Giovanni Lo Faro
Bastasse crederci. Ci credeva il Catania di Gigi De Canio quando, poco più di due mesi addietro, provò a dare seguito, a Bergamo, alla bella performance di cui era stato protagonista, sei giorni prima, con il Bologna al Massimino. Giocò un gran primo tempo, la formazione rossazzurra, mettendo in serie difficoltà l'Atalanta e rischiando perfino di andare in vantaggio con Castro (colossale l'occasione mancata dal Pata a tu per tu con Consigli, poco prima del riposo). Nella ripresa, un'altra partita, nella quale calo di tensione ed errori risulteranno fatali ai rossazzurri: uno-due degli orobici, il gol di Leto, nel finale, giova soltanto a rendere meno amara la pillola. Bastasse crederci. Sarà stato un caso, ma i novanta minuti di Sassuolo mi hanno richiamato alla memoria la gara di Bergamo. In panchina Maran, in campo qualche volto nuovo (Rinaudo anziché Plasil, Keko anziché Castro), pressa l'urgenza a undici giornate dal termine. Bel Catania, per un tempo. Arriva il gol di Bergessio, dopo un palo di Keko, un vantaggio tanto meritato quanto prezioso, difeso con bella disinvoltura fino al riposo. Poi, al rientro, ieri come allora, un altro Catania. Calo di tensione e errori in serie (dei giocatori ma anche del tecnico) spianano la strada al Sassuolo che coglie, con merito, la più importante delle vittorie e realizza il sorpasso. Il futuro? Buio e nebuloso, soltanto la matematica, al momento, non condanna i rossazzurri. Che giurano di crederci ancora. Già: bastasse crederci!
Bergessio (foto Barbagallo): il suo gol non è servito ad evitare l'ennesima sconfitta del Catania.
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