Bello proprio no, ma voglioso e determinato assai, il Catania, in un derby sicuramente non facile contro un avversario di buona cifra e, perciò, meritevole di considerazione e di rispetto. Accolto con freddezza da un Massimino tutt’altro che ben disposto, l’undici di Novellino prova a sfruttare l’occasione del penultimo impegno casalingo della stagione per recuperare fiducia e credibilità.
Modulo inedito, il 4-3-3, nella gestione del tecnico di Montemarano, così come inedito è l’assetto della linea di metà campo, con Biagianti e Llama pendant l’uno dell’altro, Lodi centrale basso a supporto di un tridente atipico, Marotta punta avanzata tra due esterni agili e svelti come Manneh e Sarno. Assetto speculare a quello dell’undici bianconero che, oltre a trarre vantaggio da una rilevante fisicità, meglio sembra adattarsi alle iniziali frequenze di gioco.
Il rigore di Lodi |
In avvio di ripresa, l’episodio decisivo: Calapai affonda lungo la destra, va giù in area, Lodi dal dischetto non sbaglia. Il Catania si esalta, incoraggiato ora dalle tribune, la mano felice di Novellino lo soccorre, e con scelte opportune, nei momenti in cui rischia l’affanno.
Alla fine, convieni con il tecnico sulla qualità della prestazione in termini di continuità ed efficacia dell’azione, nelle due fasi, e prendi atto di una vittoria che vale, quanto meno, a contenere la baldanza del Catanzaro e, per il momento, a tenerlo lontano dal terzo posto. Che non é il primo, certo, né vale il secondo che centrò Lucarelli una stagione addietro, ma che sarebbe una buona base di partenza per i play off...
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