo, in ballottaggio con Gyomber) mentre, in panchina, il giovane Ficara rappresenterà l'unica alternativa a Andujar.
giovedì 13 marzo 2014
Il Catania a Reggio Emilia contro il Sassuolo: ora o mai più
Giovanni Lo Faro
Lo snodo, non c'è dubbio, è il Sassuolo, passaggio obbligato in direzione della salvezza. L'ultimo? Il refrain, se ci fate caso, dalla sfida con il Livorno a quella di domenica scorsa con il Cagliari, non è cambiato più di tanto. Nel mezzo, il Catania è stato bravo a metterci l'exploit con la Lazio, ma non è riuscito ad evitare la resa contro Chievo e Genoa. Il che l'ha riportato al punto di prima, e soltanto la concomitanza dei risultanti di antagonisti ansimanti pur'essi (il Bologna, tra questi), continua a tenerlo in gioco. Fino a quando?
A Reggio Emilia, nella città dove l'undici emiliano, da poco riconsegnato a Di Francesco, sta celebrando la sua prima, storica, Serie A, il Catania è chiamato a scrivere un'altra pagina importante della sua storia, alla pari di quelle vissute a Bologna (sfida-spareggio con il Chievo, sulla dirittura d'arrivo della stagione 2006-07) e, un anno dopo, con la Roma (1-1, gol di Martinez sul filo di lana: era il 18 maggio del 2008), al Cibali: servono i tre punti con il Sassuolo, conditio sine qua non per rendere credibili le speranze di salvezza...
A Reggio Emilia, nella città dove l'undici emiliano, da poco riconsegnato a Di Francesco, sta celebrando la sua prima, storica, Serie A, il Catania è chiamato a scrivere un'altra pagina importante della sua storia, alla pari di quelle vissute a Bologna (sfida-spareggio con il Chievo, sulla dirittura d'arrivo della stagione 2006-07) e, un anno dopo, con la Roma (1-1, gol di Martinez sul filo di lana: era il 18 maggio del 2008), al Cibali: servono i tre punti con il Sassuolo, conditio sine qua non per rendere credibili le speranze di salvezza...
Nelle foto di Franco Barbagallo, Il presidente Pulvirenti con il responsabile dell'area tecnica Beppe Bonanno (foto in alto) e (sopra) con il suo vice Pablo Cosentino. |
venerdì 7 marzo 2014
Maran chiama Barrientos
Pablo Barrientos (foto Franco Barbagallo) |
sabato 1 marzo 2014
Il Catania affida a Leto le sue ultime chance
Giovanni Lo Faro
Bastasse crederci, il Catania sarebbe già salvo. A crederci, però, ci provano pure gli altri (in cinque-sei sgomitano, al momento, per evitare gli ultimi tre posti della classifica): davvero convinti che, alla fine, saranno soltanto le motivazioni a fare la differenza? Le motivazioni, comunque. Non ne mancano, al Catania, che, in questo suo ritorno a Marassi (con la Samp di Mihajlovic andò buca, or non è molto), è obbligato a confrontarsi, in prima linea, con limiti tecnici che l'emergenza accentua visibilmente (fuori Barrientos, Bergessio e Castro, il tridente, se ci fate caso, sul quale ha scommesso Maran sin dal suo ritorno in panchina). Leto? All'ex Liverpool, recuperato in extremis, si presenta un'occasione più unica che rara: saprà sfruttarla?
Sebastian Leto (nella foto di Franco Barbagallo): il Catania si affida a lui per fare male al Genoa
martedì 25 febbraio 2014
Castro, lesione al collaterale del ginocchio destro: un mese di stop
Giovanni Lo Faro
Lucas Castro resterà fermo per un mese. Lo ha reso noto il Calcio Catania con un comunicato-stampa apparso sul proprio sito: "Il contrasto di gioco che ha costretto Lucas Castro a lasciare il campo
anzitempo nel corso di Chievo-Catania penalizza ulteriormente il calciatore e
la squadra rossazzurra: la risonanza magnetica effettuata oggi ha evidenziato
una lesione al legamento collaterale del ginocchio destro. Per Castro, che si
sottoporrà ad intervento chirurgico presso la clinica Villa Stuart, un mese
circa di stop".
