La sfida del Massimino tra grandi decadute non delude le attese e, specie nella fase finale, regala momenti di eccezionale intensità con le due squadre impegnate fino all'ultimo dei novantasei minuti di giovo nel tentativo di superarsi. Il risultato (2-2) accontenta più il Catania, che in avvio di ripresa s'era ritrovato sotto di due gol, che il Bologna che, delle due in campo, è stata la squadra che ha fatto vedere le cose migliori. Per un'ora, infatti, la formazione di Lopez ha governato a suo piacimento l'undici di casa, sovrastandolo nel palleggio ma anche nell'efficacia dell'azione, tanto che, nel momento in cui Acquafresca ha raddoppiato (in avvio aveva segnato Zuculini), in molti, sulle tribune, avevano intonato il "de profundis" per gli indecifrabili giovanotti di Sannino. Ed invece il Catania, che probabilmente ama prenderle prima di darle (è o non è, questo, il filo conduttore del girone d'andata dei rossazzurri?) attingendo all'orgoglio e approfittando dell'evidente calo di tensione di un avversario prematuramente sazio e appagato, ha trovato modo di rimettersi in sella. Cuore, soltanto cuore? Bravi Cani e Calaiò a cogliere le occasioni, rigore (generoso) compreso, bravissimo Frison, baluardo insuperabile: quella palla di Acquafresca smanacciata sulla linea di porta quasi allo scadere è servita a salvare il pareggio e, chissà pure, le residue prospettive della stagione...
Frison (foto Barbagallo) indica la strada al Catania |
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