Giovanni Lo Faro
Fuori Rolando Maran, dentro Maurizio Pellegrino. L'obiettivo non è dato saperlo, si attende che la società, dopo l'annuncio dell'esonero di Maran, espliciti le ragioni di una scelta (ad una soluzione interna Pulvirenti non aveva mai fatto ricorso, eccezion fatta per la sua prima stagione all'Acireale, quando, dopo l'esonero di Esposito, scelse di affidare la squadra al duo Strano-Possamai per poi giocarsi la carta-Catuzzi e, a situazione irrimediabilmente compromessa, quella di Santino Nuccio), che faccia capire, insomma, se la decisione di cambiare nuovamente guida tecnica non sia soltanto, come da più parti si è scelto di leggerla, un semplice traghettamento, bensì l'estremo tentativo di evitare la resa. Il richiamo alla stagione 2007-08, all'esonero di Baldini e all'arrivo di Walter Zenga (il 1 aprile, l'indomani della sconfitta interna con il Torino)? Qualche suggestione non v'è dubbio l'abbia provocata in chi non vuol sentirne di rinunciare alla speranza, ma l'impressione è che si tratti di situazioni (Baldini lasció la squadra quart'ultima, con 37 punti, uno in più dell'Empoli) e di vicende difficilmente sovrapponibili (a Zenga bastarono 8 punti in sette partite, a Pellegrino ne servirebbero non meno di dodici nelle sei partite che rimangono da giocare), e questo a prescindere dalla diversa statura dei personaggi coinvolti. Non resta, comunque, che attendere il corso degli eventi: c'è davvero ancora una via per salvare la Serie A del Catania?
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E se Ventura avesse ragione? |
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