domenica 30 dicembre 2018

IL CATANIA CENTRA LA TERZA VITTORIA DI FILA E AGGANCIA IL TRAPANI AL SECONDO POSTO


Giovanni Lo Faro
Cominciamo dal risultato, dal 2-0 che ha suggellato l’incontro e che lancia il Catania nella scia della Juve Stabia: a quota 37, fianco a fianco al Trapani ma con una partita in meno, la formazione di Sottil assume le insegne di principale antagonista delle “vespe” nella rincorsa alla Serie B. 
Decisivi la colombella di Ciccio Lodi su calcio piazzato dopo un’ora esatta di gioco e dopo un primo tempo non del tutto convincente (meglio, decisamente, il Monopoli non fosse altro per l’ottimo impianto di gioco, per una manovra ben articolata che non di rado ha esitato in rapidissime sortite  d’offesa, di Gerardi, soprattutto, ancorché finalizzate in modo non adeguato) e il terrificante diagonale di Federico Angiulli, ex ternano, delle cui qualità non abbiamo mai dubitato, che s’è meritato gli applausi scroscianti del pubblico del Massimino. 
Due a zero, terza vittoria di fila, dieci punti in quattro partite, cancellata Bisceglie, di sicuro il punto più basso di questa prima fase della stagione, il break del torneo (si ritornerà a giocare domenica 20 gennaio, in cartellone il derby con il disperato Siracusa, appena bastonato dalla Juve Stabia, guarda caso) sembra giungere nel momento migliore per riflettere sulle scelte fin qui effettuate (partito dal 4-2-3-1, battezzato nella vittoriosa gara di Coppa con il Verona, il Catania è riapprodato al 4-3-3 che, nel passato, ne ha caratterizzato parecchio il profilo tattico) e per considerare l’ipotesi di interventi che incrementino, in qualità, le risorse di un organico di consistenza comunque non trascurabile.

Dai novanta minuti di questo pomeriggio, alcune conferme a livello di singoli: dall’ottimo Pisseri (decisivi un paio di interventi dell’ex Monopoli sull’ottimo Gerardi) ad Angiulli e Biagianti, a Manneh e Lodi. Discorso a parte per Marotta. L’ex senese, schierato da esterno nel tridente d’offesa, sembra   impegnato in un’estenuante lotta con se stesso. Corre e sgomita, affonda sulla fascia, cerca la botta, sempre e comunque, spesso a discapito di lucidità ed efficacia, e finanche  un’improponibile rabona, se gli capita. Alla fine, da cotanto impegno, riesce a tirar fuori due colpi dei suoi che mettono a dura prova il giovanissimo estremo difensore avversario e gli giovano a guadagnarsi la sufficienza piena in pagella: di un giocatore come lui difficilmente questo Catania potrebbe fare a meno.

