domenica 15 ottobre 2017

L'Acireale all'ultimo assalto: un gol di Di Maio lancia i granata nell'alta classifica

Giovanni Lo Faro

Succede, ed è il bello del calcio. Succede che l'Acireale giochi una partita senza infamia e senza lode contro un avversario forte e rodato nella categoria, ben messo in campo, votato ad un pressing asfissiante che toglie il respiro e neutralizza sul nascere le iniziative dei bravi palleggiatori in maglia granata. Succede che nell'ordito della ragnatela ospite la formazione di Infantino veda finire impigliate, per un tempo e passa, le sue buone intenzioni e le sue rare iniziative di gioco e che dalle parti di Ingrassia non riesca a vedersi se non nell'occasione del rigore fallito da Barraco. Succede che, alla distanza, l'Igea Virtus diventi padrona del campo e che Barbieri, ultimo baluardo di un Acireale che non fa assolutamente argine a centrocampo, debba chiamare in soccorso financo i suoi Santi protettori per farla franca: nell'occasione del palo centrato dagli igeani nella prima frazione di gioco ma anche dei pericolosissimi fraseggi offensivi di Biondo e compagni a due passi dalla porta, nel secondo tempo. Succede che l'Acireale rischi seriamente di perdere una partita che peraltro non avrebbe meritato di vincere e che, in pieno recupero e all'ultimo assalto, riesca invece a farla propria con una splendida incornata di Di Maio su un calcio punizione pennellato in area da Barraco. Succede così - ed è questo il bello del calcio - che l'Acireale dia comunque un seguito alla bella vittoria di Messina e con i tre punti rafforzi classifica e morale in vista della delicatissima sfida in campo esterno con la capolista Ercolanese. Soltanto il caso, dietro questa vittoria bella e preziosa che consolida i granata nell'area di vertice della classifica? All'Acireale va di sicuro riconosciuto il merito di non avere mai mollato, di averci messo impegno e buona volontà per minimizzare gli effetti negativi inevitabilmente provocati dalle performance non proprio esaltanti di alcuni dei suoi uomini migliori, oltre che dall'assenza di Testardi che è il terminale delle sue azioni offensive, e di essere riuscito a trarre in qualche modo profitto dalle correzioni operate in corso d'opera dalla panchina (bene Pannitteri, Lordi e Scapellato) e, soprattutto, dal sostegno incessante di un pubblico che si è innamorato della maglia come ai tempi belli e che è stato capace di sostenerlo per tutti i novanta minuti. L'ovazione finale ha fatto correre i brividi sulla schiena di quanti, in passato, sono stati testimoni delle gesta dei granata, tra C1 e Serie B, e fatto venire di sicuro i lucciconi ad un uomo come Tonio Rapisarda, già amministratore delegato del club granata, oltre ad avergli dato la conferma di quel teorema del successo che aveva voluto spiegare all'amico cronista poco prima del fischio d'inizio: "Quest'Acireale - mi perdonerà Tonio se rendo pubbliche le sue parole - ha la fortuna di poter contare sugli uomini giusti. Le risorse? Se è per questo non è che ce ne fossero molte, a quei tempi, ma c’erano, di sicuro, gli uomini giusti per quella società e per quella squadra che visse l'esaltante esperienza della Serie B e che in Serie B a mio giudizio sarebbe rimasta a lungo se qualcuno non avesse voluto diversamente...”.


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