martedì 9 marzo 2021

L’ACIREALE METTE I SOGNI NEL CASSETTO

Il gol decisivo di Addessi






Giovanni Lo Faro


Sogni? Castelli in aria? Comunque sia, il risveglio è amaro. Più che mai. Sconfitto dall’Acr Messina, l’Acireale si ritrova fuori dalla lotta per la promozione, in piena crisi tecnica e, quello che più preoccupa,  sull’orlo di una crisi societaria suscettibile di qualsiasi sviluppo. L’analisi del delicatissimo momento della formazione granata non può però prescindere da una retrospettiva delle vicende che ne hanno segnato il cammino, dalla ripresa del campionato, dopo l’interruzione imposta dall’emergenza sanitaria, e dalla concomitante riapertura del mercato. 


Retrospettiva di una crisi

“Non è facile lavorare in questo momento - mi disse, e disse a La voce dell’Jonio, il diesse Chiavaro poco prima che la Serie D riaccendesse i motori - la sospensione del campionato è giunta nel momento meno opportuno ovvero nella fase in cui la squadra, dopo la sconfitta incassata a Messina nella quarta giornata, sembrava avesse recuperato slancio...”. “La ripresa - aggiunse - è un’incognita per tutti, noi abbiamo lavorato bene, contiamo di riprendere il discorso dal punto in cui si è interrotto. Il nostro è un buon organico, ed é pure ben assortito. L’attacco? Cinque attaccanti non sono pochi, in più hanno caratteristiche complementari.  Sparacello? Qualcuno lo ha messo in discussione, ma il ragazzo è prezioso per gli sviluppi del nostro gioco, lo abbiamo preso a ragione veduta”. “Noi siamo al completo - concluse con riferimento allora imminente riapertura del mercato - ciò non toglie che, se si prospettasse la possibilità di rafforzare la squadra, non ci tireremmo indietro...”. 


Ipse dixit, ma i fatti...

Ipse dixit, presto smentito dai fatti. Ancora prima che il campionato riprendesse, e nell’’imminenza della sfida casalinga con il Licata,  Bucolo e Bertolo, tasselli preziosi dell’intelaiatura tecnico-tattica della squadra affidata a Pagana, salutarono la compagnia, per ragioni che non sono state mai spiegate. Primo segnale di disimpegno? L’Acireale battè il Licata, e subito dopo superò di slancio la più insidiosa delle trasferte, travolgendo la Cittanovese di Piero Infantino. Acireale leader, entusiasmo a mille, ma la crisi era alle porte. L’infortunio di Ott Vale, recuperato in fretta e furia per compensare la partenza di Bucolo, privava Pagana di uno dei giocatori di maggior talento dei quali la squadra disponesse sulla fascia di mezzo,  la mancanza pressoché assoluta di alternative nel reparto faceva il resto: pochi giorni dopo, l’Acireale cadeva per la seconda volta in casa della Gelbison. 


Tourbillon di mercato

Sul mercato la società entrava con vigore, provando a compensare con Viscomi e Cozza le defezioni di Bertolo e Bucolo, ma il buon numero dei movimenti, un vero e proprio  tourbillon (Tumminelli, De Pace, Russo, Mbaba, Celentano, Pozzebon...) non faceva da catalizzatore ad un processo di crescita, tutt’altro. E se la squadra in casa riusciva a tenere il passo delle grandi (vittorie importanti con Santa Maria del Cilento, Fc Messina e Troina), in campo esterno affioravano pericolosi limiti di personalità oltre che tecnici: dopo Castrovillari (ultima impennata in trasferta) una serie incredibile di sconfitte:  a Paternò come a Trapani, a San Luca come a Rende e a Sant’Agata di Militello, sconfitte copia-incolla, specie le ultime quattro, effetto di inaccettabili ingenuità difensive. Passaggi, tutti, che incrinavano la fiducia dell’ambiente e creavano un abisso tra società e, soprattutto, gruppi organizzati della tifoseria. 


Leoni in casa ma fuori...

Il resto è storia recente: leader tra le mura di casa (fino ovviamente all’ultima sfida con l’Acr Messina), fragile, fragilissimo, l ‘Acireale, fuori le mura. E dopo Rende (il solito 1-0 al passivo, con gol subito negli ultimi minuti), se non bastasse  lo scontro (malgestito sia da Ali, finalmente venuto allo scoperto, sia da Fasone) tra società e tifosi. Pagana, accantonato “su richiesta dei tifosi”, guida da ...lontano la squadra al successo con il Troina (in campo il suo vice, Padalina), poi, dopo i tre squilli granata sul malcapitato undici di Mascara, torna in panchina (altro grave errore) giusto in tempo per assistere al crack di Sant’Agata di Militello, farsi da parte ed essere sostituito da De Sanzo (esordio con sconfitta, la prima in casa, per l’ex allenatore della Paganese). 


