Due a zero, al triplice fischio, al Tupparello, in un
tripudio di entusiasmo che non ha mancato di contagiare anche la “fredda”
tribuna, tutta in piedi al pallonetto di Palermo che ha messo in ghiaccio il
risultato e reso vano l’assalto finale dell’undici biancoceleste di Vincenzo
Maiuri.
Visto, nei due
tempi, un buon Acireale, perfetto o quasi, se si eccettua il calo di tensione,
con conseguente sbandamento, d’avvio ripresa, quando c’è voluta tutta la
bravura del giovanissimo Barbieri per neutralizzare due velenosissime sortite
in avanti degli avanti campani. Un blackout, questo, che non inficia
minimamente la bella prova della formazione granata, disposta da Infantino con
un 3-4-3 che, nell’occasione, ha esaltato le ottime qualità di Manes e Lordi,
impeccabili puntelli di una terza linea a tr nella quale ha recitato bene la
sua parte il giovane Tumminelli. A proposito di giovani, i novanta minuti hanno
esaltato soprattutto le doti di Dadone, irresistibile, nelle due fasi, lungo l’out
di sinistra, e Pannitteri che sono stati bravi a fare salire la squadra nei
momenti più delicati. Sapiente la regia di Lo Nigro (confesso di non averlo mai
visto sui livelli di ieri, per continuità d’azione e saggezza tattica), così
come efficacissimo è risultato, nella girandola finale delle sostituzioni, quel
gioiellino di scuola trapanese che risponde al nome di Palermo. Ma tutti, dico
tutti, i granata si sono espressi su livelli notevoli, da Aloia (gran gol sull’imbeccata
di un insostituibile Barraco) a Cocimano, a Scapellato, a Lombardo, subentrato
nel finale: tutti votati alla causa, tutti votati al sacrificio. E tutti
accomunati, alla fine, nel tributo d’applausi e di cori della “torcida” del Tupparello.
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