Giovanni Lo Faro
Il giorno dopo Catania-Sicula Leonzio restano i perché. E
soprattutto il perché di una sconfitta, la seconda della stagione dopo quella
di Caserta e la prima tra le mura di casa, che nessuno s’aspettava e che, per
il modo in cui è maturata, è difficile da digerire.
Il Catania schierato in campo prima del via |
I meriti della Leonzio, intanto. La squadra di Pino Rigoli
ha irretito il Catania sin dal primo minuto, bissando in pratica la performance
di Coppa, doppio vantaggio compreso, su un avversario in affanno, ma con esito
finale stavolta ben diverso visto che all’uno-due di Squillace e Bollino, a
cavallo tra i due tempi, l’undici di casa non è riuscito a replicare se non con
l’incornata di Bogdan, nel finale di partita: innegabili i meriti dei
bianconeri di Lentini, reattivi e lucidi nella gestione degli spazi quanto
tempestivi e cinici nel trarre profitto
dalle evidenti defaillance degli uomini di Lucarelli.
Dai meriti della Leonzio ai demeriti del Catania che, dopo
un filotto di vittorie (sei di fila) che l’aveva proiettato al vertice della
classifica, è incappato in una giornata nerissima e, inevitabilmente, in una
sconfitta che si spera non produca ulteriori effetti negativi oltre quelli che
già si specchiano nella classifica.
E non si può parlare di demeriti senza accompagnarli ai
tanti perché. Uno: perché Lucarelli ha deciso di stravolgere la formazione che
non poco si era fatta apprezzare nella precedente gara casalinga con il
Monopoli facendosi probabilmente condizionare (o no?) dalla prestazione di
Siracusa, che proprio brillante, a dire di chi ha avuto modo di seguirla, non è
stata, a prescindere dal risultato che l’ha suggellata? Due: perché fuori
Marchese, tanto esaltato per la sua prestazione contro il Monopoli, e, soprattutto,
perché fuori Russotto, bravo come pochi nell’uno contro uno e come pochi in
grado di creare superiorità? Tre: perché puntare, in prima linea, su due
elementi, Curiale e Ripa, che molto si assomigliano per caratteristiche di
gioco, e che comunque per risultare complementari ed efficaci avrebbero bisogno
di essere sostenuti da due esterni in grado di garantire la massima ampiezza
possibile al gioco d’offesa? Quattro: perché Mazzarani, finto centravanti o falso nueve come amano dire di questi
tempi, nella zona d’azione di Ciccio Lodi con il quale non ha mancato qualche
volta di trovarsi in rotta di collisione? E potrei continuare...
Uno, cento, mille i perché di una sconfitta alla quale la
squadra dovrà subito porre rimedio: quale occasione migliore della trasferta di
Reggio?
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