Esigenza di chiarezza: i sogni sono svaniti ma l’Acireale non può finire...

E adesso? Gianluca Cannavò, vicepresidente dell’Associazione Noi Siamo Acireale, chiede chiarezza alla società che domani, ritrovando la voce dopo un lungo ed incomprensibile silenzio, proverà a spiegare alla stampa i motivi per i quali i sogni di grandezza dell’Acireale sono così miseramente svaniti. Parlerà Fasone, nella doppia veste di direttore generale e tifoso dell’Acireale. Ascoltiamolo ma fissiamo i paletti: niente “de profundis”, il cuore granata di Acireale non lo merita!









 

 

lunedì 1 marzo 2021

CRISI ACIREALE CALCIO, INTERVIENE IL PRESIDENTE ONORARIO DEL CLUB GIANLUCA CANNAVO'

 Giovanni Lo Faro

Sul delicato momento dell'Acireale Calcio interviene, con una lettera aperta alla città, Gianluca Cannavò, presidente onorario del club granata e vice presidente dell'Associazione Noi Siamo Acireale:

ACIREALE CALCIO, LETTERA APERTA ALLA CITTA’

"Nel mio ruolo di ideatore, promotore e garante del progetto che, nel 2018, ha salvato il calcio ad Acireale, con la costituzione di un apposito comitato, caricandomi sulle spalle un pesantissimo fardello, nonché da presidente onorario emerito dell'Acireale Calcio e vicepresidente del consiglio direttivo dell'associazione "Noi siamo Acireale", non posso fare a meno di intervenire dopo le ultime notizie apparse su giornali, TV e social.

Nel dicembre 2018, dopo aver salvato il titolo di serie D e cto una nuova società, ASD Città di Acireale 1946, iscritta al campionato 2018/2019, mi è stato richiesto da alcuni tifosi, con il consenso del mio "amico" DG Fasone, persona che io ho scelto ed inserito nei ruoli attuali, di mettermi da parte perché la mia presenza, considerato i ruoli politici ricoperti negli anni, bloccava l'ingresso di nuovi sponsor, ovviamente mai arrivati. Ho subito compreso che si trattava di una richiesta pretestuosa, ma comunque ho inteso compiere un passo indietro e, quindi, dimettermi.

Da quel 6 dicembre 2018, quando ho lasciato una situazione perfetta e regolare in tutto (prima nota, fatture registrate, contabilità aggiornata, affitti alloggi, fornitori e giocatori pagati), solo con alcune pendenze sportive che ci riportavamo dalla scissione della precedente società, non mi è stato più dato modo di conoscere alcunché, pensate che nemmeno ho ricevuto risposte rispetto alle mie richieste, inviate via pec, sui dati di bilancio.

Trascuro, poi, di soffermarmi su alcuni atteggiamenti puerili e ineducati che ho dovuto subire.

Sul piano strettamente formale, è stata disattesa più volte la convenzione sottoscritta il 5 luglio 2018, attraverso la quale dovrebbero essere disciplinati i rapporti tra associazione e società, perché di fatto il controllore non può essere la stessa persona del controllato.

Ho cercato in varie circostanze di porre l'attenzione su questa singolare ed irregolare situazione, ma mi è stato impedito con una serie di atteggiamenti volti a prendere tempo.

Non avendo l'intenzione di creare scompiglio nell'ambiente sportivo, sono rimasto alla finestra ad assistere agli eventi, limitandomi a fare il semplice tifoso con tanto di abbonamento ogni anno, ma mi sono imposto quando si è trattato di salvaguardare il tesoretto creato dalle quote dei primi ed UNICI soci (ormai ex, a termine di statuto), depositato nell’agenzia del Credito Valtellinese di piazza Duomo, che consente di garantire la fideiussione per l'iscrizione al campionato.

Non ho avuto mai la necessità di striscioni o applausi, ma ciò che ho fatto è solo perché mi stanno a cuore le sorti della squadra della mia città, quella che amo profondamente, e ritengo che le nuove generazioni abbiano il diritto di vivere le emozioni che noi abbiamo vissuto nel passato, nella consapevolezza che l’Acireale Calcio costituisca un patrimonio della città.