domenica 25 novembre 2018

CATANIA, I TRE PUNTI ARRIVANO I PROBLEMI RESTANO


L'abbraccio a Marotta dopo il gol
Giovanni Lo Faro


Non esalta e, per lunghi tratti, non convince, il Catania, seppure non manchi di metterci, in una sfida dal sapore antico, l’impegno e la determinazione utili a tenere a bada un avversario niente male (e s’è visto in quel secondo tempo nel quale l’undici di Cevoli ha provato ad uscire dal guscio arrivando a minacciare da vicino, in un paio di occasioni, un Pisseri fino a quel punto inoperoso) e ad acciuffare un risultato che, a prescindere dal modo in cui è maturato, gli consente di non perdere terreno da quel primo posto che la Juve Stabia, al momento, occupa con merito.Decisivo l’ultimo assalto, e l’involontaria complicità del portiere ospite Confente, impaperatosi, dopo una buona prestazione, sull’ultimo di una lunghissima serie di calci dalla bandierina: le mani non serrano un pallone innocuo e per Marotta è un gioco da ragazzi spingere in rete.Il Massimino, che si era spazientito non poco e che aveva già manifestato il suo malumore, fa festa, così come fa festa Marotta in fondo ad una prestazione generosissima ma non certo tra le migliori: i tre punti pesano, eccome, e molto ancora potranno pesare in prospettiva, se la squadra di Sottil saprà giovarsene, in termini di slancio e di convinzione nella delicatissima trasferta di dopodomani a Matera, sul campo di un avversario in crescita.A proposito di crescita. Proprio brillante, ieri, il Catania non è stato, sia nella prima frazione di gioco (possesso palla, certo, gli spunti in avvio di Barisic lungo la fascia destra, pure, qualche conclusione dalla distanza, di un ottimo Scaglia la più pericolosa, non molto, per la verità) sia nella seconda quando Sottil ha lanciato nella sfida prima Curiale e Llama e, nella fase finale, Manneh e Baraye con conseguenti rimodulazioni del modulo di gioco (4-2-4 a tratti). Pesano di sicuro i tre punti, ma serve continuità, di idee e di prestazioni: Matera, sotto questo aspetto, sarà un utilissimo banco di prova.

domenica 21 ottobre 2018

Gran calcio al Tupparello tra i granata in dieci e l'ottima Sancataldese di Peppe Mascara: Acireale, un pari che vale una vittoria


Giovanni Lo Faro
Il rammarico resta, alla fine, ed è anche forte: che partita sarebbe stata Acireale - Sancataldese se non l’avessero condizionata l’espulsione di Manfrellotti, ad una manciata di minuti dal via, e il violento acquazzone che, nel finale, ha reso impraticabile il terreno del Tupparello, già malmesso di suo?
Un gol per parte, alla fine, con l’Acireale vicino a far saltare il banco, con quel gol di Bellomonte che ha esaltato il pubblico acese come ai tempi belli della B, delle prodezze sotto rete di Orazio Sorbello, delle giocate funamboliche di Lucidi e Vasari e delle splendide acrobazie di Andrea Pistella, bomber non dimenticato, da queste parti: Madonia (grande prova, la sua) dalla sinistra, l’imbeccata perfetta per Savonarola sulla fascia opposta, il palleggio e la pennellata del capitano per la testa di Bellomonte.
Uno a zero, al 10’ della ripresa, con l’Acireale sempre più deciso in campo, dopo aver rischiato non poco, nella prima frazione di gioco, sulle folate offensive dell’undici di Peppe Mascara, ben messo in campo e con individualità di spicco proposte nello scacchiere tecnico-tattico della gara.
Giocata, questa, con piglio battagliero da un Acireale che, se ha pagato, alla lunga, un grosso tributo all’inferionità numerica (l’espulsione, appunto, di Manfrellotti, tanto bravo quanto ingenuo a farsi beccare dall‘arbitro in un fallo, di ripicca più che altro, su un avversario che l’aveva toccato duro, al primo impatto), non ha mai rinunciato a giocare, restando alto (soltanto nei minuti finali Breve ha rinunciato ad un esausto Manfrè, spalla validissima di Madonia, un’ora e passa) e ribattendo colpo su colpo alle iniziative della Sancataldese, tranne nell’occasione che ha favorito il pareggio di Ficarotta, trovatosi solo soletto davanti all’ottimo Biondi.
Pari che vale, alla fine, il punto muove la classifica e premia l’impegno di società e tecnico, bravi a mettere su una squadra già capace di fare innamorare i suoi tifosi. Come e forse più che nella stagione scorsa.

