sabato 14 gennaio 2017

Giovanni Marchese torna e lancia la sfida: Catania, possiamo farcela"

Giovanni Lo Faro
Giovanni Marchese, dov’eravamo rimasti? Il ragazzo di Delia, ormai cresciutello, nel momento in cui riannoda la sua storia con quella del Catania, non può fare a meno di pensare a due date. La prima, il 12 gennaio del 2006, gliela ricorda Giovanni Finocchiaro: è quella del primo ritorno in rossazzurro, giusto in tempo per scrivere una delle pagine più belle della storia del Catania, ovvero quella del ritorno in Serie A dopo anni di peregrinazioni nelle categorie minori (e con sconfinamento financo nell’Eccellenza, nel 1993!).
La seconda, 12 gennaio 2017, è appena trascorsa e riguarda la firma apposta sul contratto che lo legherà al club al 2020, quando verosimilmente la sua carriera sarà arrivata al capolinea. Tra le due date, se ci fate caso, pagine di gloria (le annate della Serie A) e di sofferenza (dalla retrocessione al mancato ritorno in B, al tonfo in Lega Pro) per il Catania.
Giovanni Marchese l’emozione fa fatica a dominarla, la sua è stata scelta di ragione (“giocare a Catania in Lega Pro vale più che fare la B in società senza grandi ambizioni” non mancherà di ricordargli, di lì a poco, Pietro Lo Monaco) e di cuore. “Sono qui da mesi e in questi mesi ho avuto modo di giocare al fianco di ragazzi straordinari: adesso sono pronto a  dare loro una mano, a lottare insieme a loro per la B”.
L’arrivo di Marchese comporterà per Rigoli la rivisitazione di moduli e schemi e, probabilmente, porterà all'accantonamento di quel 4-3-3 che il Catania ha sempre avuto nel suo DNA. Sarà, allora, 5-3-2? Giovannino, che il 5-3-2 ha sperimentato con Maran in quella che è stata la migliore stagione del Catania in Serie A (ottavo posto e accesso alla Coppa Italia da posizione di privilegio),non sembra avere dubbi. “Sarà il tecnico a decidere, io credo comunque che il Catania abbia uomini e mezzi per votarsi a questo modulo di gioco. Sotto questo aspetto, l’esperienza di Genoa è stata significativa, ma sono convinto che anche qui si possa fare bene, questo modulo si adatta bene ai giocatori che Rigoli ha a disposizione…”.

Poi, a prendersi la scena è Pietro Lo Monaco, arrivato in ritardo (a fare gli onori di casa, in avvio, il presidente Franco, puntualissimo, peraltro, a sottolineare i buoni risultati conseguiti ultimamente da Finaria:”Tutti i settori hanno fatto registrare ottimi risultati e questo ci fa sperare bene: se fino al maggio scorso vendere il Catania poteva rappresentare una necessità, adesso non è più così, la situazione è parecchio cambiata, senza dire che non mancano margini di miglioramento ulteriore”) ma loquace abbastanza e ben disposto, pure, a delineare le linee d’azione del mercato rossazzurro. “Arriveranno due giocatori, l’intesa c’è, mancano solo le firme, qualcuno è partito, qualche altro partirà (Bastrini, per il quale c’è l’intesa con la Cremonese, forse Paolucci e Calil, ndr). Lodi? Non ha ancora fatto la risoluzione con l'Udinese. Sia come sia, il Catania che verrà fuori da questi movimenti sarà una squadra completa, in grado di giocarsi al meglio il campionato: l’obiettivo è quello di arrivare ai play off”.


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