lunedì 13 agosto 2018

Silvestri-Marotta, il Catania vola in Coppa e vede il Sassuolo



Giovanni Lo Faro
Il Catania stende il Verona, azzerando con disinvoltura il gap di categoria e dimostrando che già nell’assetto attuale sarebbe in grado di starci in quella Serie B che non ha smesso ancora di sognare e che in qualche modo meriterebbe di recuperare non fosse altro per il bel campionato disputato e per quei settanta punti che, Lecce a parte, nessun’altra delle formazioni volate nella serie cadetta è riuscita a superare. Ben disposto, ieri sera, il Massimino, nei confronti dei rossazzurri di Sottil, la torcida s’è infiammata al punto giusto, niente striscioni e niente polemiche urlate (a parte un paio di cori, nel finale, dedicati al presidente della Lazio, Lotito), prova di maturità di una tifoseria che ama senza condizioni la maglia. A questa tifoseria, il Catania ha regalato una prestazione di buon profilo, giocando un calcio lineare, lucido, essenziale, senza fronzoli e cerebralismi tattici. Un calcio che paga, sempre. Il Verona? Sì, ci ha provato a tenere il campo (dispone di un buon impianto, la squadra di Grosso, che, non dimentichiamolo, si è appena lasciata alle spalle la A), ma è apparsa sempre un gradino sotto, e non soltanto in termini di determinazioni. 
Il Catania, insomma, ha giocato al calcio e sulla qualità del gioco, prima ancora che sull’ardore agonistico, ha costruito il suo successo. Netto, e non soltanto nel punteggio: solidità difensiva (bene Silvestri, suo peraltro il primo gol, ma anche Ciancio non è dispiaciuto, specie quando ha provato ad accelerare lungo l’out di sinistra), rapidità di manovra sulla fascia di mezzo dove la cerniera Bucolo-Biagianti ha fatto da supporto alle invenzioni di Lodi le cui aperture sugli esterni, e su Marotta, unica punta solo nominalmente, hanno impreziosito la prestazione della squadra (roba da manuale il secondo gol, firmato dall’ex Siena). La ripresa? Sì, un po’ di Verona c’è stato, nell’azione di spinta incessante di Crescenzi sulla fascia destra e in qualche spunto di Di Carmine (impalpabili Ragusa e Pazzini, una manciata di minuti nel finale), più che altro, ma Pisseri è stato impegnato seriamente soltanto in un’occasione, una botta dalla distanza di Henderson smanacciata in angolo. Per il resto, solo Catania: la B forse resterà un sogno (vedremo, da qui a poco, quali saranno le scelte del Palazzo), ma questa squadra sembra avere già e carte in regola per guadagnarsi la categoria sul campo…

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