Riflessioni,
il giorno dopo. A mente serena, lontana ormai dalla diretta di un evento che è
già storia, e dalle emozioni che ha offerto in quell’incredibile groviglio di
situazioni dal quale, ai titoli di coda, è scaturita la sorpresa. Perché, a
quel punto le cose, era difficile credere in un Catania capace di ribaltare il
Bisceglie, avversario determinato assai, oltre che galvanizzato dall’inopinato
vantaggio iniziale, frutto di un appoggio errato di Rizzo che Longo è stato
bravo a sfruttare firmando la prodezza.
Non
era facile né tanto meno scontato, dopo la prestazione opaca di qualche giorno
prima, ipotizzare un Valeau bravo a dare profondità e ampiezza alla manovra
lungo l’out di sinistra né tanto meno che, nelle fasi finali di una partita
stregata, toccasse ad un esordiente come il diciottenne Pecorino, punto di
forza della prima linea della Berretti, integrare con la disinvoltura di un
veterano l’azione di Brodic e Di Piazza. E questo senza dimenticare l’entità del
contributo di Bucolo ad un centrocampo che era stato, un’ora e passa, di una
pochezza disarmante e il buon apporto, in termini di freschezza e di lucidità,
del giovane Liguori, una manciata di minuti in campo, giusto il tempo per dare
un saggio delle sue qualità.
Come
dire che del buono sicuramente c’è in questo Catania che adesso è chiamato a
confermare domenica prossima nella penultima uscita della stagione sul campo di
Brindisi, contro un avversario lanciatissimo come la Virtus Francavilla quanto
siano ancora fondate le sue speranze di giocarsi i play off da una posizione di
privilegio. Con vista sulla B, se possibile.
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