domenica 10 marzo 2019

ACIREALE, IL CUORE BATTE FORTE: PARI IN RIMONTA SULLA TURRIS



Giovanni Lo Faro
Orgoglio, volontà. E cuore, quanto cuore! A quest’Acireale indomito, che cade e si rialza, si può perfino perdonare quel pizzico (un pizzico?) di follia che spesso e volentieri l’ha accompagnato nel corso di questa sua splendida stagione e che probabilmente l’accompagnerà fino al sipario. Qualità (follia compresa: sì, in certe situazioni, la follia può anche trovare un’accezione positiva) che gli hanno fatto via via ritrovare la sua gente, la gente che ama i suoi colori e la maglia granata sente come una seconda pelle.
Acireale non bello magari, e comunque non bello subito. E non attento come avrebbe dovuto essere di fronte alla Turris, formazione di ottima cifra, e non povera di talenti (l’inesauribile Formisano e il fantasista Di Dato, tra questi). Doppio svantaggio, per un’incredibile leggerezza di Gambuzza e per un’invenzione di Di Dato, d’antologia il suo gol, e partita chiusa?
L’Acireale, aduso a situazioni analoghe (doppio svantaggio con la Palmese al Tupparello e a San Cataldo, di recente), non ha fatto una piega. E nella ripresa ha giocato un’altra partita. Ci ha messo del suo Pippetto Romano (Leotta in avanti, Savanarola sulla linea mediana), ma se la squadra tutta non avesse attinto all’orgoglio, se la sua gente non l’avesse indotta a non rinunciare alla lotta, letteralmente trascinandola dalle tribune, difficilmente sarebbe riuscita nell’ennesima esaltante rimonta. Madonia su rigore, poi, dopo un gol-non-gol di un generosissimo Gambuzza, la zampata in mischia di Savanarola per il 2-2 finale: applausi per tutti, in campo e sugli spalti.

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