lunedì 19 marzo 2018

ACIREALE, UN GUIZZO DI PANTANO VALE TRE PUNTI D'ORO

Giovanni Lo Faro

 Il gusto della vittoria ritrovato, l’obiettivo ora in vista, poco importa se ridimensionato rispetto alle prospettive di qualche mese addietro: l’Acireale tocca quota 39, rivede il sesto posto (troppo lontana l’Ercolanese che ha ripreso a volare, appena un punto sopra il Gela) e, insieme, la possibilità di archiviare la stagione con un piazzamento di prestigio, oltre che con una tranquilla salvezza. Che sarebbe già un bel traguardo per una società che sta provando a darsi un assetto stabile sul quale fondare – è l’auspicio di tutti – il rilancio del calcio acese.
 Il gusto della vittoria ritrovato, ma non è stato facile, per i granata, mettere sotto una Palmese che vale ben più dei ventisette punti che conta in classifica e che la obbligheranno (pesa, eccome, la penalizzazione, il -6 iniziale, scoglio durissimo da recuperare per i neroverdi di Del Torrione) ad impegnarsi al meglio delle forze per salvare la categoria.
 Vittoria non facile, allora, contro un avversario che, schierato a specchio, poco o nulla ha concesso agli uomini di Infantino che, nel primo tempo, di rado sono riusciti a dare ritmo e profondità alla loro azione e che la porta di Capone hanno visto soltanto con due incornate di Manes e di Aloia che avrebbero comunque meritato sorte migliore. Dalle parti di Barbieri, invece, l’undici calabro non si è proposto se non in un’occasione con l’ottimo Trentinella, uno dei suoi uomini migliori.
 Più determinato l’Acireale nella ripresa e il gol di Pantano (bella la conclusione dell’ultimo arrivato in maglia granata che, da posizione defilata, ha trafitto Capone) l’ha subito premiato. In vantaggio, alla formazione di casa è bastato controllare la reazione avversaria, con un presidio attento degli spazi: impeccabile il reparto difensivo, pure in un assetto inedito per l’assenza dello squalificato Schiavino, e abbastanza efficace il centrocampo (bene Lo Nigro e Palermo ma anche Pantano, bravissimo nelle due fasi) ben supportato, all’occorrenza, dai “rientri” di Barraco e Pannitteri e, nella fase finale, da un guizzante Di Stefano (non male, davvero, il ragazzo che è stato punto di forza della Berretti del Catania con la cui maglia ha anche assaggiato la C).


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