Giovanni Lo Faro
Qui, si capisce, il termine di paragone è il match di due settimane addietro con la Leonzio dell'ex Pino Rigoli, partita - l'ho già scritta - male interpretata dal Catania oltre che condizionata dalle scelte iniziali del tecnico toscano (Russotto in panchina e il duo Curiale-Ripa in prima linea) e, soprattutto, partita malamente perduta. Oggi, al Massimino, l'undici di casa s'è riproposto nell'assetto abituale e come d'incanto ha ritrovato le sue potenzialità di gioco, le stesse sulle quali aveva costruito, tra le altre, i successi su Lecce e Monopoli.
Poca cosa il Bisceglie? Non direi proprio se si considera che i ragazzi di Zavettieri, frastornati dall'avvio arrembante del Catania (due gol in tre minuti, firmati da Curiale e Di Grazia), hanno provato a tenere il campo e, nella ripresa, già sotto di tre reti (di Curiale la terza firma), non hanno mancato di insidiare l'undici di casa che già cantava vittoria e che invece, dopo il gol di Jovanovic (fatale, nell'occasione, un'ingenuità difensiva) qualche brivido l'ha fatto correre sulla schiena dei propri tifosiquando Gabrielloni, solo soletto davanti a Pisseri, s'è ritrovato sulla ...testa l'occasione per ridurre al minimo lo svantaggio, fallendola clamorosamente.
Subito dopo, lo spunto di Russotto (al quale, poco prima, un bravissimo Crispino aveva negato la gioia dei gol smanacciando in angolo un pallone indirizzato nel sette) e il gol del 4-1 che ha premiato l'attaccante napoletano e consentito al Catania di chiudere la partita. Tra le note liete: il ritorno al gol di Di Grazia, autore di una buonissima gara, sia nel ruolo di esterno di metacampo sia in quello di terza punta, non v'è dubbio che le variazioni d'assetto della squadra di Lucarelli molto si sono giovati della duttilità tattica del ragazzo catanese, tra i migliori in campo con Russotto, Biagianti,Semenzato, Mazzarani e il bomber Curiale
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