Giovanni Lo Faro
Uno-due di Savanarola e Rizzo e l'Acireale s’illude di avere
chiuso subito la pratica-Cittanovese, formazione calabra piuttosto ostica,
scesa al Tupparello carica di determinazione, obbligata com'era a fare
risultato da una posizione di classifica non propriamente rassicurante. E' un
Acireale in grande smalto quello che impatta sulla partita e su un avversario
che nei primi quarantacinque minuti poco o nulla si fa vedere dalle parti di
Pitarresi (botta di Cianci dalla distanza, a risultato già sbloccato).

Savanarola, al rientro da un fastidioso infortunio, non
brilla come ai tempi migliori, ma il guizzo vincente lo trova al secondo giro
di lancette e al secondo angolo di fila battuto da Rizzo: pronta la testolina
di chi amano chiamare GS7 e palla nel sacco. Sul vantaggio-lampo, l'Acireale
trova l'ordito di una tela pregiata, gioca un gran calcio mezz'ora e passa. Eleganza,
rapidità ed efficacia di palleggio si coniugano con le prodezze dei singoli,
l'argentino Rizzo e il giovane Arena una spanna sopra gli altri.
Acireale da fare spellare le mani, la tifoseria granata si
infiamma e pregusta una vittoria, nei meriti e nel punteggio, come da tempo non
capitava (Coppa a parte, l'ultimo successo dell'Acireale in campionato risaliva
alla gara con il San Tommaso, vinta peraltro all'ultimo assalto, seguita dall’i di Roccella), nemmeno
immaginando la piega che avrebbe preso la gara nella seconda frazione di gioco.

Le ragioni? La forza
dell’avversario, che non si specchia in una classifica sicuramente bugiarda, e
le numerose defezioni (Raucci. Tuninetti, Diop, De Felice…) che di fatto limitano le
scelte di Giuseppe Pagana. E se ci metti la prestazione non proprio impeccabile
di Barcio, elemento fondamentale nello scacchiere si Pagana dacché Tuninetti è
out, e qualche decisione poco convincente del lucchese Tesi, capisci come l’undici
di casa entri via via in sofferenza, e
finisca, in dirittura d’arrivo, quasi nell’angolo,
sulle pressanti iniziative giallorosse. E quando Mazzone, ex di turno con Aloia, dopo un miracolo di Pitarresi,
centra il bersaglio e riapre la partita, affiora, in campo e sugli spalti, la
paura. Che svanisce al 97’, dopo sette interminabili minuti di recupero.
E la scena finale è
degna del calcio di altri tempi, con i giocatori ospiti stremati sul terreno
(bellissimo, finalmente) del Tupparello e quelli in maglia granata a far
mucchio, prima di concedersi agli applausi dei quasi duemila che li hanno
accompagnati e sostenuti dalle tribune: l’Acireale riparte e già inquadra nel
mirino l’avversario prossimo venturo, quel Biancavilla, matricola impertinente
del torneo, primo ostacolo da superare in direzione, intanto, del secondo posto
sul quale ha appena messo le mani il Troina…