mercoledì 17 ottobre 2018

L'urlo del Catania, cade il Trapani al Massimino


Giovanni Lo Faro
 Rabbia e determinazione. E, alla distanza, pure qualità. Ma non manca di indispettire il Catania in quei quarantacinque minuti – quelli della prima frazione di gioco – nei quali soffre visibilmente il Trapani e la fluidità della sua manovra. Forti dell’uomo in più sulla fascia di mezzo (Barisic che nei piani del tecnico dovrebbe compensare la defaillance, torna poco e non sempre con costrutto né può bastare l’andirivieni di Marotta, l’uomo-dovunque di questa squadra rossazzurra), gli uomini di Italiano riescono a valorizzare al meglio le qualità, indiscutibili, di Corapi (schierato a sinistra ma libero di incrociare pure sulla fascia opposta) e Costa Pereira, ben sostenuti da Taugordeau, metodista alla vecchia maniera, e dei due esterni d’attacco, Tulli e, soprattutto, Golfo (quanti pensieri per Ciancio, su quella fascia).
 Più Trapani che Catania (e ci metti pure il rigore, per un inutile fallo di Baraye, sprecato malamente da Evacuo), insomma, e qualche preoccupazione per i possibili sviluppi dell’incontro. Dalla parte dell’undici di Sottil, comunque, rabbia e determinazione, che traggono alimento dall’incredibile finale di Caserta, non mancano e tengono la squadra sul pezzo, a dispetto di qualche sfasatura innegabile nell’orchestrazione della manovra (bene Angiulli, non molto brillante Rizzo rilevato per infortunio alla mezzora da un ottimo Biagianti).
 La ripresa? Il corso degli eventi lo muta un altro calcio di rigore, assegnato al Catania, in un’azione convulsa in area ospite, con il pallone che impatta sulla mano di un difensore granata impegnato a fare muro, in qualche modo. Lodi fa meglio di Evacuo, portiere da una parte e pallone dall’altra, e lancia il Catania. Che è bravo a trovare subito il raddoppio, con un’incredibile sciabolata di Alessandro Marotta, in affondo dall'out di sinistra, a trafiggere una difesa ospite un tantino incerta, nell’occasione, se non proprio impaperata. 
Due a zero, i rimedi di Italiano (in campo Toscano e Nzola) non danno i frutti sperati, il gol il Trapani riesce sì a trovarlo al 25' (troppo disinvolta, la difesa di casa, nell’occasione) ma non prima, del secondo gol di Lodi che, di fatto, rendeva incolmabile il vantaggio di un Catania in buona crescita, alla distanza (bravo Biagianti), grazie alla spinta di un Massimino ribollente d'entusiasmo come ai tempi della Serie A. 
Oggi la realtà - questa Serie C mal digerita - è ben più modesta, ma le premesse, in termini di risorse e di convinzione, per una stagione di rilancio pare di coglierle tutte... 

lunedì 15 ottobre 2018

MARIO CASTELLAZZI, TRA RICORDI E RIMPIANTI


Giovanni Lo Faro
La scomparsa di Mario Castellazzi, splendido protagonista negli anni Sessanta con la maglia del Catania, ha suscitato molta commozione tra quanti sono stati testimoni delle sue gesta o delle sue gesta (il famoso gol all’Inter, nella partita che estromesse i nerazzurri di Herrera dalla lotta per lo scudetto) hanno letto o ascoltato il racconto. Alla nota di cordoglio del Catania Calcio, interprete dei sentimenti di tutti i tifosi rossazzurri, ha subito risposto la famiglia Castellazzi con una lettera che l’Ufficio Stampa del club etneo ha ritenuto opportuno “consegnare” alla Catania di fede rossazzurra e alla Catania sportiva in genere. Di seguito il testo:
“Ringraziamento alla Società Catania Calcio per la partecipazione alla scomparsa di Mario Castellazzi.
Il comunicato stampa pubblicato sul sito del Calcio Catania lo scorso 1°ottobre, sulla scomparsa del nostro caro Mario, ha profondamente toccato tutta la nostra famiglia, che in un momento tanto doloroso ha avuto modo di  constatare quanto il proprio caro sia stato apprezzato e stimato. 
Assieme alle dimostrazioni di vicinanza di altre Società e personaggi del mondo dello sport, la testimonianza di una Società calcistica storica come la vostra, tanto distante nello spazio e nel tempo,  che dopo oltre mezzo secolo ha pianto assieme alla famiglia la scomparsa di quella sua “ formidabile ala destra” che è stato Mario Castellazzi, dimostra come il nostro caro abbia lasciato di sé un ottimo ricordo, stimato come professionista e come uomo. 
Da parte sua Mario ha sempre conservato una memoria  indelebile sia delle stagioni passate al Catania che dell’ospitalità ed amicizia ricevuta da parte della vostra gente, testimoniata  dalle fotografie conservate con la maglia rossazzurra.
Desideriamo fare pervenire alla Società “Calcio Catania” i sentimenti commossi della nostra riconoscenza, con i più calorosi auspici che codesta società possa tornare a calcare ribalte più consone alla sua storia, come avrebbe fatto piacere a Mario, che avrebbe rivisto con gioia alla ribalta della cronaca sportiva la maglia che ha indossato con tanto orgoglio.
Infine, ma non certo per ordine d’importanza, un grazie al Signor Angelo Scaltriti per la sensibilità e l’attenzione dimostrata in  questo momento delicato e doloroso.
Un cordiale ed affettuoso saluto da tutta la famiglia Castellazzi
La moglie Milla
Le figlie Monica, Michela e Rachele
I Generi e parenti tutti”

