mercoledì 3 aprile 2019

VITERBESE BELLA E IMPOSSIBILE: VIOLA IL MASSIMINO E INCHIODA IL CATANIA AL QUARTO POSTO


Giovanni Lo Faro

Altro che rilancio! Al Catania, nella spirale di una pericolosissima crisi di risultati, se non di identità, non riesce nemmeno l’aggancio al terzo posto che rimane ben saldo nelle mani del Catanzaro e dà consistenza all’ipotesi, da qualche parte considerata, di entrare nei play off da quarto della lista: passa con merito la Viterbese, al Massimino, e si conferma autentica bestia nera della formazione rossazzurra che, con Sottil in panchina e proprio nell’imminenza del cambio di gestione tecnica, aveva ceduto quasi senza colpo ferire (nessun tiro in porta, pure in quell’occasione) al baldanzoso undici di Antonio Calabro. 
Che, in un Massimino semivuoto, conferma di essere di pasta piuttosto buona, quasi inavvicinabile, per condizione e per impianto di gioco, da un Catania che Novellino volta e rivolta nei novanta minuti ma senza che la squadra riesca a dare mai la sensazione di prendere in mano la partita. 
Primo tempo senza sussulti (a parte il gol di Tsonev frutto combinato di un piazzato sempre pretese del centrocampista gialloblù e di un errore di ...piazzamento di tutta la difesa di casa, Pisseri in testa), con un Catania visibilmente in affanno, incapace di mettere in discussione la supremazia degli ospiti, subito padroni di un centrocampo che il trio Carriero-Angiulli-Lodi proposto in avvio da Novellino non riesce in nessun modo a governare. E considerato che gli esterni Calapai e Valeau, per quanto si ingegnino, non portano in dote nessun contributo, la manovra di tutto il reparto di mezzo risulta poco significativa. 
Meglio, molto meglio la Viterbese, idee e gamba fanno da supporto ad una netta superiorità di manovra. Novellino, chiaro, non sta a guardare, il tecnico, che s’è sbracciato inutilmente nel tentativo di scuotere i suoi, gioca subito la carta-Sarno. Fuori Angiulli (quanti errori, l’ex ternano), il Catania passa al 3-4-1-2 con Sarno a ridosso delle punte, guadagnando qualcosa in vivacità e pericolosità di azione, ma senza mai arrivare ad insidiare da vicino l’estremo difensore ospite. 
Nel solco tracciato, Novellino, dopo il riposo, lancia nella mischia Manneh (fuori Valeau), ma il gambiano, se riesce a dare un po’ di verve alla squadra lungo l’out di sinistra, non risulta risolutivo (nè risolutivo sarà quando, a partita quasi conclusa, sparacchierà alle stelle la palla del pari servitagli dalla destra da un ottimo Sarno). 
Meglio, di sicuro, Brodic mandato a rilevare un indecifrabile Marotta nel tourbillon di sostituzioni di avvio ripresa (Rizzo su Carriero, poi Llama su Marchese): abile nel fraseggio, buon pendant di Sarno, il croato è bravo a finalizzare, a metà ripresa, una delle rarissime occasioni da gol create dal Catania nei 90’ ma deve fare i conti con la bandierina alzata del primo assistente del teramano Paterna che segnala un improbabile e comunque discutibile (ci prova Lodi, a muso duro, a farlo capire al direttore di gara e rischia pure il giallo) fuori gioco.
Passa, alla fine, la Viterbese, e lascia pure una buona impressione (nel finale, con l'undici di casa forsennatamente in avanti, in un paio di occasioni potrebbe anche incrementare il bottino), per il Catania la ferita stavolta è profonda, da sanare al più presto. A prescindere dalla prospettiva, che si va facendo piuttosto concreta, di giocarseli, i play off, partendo dal quarto posto...



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