Brutta tegola per Maran, già costretto a rinunciare allo squalificato Bergessio. Il tecnico spera nel recupero di Barrientos ma in preallarme per la sostituzione del Pata ci sono già Keko e Fedato mentre al posto di Bergessio, perdurando l'indisponibilità di Leto, potrebbe essere schierato il giovane Petkovic.
Castro (nella foto, al centro) festeggiato dai compagni dopo il gol del momentaneo vantaggio sul Milan
Catania, passo indietro. Fare punti tra Genoa e Sassuolo consegna inderogabile
Giovanni Lo Faro
Che il Catania abbia fatto un passo indietro non è necessario che lo dica Maran. L'arretramento c'è stato, nella posizione (penultimi, adesso, i rossazzurri) e nella prestazione. Unica consolazione, la distanza immutata dalla zona-salvezza nella quale, nonostante la prova d'orgoglio del Meazza, rischia di finire pure il Cagliari prossimo avversario - guarda caso- del Catania al Massimino, tra le trasferte di Genova, sponda rossoblù, e Sassuolo, passaggi delicatissimi, direi quasi fondamentali, considerando che, subito dopo, la formazione di Rolando Maran dovrà vedersela con Juventus e Napoli, squadre che, notoriamente, poco o nulla cedono quando sono impegnate in campo esterno. Momento delicato, nel quale serve che il gruppo e l'ambiente facciano quadrato. Ieri, Izco, aprendo la lunga settimana del Village, ha detto di un Catania sulla strada giusta ma anche di un Catania obbligato a non ripetere gli errori che sono costati la sconfitta di domenica scorsa con il Chievo. Vedremo.
domenica 23 febbraio 2014
Catania, punto e a capo.
Dura un tempo, il Catania, poi, dopo il rigore di Thereau (le polemiche non mancheranno ma, a termini di regolamento, la decisione di Orsato di sanzionare il mani di Alvarez è ineccepibile), il buio più profondo. La squadra, bella e autorevole, che s'era apprezzata nella prima frazione di gioco, lascia il campo ad un undici sempre più sconnesso e disarticolato: finisce 2-0 per i clivensi che realizzano il sorpasso e, in attesa di Lazio-Sassuolo, costringono il Catania al penultimo posto.
giovedì 20 febbraio 2014
A Verona con il Chievo per l'ennesimo spareggio
Giovanni Lo Faro
Passa per Verona, sponda-Chievo, la salvezza del Catania. Tema classico dei confronti con i clivensi, i primi a sperimentare, già nella stagione 2006-07, l'attaccamento del Catania alla Serie A: ricordate lo "spareggio" di Bologna con i rossazzurri salvi sul fil di lana e la formazione di Del Neri condannata alla retrocessione?
Domenica, al Bentegodi, il tema si ripropone. La stagione, è vero, è ancora lunga, ma un'impennata sul campo di una concorrente diretta darebbe ulteriore consistenza al progetto di rilancio dell'undici di Maran avviato con il pari del Meazza con l'Inter e portato avanti con Livorno, Parma e, appunto, Lazio in virtù della ritrovata continuità di rendimento (sei punti in quattro partite, poco meno di un terzo dell'attuale dotazione di classifica).
Passa per Verona, sponda-Chievo, la salvezza del Catania. Tema classico dei confronti con i clivensi, i primi a sperimentare, già nella stagione 2006-07, l'attaccamento del Catania alla Serie A: ricordate lo "spareggio" di Bologna con i rossazzurri salvi sul fil di lana e la formazione di Del Neri condannata alla retrocessione?
Domenica, al Bentegodi, il tema si ripropone. La stagione, è vero, è ancora lunga, ma un'impennata sul campo di una concorrente diretta darebbe ulteriore consistenza al progetto di rilancio dell'undici di Maran avviato con il pari del Meazza con l'Inter e portato avanti con Livorno, Parma e, appunto, Lazio in virtù della ritrovata continuità di rendimento (sei punti in quattro partite, poco meno di un terzo dell'attuale dotazione di classifica).
