domenica 23 ottobre 2016

Il Catania atterra la capolista Lecce: è la svolta?

Giovanni Lo Faro

Stranezze del calcio. Il Catania regge bene  l'impatto con il Lecce capolista, ma alla distanza corre il rischio di pagare il conto ai suoi limiti endemici, all'incapacità, soprattutto, di finalizzare al meglio la sua azione ancorché discretamente efficace sulla fascia di mezzo. Ripresa inoltrata da poco: Cosenza timbra il palo esterno di destra della porta di Pisseri, poi il portiere rossazzurro, già bravo su un'incornata di Ciancio in avvio, si oppone per  due volte ai tentativi di Caturano .
Biagianti e Mazzarani sotto la nord
Pensi, e temi, che il Lecce stia per mettere le mani sulla partita, quando il corso degli eventi muta. Silva, lanciato nella mischia da Rigoli al posto di Calil, recupera una palla sulla trequarti e prova, senza tanta convinzione, a girarla verso la porta. Ne viene fuori un tiro di scarse pretese che, Dio solo sa come, incoccia il piedino di Vitofrancesco, cambia traiettoria, tradisce il giovanisismo Bleve e si adagia in rete.
Uno a zero. Il Catania ringrazia e prova  a cogliere l'occasione, trascinato dal solito splendido pubblico del Massimino. E ci riesce pure, raddoppiando con Di Grazia (bel gol, a conclusione di un'azione da manuale, avviata dallo splendido Di  Cecco di questo pomeriggio, continuata da Biagianti e conclusa dal giovane attaccante etneo con una botta delle sue) e vanificando il tentativo di ritorno dell'undici di Pasquale Padalino. 
L'abbraccio di Biagianti a Di Grazia
Cade per la prima volta il Lecce, riemerge con forza il Catania, che trova slancio in classifica e fiducia nel futuro. Tutto oro quello che luce? Al di là degli episodi che hanno sancito il risultato, direi che i riscontri positivi non manchino nella prestazione dei rossazzurri, puntuali nel confermare la solidità dell'impianto difensivo (bene Bergamelli e Drausio, splendido Pisseri) e la buona dote di un centrocampo che in Bucolo e Biagianti (benissimo il capitano nel ruolo di esterno, pendant di Mazzarani) ha due elementi complementari sul piano tattico.
La gioia di Di Grazia
E questo mentre Di Cecco, dirottato nell'occasione da Rigoli nel ruolo di esterno basso di destra, ha onorato le consegne ricevute, non solo riducendo al minimo il raggio d'azione del temutissimo Torromino ma facendo risalire la squadra che proprio sugli esterni aveva fin qui denunciato limiti piuttosto evidenti. Resta irrisolta - ed è il punto dolente - la questione della prima linea, nella quale, a parte Di Grazia (ma può fare tutto da solo?), rari sono i contributi che giungono da Calil e Paolucci (quest'ultimo, abbastanza determinato nella manciata di minuti che ha giocato) e dallo stesso Barisic, che alla prestanza fisica e ai buoni numeri che ha in dote non associa ancora velocità e dinamismo.Al di là di possibili interventi di mercato, per i quali bisognerà in ogni caso attendere non meno di due mesi, la speranza è che sia Calil sia Paolucci recuperino condizione e convinzione e garantiscano a breve un rendimento adeguato alle loro potenzialità. 




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