domenica 7 ottobre 2018

L'ACIREALE MANCA IL TRIS: IL ROCCELLA STRAPPA UN PUNTO

Giovanni Lo Faro
Un pizzico di delusione, ma gli applausi, alla fine, sono arrivati ugualmente per un Acireale che si è battuto con il solito vigore, pur peccando un tantino di continuità, a fronte di un Roccella che se n’è stato sempre guardingo, osando quel tanto che è bastato per rimettere in sesto un risultato – il pareggio – che di sicuro lo appaga nella stessa misura in cui lascia insoddisfatto l’undici di casa che già sognava la terza vittoria di fila.
Più Acireale, di sicuro, specie nella fase d’avvio quando i granata hanno trovato forse la loro espressione migliore, suggellandola con un bel gol di Madonia, giunto pochi minuti dopo che Savanarola, su calcio piazzato, aveva timbrato il palo sinistro della porta difesa da Scuffia. Sull’uno a zero, però, la formazione di casa ha dato l’impressione di vivere di rendita, vivacchiando un tantino e smarrendo via via la convinzione che l’aveva animata.
Il Roccella, guidato in panchina dall'ex messinese Giampà, orchestrato sulla fascia di mezzo  da un ottimo Osei e trascinato da un inesauribile Gattabria, guadagnava campo fino a trovare il pareggio con Cordova che, su azione d’angolo, coglieva impreparata la difesa granata e incornava a colpo sicuro da pochi passi,  
Accusava il colpo, l’Acireale, e rischiava di capitolare ancora: mischia convulsa in area e pallone a danzare pericolosamente a due passi dalla linea di porta per poi perdersi sul fondo. Pericolo scampato, il resto lo facevano le sostituzioni di Breve che ridisegnava il centrocampo con Lentini su Aprile, prima, e Tramonte su Russo, poi, e restituiva in qualche modo verve alla linea d’offesa con Bellomonte e Leotta chiamati a rilevare un generosissimo Manfrellotti e un esausto Manfrè.
Tambureggiava l’Acireale, mentre il Roccella serrava le file: l’occasione migliore per i granata, a pochi minuti dalla fine, quando un diagonale di Leotta mandava la sfera a infrangersi sull’incrocio dei  pali della porta calabra. Era l'ultimo sussulto di una partita ormai segnata.