La Lazio esce dalla partita, il Catania dilaga
Giovanni Lo Faro
Più deluso che amareggiato, Edy Reja. «Se mi aspettavo una partita come questa? Sì, me l'aspettavo proprio così, con il Catania pronto ad aggredire, a proporsi con ritmo e intensità, raddoppiando le marcature fino a toglierci il respiro. Non mi aspettavo, invece, questa Lazio, specie nella seconda frazione di gioco». Perché, spiega, se il Catania è stato in linea con le attese e ha dato le giuste risposte nell'arco dei novanta minuti, la Lazio ha giocato due partite in una. «Sapevamo che il Catania ci avrebbe aggrediti, sapevamo che avremmo sofferto il passo veloce e svelto dei centrocampisti rossazzurri, ma eravamo convinti che, dopo il prevedibile assalto iniziale, avremmo potuto guadagnare campo, in questo senso il pari di Mauri, a fine primo tempo, mi aveva dato fiducia…».
Poca Lazio, insomma, molto Catania. «Basti dire che non abbiamo mai tirato in porta. Il Catania, che ha cercato la vittoria con la mentalità giusta, non mi ha sorpreso più di tanto, l'avevo già ammirato a Parma, dove avrebbe meritato di vincere. Devo riconoscere che Maran ha dato stimoli, sicurezza e consapevolezza di gioco ad una squadra che, ovviamente, conosceva benissimo. La Lazio? Voltiamo pagina, e vediamo se ci riesce di riprendere subito il cammino, l'Europa è ancora possibile… ».
Poca Lazio, insomma, molto Catania. «Basti dire che non abbiamo mai tirato in porta. Il Catania, che ha cercato la vittoria con la mentalità giusta, non mi ha sorpreso più di tanto, l'avevo già ammirato a Parma, dove avrebbe meritato di vincere. Devo riconoscere che Maran ha dato stimoli, sicurezza e consapevolezza di gioco ad una squadra che, ovviamente, conosceva benissimo. La Lazio? Voltiamo pagina, e vediamo se ci riesce di riprendere subito il cammino, l'Europa è ancora possibile… ».
giovedì 13 febbraio 2014
Lodi carica il Catania: "Tutti insieme per difendere la Serie A"
Leader più che mai. Parlando ai giornalisti, ieri, nella sala stampa del Village, Francesco Lodi ha dato l'impressione di essere consapevole del ruolo che è chiamato a recitare in questa fase finale della stagione nella quale il Catania è impegnato a costruire il miracolo-salvezza. "Mi metto a disposizione, però, sono pronto a fare la mia parte per difendere la Serie A. Così come i miei compagni". Tutti insieme appassionatamente. Con il cuore e, soprattutto, con la testa. "Contro la Lazio dobbiamo far di tutto per evitare gli errori commessi nei novanta minuti con il Livorno, determinazione e attenzione serviranno allo stesso modo". Le prospettive? "La lotta rimane aperta, dal Cagliari in giù siamo tutti in gioco, una vittoria sugli uomini di Reja ci darebbe slancio in vista dello scontro diretto con il Chievo".
Lodi festeggia con i tifosi dopo il rigore trasformato contro il Bologna (foto Franco Barbagallo) |
sabato 18 gennaio 2014
Maran ripesca Maxi Lopez: il Catania pronto alla sfida con la Fiorentina
Il ritorno di Rolando Maran sulla panchina del Catania si riflette sulla lista dei convocati. Che comprende pure Maxi Lopez, dato in partenza da tempo (e, di conseguenza, accantonato da De Canio) ma che, evidentemente, il tecnico trentino, che ne stava curando il rilancio già prima che sopravvenisse l'esonero, ritiene utile al progetto-salvezza del Catania. Con Lopez, altre tre novità nella lista: la prima convocazione di Fabian Rinaudo (sarà lui a sostituire Lodi) e i rientri di Bellusci e Petkovic.
