Alla fine, la differenza (passateci il
termine, in una vicenda nella quale prevale il segno pari) tra Catania e
Potenza è nel gol (o nei gol, visto che il palermitano è stato protagonista
pure al Viviani) di Matteo Di Piazza, bravissimo, nel disperato forcing finale
dei rossazzurri di Sottil, ad involarsi sul tocco di Curiale e filarsene in
porta, rendendo vano il tentativo disperato dell’ex Ioime.
Sul gol (o sui gol) dell’ex Lecce (dieci
reti, e buon contributo alla causa dei salentini di Liverani, la stagione
scorsa), il Catania centra l’obiettivo dell’accesso ai quarti, senza grandi
meriti (l’impegno, la rabbia, la determinazione non sono mancati, serve
riconoscerlo, ma il gioco ...è di là da venire: meglio, molto meglio, sotto
questo aspetto, l’undici di Raffaele, non c’è stato, alla fine, chi non l’abbia
riconosciuto) ma la sua storia deve ancora costruirsela, in un percorso lastricato
di ostacoli non indifferenti, a cominciare da Triestina, Piacenza,
Trapani e Pisa, formazioni che non mancano, la loro parte, di qualità ed
ambizioni. E dovrà costruirsela anche sul supporto di equilibri di gioco che
meglio si adeguino al suo potenziale che è, e rimane, non indifferente.
Di gioco, ieri, solo qualche sprazzo,
sulle iniziative di un generosissimo Biagianti, sulle folate iniziali di Sarno,
sugli spunti di Lodi (Ioime e il palo a negargli il gol) subentrato nella
ripresa ad un evanescente Carriero (incomprensibile la rinuncia a Bucolo,
tenuto in panchina), di ben altro avrebbe bisogno il Catania nella prospettiva
dei durissimi impegni che lo attendono nei 360’ che mancano alla meta: in otto
sull’obiettivo della B, chi la spunterà?
Nessun commento:
Posta un commento