domenica 23 settembre 2018

GUIZZO DI MANFRÈ NEL FINALE, L'ACIREALE STENDE LA NOCERINA

Giovanni Lo Faro

L'esultanza di Manfrè
Il rigore di Madonia
Nuovo per dieci-undicesimi (Danone, l’unico sopravvissuto della formazione che chiuse al sesto posto l’ultima stagione), con Carlo Breve in panchina al posto di Piero Infantino e una società nuova di zecca (e tutta acese, soprattutto) a supportarlo, l’Acireale riesce nell’intento di bagnare con una vittoria l’esordio stagionale al Tupparello. A fare le spese del furore agonistico dei granata, nientemeno che la Nocerina, squadra tra le più ambiziose del girone, forte com’è di un’intelaiatura tecnica di prim’ordine che ne fa una delle potenziali antagoniste del Bari di De Laurentis. In vantaggio con Madonia (bravissimo a trasformare dagli undici metri un rigore concesso dal cesenate Zamagni per un plateale mani in area di un difensore rossonero), l’undici di casa ha subìto, alla distanza, la reazione di un avversario ben organizzato sulla fascia di mezzo e capace di sviluppare un’offensiva sempre più stringente lungo l’out di destra dove guadagnava campo grazie alle sortite di Orlando.Messo alle corde, l’Acireale vacillava (due i legni colpiti da Orlando, capace pure di spedire alle stelle una palla che chiedeva solo di essere accompagnata in porta) e, ad un minuto dal riposo, cedeva su una conclusione di poche pretese dello stesso numero dieci ospite, lasciato colpevolmente libero di inquadrare la porta di Biondi. Uno a uno, al giro di boa.Nel secondo tempo, dopo venti minuti fatti di niente, la partita cambiava il suo corso grazie alle intuizioni felici del tecnico granata che prima irrobustiva il centrocampo con Talotta (Tramonte in terza linea al posto di Dadone), quindi ne vivacizzava il gioco con il giovanissimo Lentini.
Non solo. Con Savanarola ora restituito al suo ruolo naturale e Madonia pendant a destra di Manfrè, altro giovanissimo lanciato nella mischia nel finale di gara, l’Acireale riusciva a riprendere in mano il controllo della partita fino a trovare il gol-vittoria: punizione di Savanarola dalla destra, tocco di Madonia ad ispirare Manfrè bravo a sprintare verso la porta avversaria e a trafiggere Scolavino con un preciso rasoterra nell’angolino sinistro. Due a uno, e Tupparello in festa per la prima vittoria stagionale
























































domenica 9 settembre 2018

Chi non vuole in Catania in B? Un comunicato della società rossazzurra su una "clamorosa indiscrezione" diffusa oggi da alcuni quotidiani

Giovanni Lo Faro

Con il comunicato stampa n. 81 il Catania calcio sgombra il campo da ogni dubbio e da ogni illazione, da qualche parte considerati, circa l'insussistenza del diritto della società rossazzurra di concorrere ai ripescaggi in B sui quali, tra domani e dopo domani, si pronuncerà il Collegio di Garanzia del CONI, presieduto dall'ex ministro Frattini.

"Alcuni autorevoli quotidiani riportano la “clamorosa indiscrezione” secondo la quale il Catania rischia di rimanere escluso dalla possibilità  di ripescaggio in serie B per un presunto illecito sportivo sanzionato nella stagione 2016/2017. Il contenuto di tale indiscrezione, seppure privo di alcun pregio giuridico, conferma tuttavia un laborioso lavoro di poteri, apparentemente occulti, finalizzato esclusivamente ad arrecare nocumento al Calcio Catania. Lascia perplessi, per usare un eufemismo, il contenuto di un articolo apparso su un quotidiano sportivo secondo il quale “il Collegio di Garanzia dello Sport sarebbe orientato a bocciare gli etnei dopo il duro dibattimento”. Il Catania, si legge ancora, avrebbe “alzato il livello di scontro presentando, nella giornata precedente, una denuncia contro il Commissario Straordinario”. La naturale punizione per la grave azione di lesa Maestà compiuta dal Catania, quindi, è quella di escluderlo dai ripescaggi! Per dovere di informazione, tuttavia, non ci si può esimere dal rilevare che la sanzione comminata al Calcio Catania nella stagione sportiva 2016/2017 non attiene ad un illecito sportivo, così come tra l’altro confermato dalle sezioni unite della Corte Federale di Appello, e, comunque, si riferisce a fatti occorsi nell’anno 2015.  Non possono sfuggire al riguardo i principi sanciti dai Giudici del TFN e poi confermati dalla CFA, nelle sentenze emesse nel giudizio promosso dal Novara Calcio, secondo i quali occorre avere riguardo al momento della commissione del presunto illecito e non già al momento della comminazione della sanzione ed inoltre non risulta possibile la configurazione di sanzioni retroattive. Ferma restando, dunque, l’assoluta infondatezza di quanto contenuto nella “clamorosa indiscrezione”, ci si pone alcuni interrogativi che siamo certi non sfuggiranno ad un’attenta Autorità Giudiziaria alla quale la Società sta valutando di  rivolgersi, depositando una integrazione della denuncia presentata nei confronti del signor Fabbricini: a chi e perché interessa così tanto danneggiare il Catania? Qual è la fonte di tale “clamorosa indiscrezione”, che addirittura riferirebbe di un orientamento di Giudici riuniti in Camera di Consiglio e, quindi, tenuti all’osservanza di un rigoroso silenzio? In ogni caso si deve rilevare, a questo riguardo, che nessuna delle parti del giudizio ha prospettato tale questione a giudici del Collegio di Garanzia, sicché la questione è del tutto estranea al thema decidendum"