Maxi Lopez accanto all'arbitro Rizzoli prima di Catania-Milan
giovedì 16 gennaio 2014
Ritorno al passato, atto secondo: il Catania richiama Maran
Dopo Lodi, Maran. Il Catania prova a rimettere a posto le tessere del mosaico. Il primo passo è stato compiuto un paio di settimane addietro con il ritorno del play di Frattamaggiore (la firma sulla vittoria sul Bologna e poc'altro, fino a questo momento), adesso tocca al tecnico trentino. Decisioni, l'una e l'altra, in controtendenza rispetto alle dichiarazioni rese, or non è molto, da Pulvirenti, ma che si spera bastino (assieme a interventi di mercato che, specie nel reparto di punta, sono indispensabili) a fare ritrovare la rotta alla navicella rossazzurra, più che mai in balìa delle onde. A tastare il polso a questo Catania che fatica a rialzarsi, la Fiorentina di Montella: riuscirà Maran a dare la scossa?:
Rolando Maran, a Torre del Grifo, il giorno della sua presentazione (foto Franco Barbagallo)
Rolando Maran, a Torre del Grifo, il giorno della sua presentazione (foto Franco Barbagallo)
domenica 12 gennaio 2014
Lodi non basta, il Catania cade ancora
A Bergamo giunge, per il Catania, la decima sconfitta consecutiva in campo esterno (si faccia avanti, per favore, chi è in grado di trovare un precedente ugualmente negativo in una delle stagioni che la formazione rossazzurra, dalla sua fondazione, ha vissuto in Serie A) e resta ancorato all'ultimo posto fianco a fianco ad un Livorno che, da qualche tempo a questa parte, non ne azzecca una che sia una. Risveglio amaro per gli uomini di De Canio che hanno visto svanire la speranza di dare un seguito al successo con il Bologna di lunedì 6 gennaio. Buon primo tempo, con una colossale occasione fallita da Castro a tu per tu con l'esordiente portiere nerazzurro, poi, nella ripresa, a mano a mano che la formazione di Colantuono serrava i tempi, il solito inesorabile arretramento di posizioni fino alla capitolazione, dopo un miracolo di Frison e un salvataggio di Lodi sulla linea di porta: irresistibile, nell'occasione, Bonaventura, un po' meno la difesa rossazzurra, e Biraghi in particolare, che non è riuscito ad evitare il fallo, inutile quanto plateale, per frenarne lo slancio. Denis cecchino dagli undici metri, poi il raddoppio di Maxi Moralez: il gol di Leto (ma perché così tardivo il suo ingresso in campo?), a due minuti dalla fine, non è bastato ad evitare l'ennesimo capitombolo. Prospettive? Non proprio luminose: la strada si fa in salita, al Massimino domenica arriva la Fiorentina (da affrontare senza Lodi e Peruzzi), poi occorrerà fare visita all'Inter di Walter Mazzarri, se il trend non cambia, la salvezza (serviranno, nel girone di ritorno, non meno di venticinque-ventisei punti!) rischia di risultare una chimera.
giovedì 2 gennaio 2014
Catania: ritorno al passato?
Ciccio Lodi a Torre del Grifo, Papu Gomez tra la tentazione di restare al Metalist e quella di riprendersi il Catania lasciato sul finire della scorsa estate. Il progetto - salvezza di Pulvirenti sembra cercare nel passato le condizioni per un rilancio che possa giovare a salvare la categoria, importa poco se questo significhi rinnegare scelte (quella di Tachtsidis, particolarmente) nelle quali più di una volta la società rossazzurra aveva giurato di credere. Non era, evidentemente, quello partorito dalla mente di Pablo Cosentino, il Catania più forte di tutti i tempi.
Lodi, forse Gomez, e chissà chi, se il giocattolo non dovesse riprendere subito a funzionare. Vedremo, dopo la sfida-spareggio con il Bologna al Massimino in calendario lunedì prossimo.
Lodi, forse Gomez, e chissà chi, se il giocattolo non dovesse riprendere subito a funzionare. Vedremo, dopo la sfida-spareggio con il Bologna al Massimino in calendario lunedì prossimo.
Panagiotis Tachtsidis (nella foto) verso l'addio al Catania?
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