
Il Catania
stende il Verona, azzerando con disinvoltura il gap di categoria e dimostrando
che già nell’assetto attuale sarebbe in grado di starci in quella Serie B che non
ha smesso ancora di sognare e che in qualche modo meriterebbe di recuperare non
fosse altro per il bel campionato disputato e per quei settanta punti che,
Lecce a parte, nessun’altra delle formazioni volate nella serie cadetta è
riuscita a superare. Ben disposto, ieri sera, il Massimino, nei confronti dei
rossazzurri di Sottil, la torcida s’è infiammata al punto giusto, niente
striscioni e niente polemiche urlate (a parte un paio di cori, nel finale,
dedicati al presidente della Lazio, Lotito), prova di maturità di una tifoseria
che ama senza condizioni la maglia. A questa tifoseria, il Catania ha regalato
una prestazione di buon profilo, giocando un calcio lineare, lucido,
essenziale, senza fronzoli e cerebralismi tattici. Un calcio che paga, sempre.
Il Verona? Sì, ci ha provato a tenere il campo (dispone di un buon impianto, la
squadra di Grosso, che, non dimentichiamolo, si è appena lasciata alle spalle
la A), ma è apparsa sempre un gradino sotto, e non soltanto in termini di
determinazioni.

Il Catania, insomma, ha giocato al calcio e sulla qualità del
gioco, prima ancora che sull’ardore agonistico, ha costruito il suo successo.
Netto, e non soltanto nel punteggio: solidità difensiva (bene Silvestri, suo
peraltro il primo gol, ma anche Ciancio non è dispiaciuto, specie quando ha
provato ad accelerare lungo l’out di sinistra), rapidità di manovra sulla
fascia di mezzo dove la cerniera Bucolo-Biagianti ha fatto da supporto alle
invenzioni di Lodi le cui aperture sugli esterni, e su Marotta, unica punta solo
nominalmente, hanno impreziosito la prestazione della squadra (roba da manuale
il secondo gol, firmato dall’ex Siena). La ripresa? Sì, un po’ di Verona c’è
stato, nell’azione di spinta incessante di Crescenzi sulla fascia destra e in
qualche spunto di Di Carmine (impalpabili Ragusa e Pazzini, una manciata di minuti
nel finale), più che altro, ma Pisseri è stato impegnato seriamente soltanto in
un’occasione, una botta dalla distanza di Henderson smanacciata in angolo. Per
il resto, solo Catania: la B forse resterà un sogno (vedremo, da qui a poco,
quali saranno le scelte del Palazzo), ma questa squadra sembra avere già e
carte in regola per guadagnarsi la categoria sul campo…
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