lunedì 20 agosto 2018

Lo Monaco: "Le azioni del Catania considerano l'interesse del calcio: reclamiamo il rispetto delle regole"


Giovanni Lo Faro
Nel fitto ginepraio di ricorsi e controricorsi, il Catania prova a districarsi nella speranza di ricavare, dalla complessa vicenda che l’ha riguardato dall’inizio dell’estate, quanto accarezzato dalla sua gente, in un’incredibile serata di festa. 
Di fatto, la prospettiva-serie B per il Catania rimane adesso legata all’esito di due vicende giudiziarie che soltanto in un caso possono vederlo come parte attiva. Ché una cosa è chiara: se il Novara non dovesse spuntarla, nel merito, davanti alla Cassazione del calcio (“ma dovrebbero spiegarci - sbotta Lo Monaco - come si fa ad annullare due sentenze di merito emesse da organi federali diversi”), trascinandosi dietro il Catania, a nulla gioverebbe l’eventuale incremento dell’organico della Serie cadetta che scaturisse dall’annullamento della delibera della Lega B incredibilmente validata da Fabbricini il 13 agosto scorso.
 Su questi temi, oggi Lo Monaco ha intrattenuto i giornalisti accorsi in buon numero a Torre del Grifo con l’intento non dichiarato di tenere desta l’attenzione dell’opinione pubblica sul caso-Catania. 
 “Le azioni intentate dal Catania - così esordisce l’ad rossazzurro -vanno al di là del mero interesse personale e considerano, soprattutto, l’interesse del calcio. E’ vero che la sentenza-Novara ci ha rimesso in gioco e ci ha  dato la possibilità di entrare nella classifica dei ripescaggi, ma è stato sulla base della classifica e nel rispetto delle regole che ci siamo considerati una squadra ripescata. Oltre tutto,
alle società che potevano essere ripescate è stata subito richiesta una somma di 700 mila euro a fondo perduto, tra virgolette,  e due fideiussioni, il tutto per un importo complessivo di un milione e 900 mila euro. E questo dopo che il Catania si era già iscritto a campionato di serie C. Non potevamo non cogliere l'occasione, considerato che la FIGC, organo preposto a far rispettare le regole nel mondo del calcio, ha subito ribadito che, nonostante la richiesta della Lega B, il campionato sarebbe stato con 22 squadre.  e che una B a 19 non era nemmeno immaginabile…”. 
 E dopo? Lo Monaco discorre pacato ma non le manda a dire:”Dopo non so cosa sia successo. O meglio: sono successe cose assurde e senza logica che hanno costretto Fabbricini, commissario preposto a far rispettare le regole, a rinnegare quanto aveva prima sostenuto e farsi promotore della modifica delle norme. Cosa penso? Mi pare chiaro a questo punto che la FIGC é in mano alle Leghe, non riesco proprio a capire come abbia potuto Fabbricini adottare un provvedimento assurdo e per lui pericoloso: il Catania andrà al Collegio di Garanzia del Coni e al TFN e agirà penalmente contro chi é stato fautore di certe azioni”.
 Si fa sarcastico, Lo Monaco: “È certo che l’hanno preparata bene. Per non dire del Collegio di Garanzia del CONI che dà la sospensiva sulla sentenza-Novara fino al 7 settembre mentre in altre situazioni, vedi quella che aveva riguardato  l’Avellino, era stato capace di decidere in tre-quattro giorni. Come si fa a non pensare che ci sia dietro un disegno? Questo, purtroppo, è un calcio che permette a un presidente di serie A di prendere un’altra squadra tra i professionisti in dispregio delle regole, questo per me è il calcio dei pupari!”.
E adesso? “Non voglio fare la Cassandra, ma certe sensazioni le provo. Aspettiamo, certo, aspettiamo. Una cosa però tengo a ribadire: il Catania, che ha già chiesto al  ministro Giorgetti di aprire un tavolo sulla vicenda, agirà a tutti i livelli, e senza escludere azioni risarcitorie”.



