domenica 15 aprile 2018

ACIREALE, LA VITTORIA SFUMA AL 94'



Giovanni Lo Faro
Sul filo di lana, e sull’ultimo assalto di un Paceco mai domo, l’Acireale ci rimette due punti e la prospettiva di chiudere al sesto posto una stagione niente male, nonostante tutto. E il rammarico che affiora al 94’, dopo che Lo Bue è riuscito a mettere alle spalle di Kuzmanovic la palla dell’uno a uno, è lo stesso che a tutta la stagione fa da denominatore: dove sarebbe potuto arrivare, quest’Acireale, se gli fosse riuscito di evitare certe leggerezze (e quella che ha determinato il pari del Paceco non può essere chiamata diversamente) e se non gli fosse toccato di confrontarsi, strada facendo, con le tante traversie che hanno contrassegnato la gestione societaria?
Non c’è chi non sia convinto che senza queste (soprattutto) e senza quelle (quante ingenuità con Nocerina, Troina e Ercolanese, nei rendez - vous al Tupparello?) oggi la formazione di Pietro Infantino si troverebbe in quota-promozione, e comunque ben oltre un settimo posto che pure vale, e non poco.
Emblematica, la gara di questo pomeriggio, giocata niente male, ancorché senza l’abituale carica agonistica, eppure chiusasi con un pari che, per come è maturato, ha lasciato in quel migliaio scarso di spettatori ritrovatisi sugli spalti (e tra questi, il vescovo di Acireale, mons. Raspanti), un pizzico di delusione se non proprio di amarezza.
Non male, i granata, nella prima frazione di gioco, chiusa in vantaggio grazie alla zampata di Aloia bravo a tradurre in gol una bella iniziativa d’offesa di Tumminelli, e senza che gli uomini di Di Gaetano, obbligati a vincere per sperare di agganciare in extremis i play out, si facessero vivi dalle parti dell’esordiente Kuzmanovic, bravo la sua parte a neutralizzare un calcio di punizione dal limite di Terranova.
E non male neanche in avvio di ripresa l’undici di Infantino che, dopo aver mancato un paio di buone opportunità per mettere al sicuro il risultato (un fallo sa rigore su Aloia non rilevato dall’arbitro, due conclusioni dalla distanza di Palermo e Alvarez neutralizzate con bravura da Noto, giovanissimo estremo difensore ospite), ha commesso forse l’errore di ritenere chiusa anzitempo la partita.
Kuzmanovic faceva del suo meglio e ci metteva una pezza, su un’incursione di Bognanni  (rasoterra insidiosissimo), prima, e su una zampata di Di Piedi (splendido l’intervento in acrobazia dell’esordiente estremo difensore acese), poi, ma nulla poteva sulla sventola di Lo Bue, lesto a scaraventare in rete un pallone che, tra una leggerezza e l’altra, tra un batti  ribatti  e l’altro, era rimasto incredibilmente vivo all’altezza dell’area di porta: 1-1, nulla di grave, certo, ma chi può dire che la delusione non ci sia stata?  

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