mercoledì 4 ottobre 2017

Battuto il Monopoli capolista, il Catania ritorna leader

Giovanni Lo Faro

Cuore, grinta, determinazione. Così il Catania ha avuto ragione del Monopoli, che arrivava al Massimino con le insegne di leader del campionato, e toccato la vetta della classifica. Da quanto l’evento fosse lontano c’è già stato che l’ha ricordato, ciò non toglie che, al di là del dato statistico e della cabala (nella stagione 2005-2006 la formazione di Pasquale Marino volò in Serie A), l’evento sia di gran significato, specie considerando da quale tunnel, lungo e buio, società e squadra rossazzurre stiano venendo fuori, come ancora l’amarezza e le mortificazioni degli ultimi anni (dalla retrocessione in B al tonfo in C) restino vive e si facciano, anzi. ammonimenti, nel presente e nella prospettiva di una crescita, che è esigenza avvertita dall’ambiente, e non soltanto.
 Chiaro, non ha ancora vinto niente, il Catania, il campionato è appena partito, e la concorrenza è assai qualificata, a partire da quel Lecce che dell’undici di Lucarelli conta gli stessi punti e che segue, in classifica, solo in virtù della differenza reti, dallo stesso Monopoli, formazione di buona cifra, e da Trapani e Siracusa, prossimo avversario dei rossazzurri, quest’ultimo, dopo il turno di riposo di domenica prossima.
 Cuore, grinta e determinazione. Il Catania ne ha fatto sfoggio nei novanta minuti, anche se non sempre è riuscito ad esprimersi con la qualità che il suo potenziale gli garantirebbe: saggi di gran calcio nella fase d’avvio, soprattutto, in quel tambureggiante assalto che ha frastornato i biancoverdi di Tangorra e dal quale è scaturito un gol tanto bello quanto prezioso (bravo Marchese, un treno lungo l’out di sinistra, e bravo Curiale a farsi trovare pronto), difeso con le unghie e con i denti fino alla fine, quando il Monopoli ha pericolosamente guadagnato campo, sfiorando il pari con un diagonale al fil di palo di Genchi.

 Fase sofferta, è vero, quella finale, il mancato raddoppio (una sciabolata di Russotto, prima del riposo, aveva sorvolato d’un soffio la traversa della porta avversaria, per non dire del gol annullato a Curiale e, soprattutto, della clamorosa occasione mancata dallo stesso attaccante ex trapanese su uno dei tanti traversoni chirurgici del solito Marchese), ha costretto il Catania a serrare un tantino le file, limitandosi a tratti alle ripartenze, almeno fino a quando Lucarelli, attingendo linfa in panchina (Mazzarani e Bucolo soprattutto), non gli ha restituito vitalità ed equilibri. A vuoto gli assalti del Monopoli (la già ricordata iniziativa di Genchi, un paio di conclusioni dalla distanza ma Pisseri, in pratica, è rimasto inoperoso), la festa alla fine è stata tutta rossazzurra.

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