domenica 17 marzo 2019

RIGORE DI LODI, IL CATANIA ATTERRA LA CAPOLISTA



Giovanni Lo Faro
Nel bene e nel male, Ciccio Lodi. Se il Potenza potè farla franca, alla fine, per un suo errore dal dischetto (e non senza essersi permesso di mettere a rischio lo stesso esordio di Walter Novellino sulla panchina rossazzurra), la Juve Stabia, leader non certo per caso di un torneo che fin qui l’ha vista protagonista indiscussa, perde, sul terreno del Massimino, quell’imbattibilità che ne aveva fatto una stella nel panorama calcistico europeo grazie ad uno splendido "piazzato" dagli undici metri del numero dieci rossazzurro. 
 Al di là del gol che poi ha deciso la partita e dei tre punti che ha consegnato al Catania, rilanciandolo nella rincorsa al vertice della classifica, Ciccio Lodi, è stato protagonista di una splendida prestazione, meritandosi il tributo d’affetto del suo pubblico quando Novellino, a pochi minuti dalla fine, l’ha sostituito con Valeau.
Giocatore importante Lodi (“i giocatori importanti- aveva detto alla vigilia  Novellino, richiamando le parole di un gigante della panchina come Nils Liedholm - fanno vincere le partite”j, come giocatori importanti si sono confermati Giovanni Marchese e l’ex foggiano Vincenzo Sarno.
 Ripescato dal tecnico di Montemarano dopo sei mesi trascorsi nel dimenticatoio, l’ex ragazzo di Delia, ora calciatore di grande esperienza e aspirante allenatore,  per una buona mezzora è stato protagonista di una prestazione impeccabile, l’interpretazione delle due fasi di gioco è stata apprezzata daile tribune. E buon protagonista è stato, nello scampolo di gara che ha giocato, pure Sarno, velocità, fantasia, abilità nell’uno contro uno, roba per palati fini, insomma.
 La partita? Vibrante, combattuta, giocata senza esclusione di colpi, da una squadra e dall’altra. Meglio, forse, la Juve Stabia, sicuramente più squadra al momento rispetto ad un Catania che sta lentamente ritrovando la sua identità ma che nella sfida ha avuto il merito di entrare con furore, trascinato da quel combattente di razza che è stato, ed ancora è, il suo tecnico, pronto a compensare, con il cuore, l’orgoglio e la determinazione, le incertezze che ancora residuano dopo un cammino spesso contraddittorio. E, con tutto il rispetto per l’apprezzatissimo undici di Fabio Caserta (che giocatore, Carlini), non si può dire alla fine che l’undici di casa la vittoria non l’abbia meritata...

Nessun commento:

Posta un commento