Meno semplice del previsto. Piuttosto complicato, anzi. Perché il Potenza conferma di valere, e non poco. Il Catania, che deve smaltire le scorie della sconfitta di Viterbo, poco manca faccia le spese, anzi, della buona vena dei lucani di Peppe Raffaele. Che giocano un buon calcio, e un tempo e passa irretiscono l’undici da poco affidato a Walter Novellino. Rischiano, pure, in avvio su qualche rapida fiondata sulla catena Carriero-Manneh, ma il rigore fallito da Lodi (ma quando mai a mezz’altezza le conclusioni dal dischetto di Ciccio) dà loro fiato nella stessa misura in cui fa precipitare nella sfiducia la formazione di casa.
Novellino annusa il rischio, e rivolta come un calzino la squadra: Angiulli, che era il pendant di Manneh a sinistra, resta negli spogliatoi, tocca a Di Piazza il compito non facile di dare ossigeno al Catania e alimento alla sua voglia risalita.
Di Piazza, quindi, poi Marotta (su un Curiale volenteroso ma ingenuo, ahilui, anche nel farsi beccare in una plateale quanto inutile battibecco con il suo avversario diretto: cartellino giallo e, visto che era in diffida, sfida di Catanzaro che salta), il Catania cresce in tono oltre che in convinzione nella stessa misura in cui si attenua la baldanza dell’undici di Raffaele.
Finisce uno a uno, ma gli applausi arrivano lo stesso, e non soltanto per Novellino: rinasce la fiducia? In vista di Catanzaro e della partitissima con la Juve Stabia c’è proprio da augurarselo…
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