lunedì 13 agosto 2018

Silvestri-Marotta, il Catania vola in Coppa e vede il Sassuolo



Giovanni Lo Faro
Il Catania stende il Verona, azzerando con disinvoltura il gap di categoria e dimostrando che già nell’assetto attuale sarebbe in grado di starci in quella Serie B che non ha smesso ancora di sognare e che in qualche modo meriterebbe di recuperare non fosse altro per il bel campionato disputato e per quei settanta punti che, Lecce a parte, nessun’altra delle formazioni volate nella serie cadetta è riuscita a superare. Ben disposto, ieri sera, il Massimino, nei confronti dei rossazzurri di Sottil, la torcida s’è infiammata al punto giusto, niente striscioni e niente polemiche urlate (a parte un paio di cori, nel finale, dedicati al presidente della Lazio, Lotito), prova di maturità di una tifoseria che ama senza condizioni la maglia. A questa tifoseria, il Catania ha regalato una prestazione di buon profilo, giocando un calcio lineare, lucido, essenziale, senza fronzoli e cerebralismi tattici. Un calcio che paga, sempre. Il Verona? Sì, ci ha provato a tenere il campo (dispone di un buon impianto, la squadra di Grosso, che, non dimentichiamolo, si è appena lasciata alle spalle la A), ma è apparsa sempre un gradino sotto, e non soltanto in termini di determinazioni. 
Il Catania, insomma, ha giocato al calcio e sulla qualità del gioco, prima ancora che sull’ardore agonistico, ha costruito il suo successo. Netto, e non soltanto nel punteggio: solidità difensiva (bene Silvestri, suo peraltro il primo gol, ma anche Ciancio non è dispiaciuto, specie quando ha provato ad accelerare lungo l’out di sinistra), rapidità di manovra sulla fascia di mezzo dove la cerniera Bucolo-Biagianti ha fatto da supporto alle invenzioni di Lodi le cui aperture sugli esterni, e su Marotta, unica punta solo nominalmente, hanno impreziosito la prestazione della squadra (roba da manuale il secondo gol, firmato dall’ex Siena). La ripresa? Sì, un po’ di Verona c’è stato, nell’azione di spinta incessante di Crescenzi sulla fascia destra e in qualche spunto di Di Carmine (impalpabili Ragusa e Pazzini, una manciata di minuti nel finale), più che altro, ma Pisseri è stato impegnato seriamente soltanto in un’occasione, una botta dalla distanza di Henderson smanacciata in angolo. Per il resto, solo Catania: la B forse resterà un sogno (vedremo, da qui a poco, quali saranno le scelte del Palazzo), ma questa squadra sembra avere già e carte in regola per guadagnarsi la categoria sul campo…