Ho letto il recente comunicato attraverso il quale i dirigenti della società dichiaravano di volersi disimpegnare ed erano pronti a vendere. Non vi nascondo che sono rimasto basito ed esterrefatto, in quanto la società non può essere venduta, poiché gli attuali dirigenti sono soltanto gestori, considerato che non si è dato seguito alla costituzione di una società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata (Srl), per come era previsto nel programma iniziale. Ho letto di riferimenti a 35 tifosi che determinano le scelte e vorrei capire se questi siano stati convocati dalla società e se siano i rappresentanti degli stessi che hanno sottoscritto e pagato oltre 600 abbonamenti per assistere ad una sola partita e mai, che mi risulti, sono stati protagonisti di gesti violenti. Ve lo dice chi ha avuto il privilegio di essere stato sia ultras che presidente e conosce benissimo entrambi i ruoli.

A questo punto credo che qualcosa non stia funzionando. L'umiltà deve essere posta alla base di tutto, come ebbi già a dire nel mio comunicato precedente e dopo l'intervento in video del dott. Nando Pappalardo che ho molto apprezzato e al quale va la gratitudine di tutta la città, il quale ha rivelato retroscena inediti e sconosciuti rispetto alla gestione della società.

Occorre fare chiarezza, essere trasparenti e tornare al dialogo, al fine di rispettare le obbligazioni assunte e garantire solidità finanziaria.

La gestione economica e amministrativa, sia chiaro, è primaria rispetto ai risultati sportivi.

Ringrazio l'imprenditore Giovanni Alì per il sostegno che ci ha dato e credo che lui ad Acireale possa trovare le condizioni perfette per fare calcio, da grande appassionato qual è. Ritengo, però, che anche lui debba compiere una seria riflessione sul suo staff, perché secondo me molte cose gli vengono omesse o riferite in maniera non conforme. Troppi errori evidenti sono stati commessi, disperdendo enormi energie finanziarie e impegnando la società ad esborsi economici che non si può permettere.

I tifosi, giustamente preoccupati per quanto accaduto in passato e dai segnali negativi che arrivano rispetto alla gestione amministrativa e finanziaria della società, hanno chiesto chiarezza, perché poi è facile pensare di disimpegnarsi e lasciare morire l’Acireale Calcio.

Come ho sempre affermato, la gestione amministrativa e finanziaria di una società è primaria per poter raggiungere risultati sportivi, in quanto appare chiaro che non si può correre se non si è nemmeno in grado di camminare.

Il capitano granata Savanarola e il direttore generale Fasone

La ragione non sta mai solo da una parte e, sotto questo aspetto, spero che sussistano ancora i margini per rimettere tutti assieme: Giovanni Alì, Nando Pappalardo, Associazione e tifoseria.

Ho già inviato a Fasone una richiesta di urgente convocazione del consiglio direttivo dell’associazione “Noi siamo Acireale” e chiederò ufficialmente il rispetto della convenzione in ogni singolo punto, perché il progetto iniziale è stato snaturato e radicalmente modificato. Di tutti i passaggi saranno informati i tifosi tramite la pagina Facebook “Noi siamo Acireale associazione”, aperta al fine di tenerli costantemente aggiornati

Forza Acireale!

Dott. Gianluca Cannavò

Presidente onorario emerito Acireale Calcio e vice presidente Associazione Noi siamo Acireale"
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ACIREALE, NON ABBIANO PIÙ ...UN SOGNO



Giovanni Lo Faro

 L’Acireale ha perso a Sant’Agata di Militello la settima gara esterna della sua stagione e lo ha fatto nel modo peggiore, cedendo su tutto il fronte ad un avversario che, nella sfida, ci ha messo quanto di meglio disponesse, in termini di risorse, fisiche e mentali. La squadra di Pagana  (rieccolo in panchina, il tecnico, prima incredibilmente sacrificato ai diktat dei tifosi e poi rispedito in campo senza che se ne spiegassero le ragioni) ha sofferto sin dall’avvio il vigore agonistico di un Sant’Agata voglioso e determinato (e nemmeno tanto povero di cifra come la classifica avrebbe indotto a sospettare ) e non è riuscita se non a tratti a dare la sensazione di possedere argomenti utili al controllo e alla gestione di una gara che poteva risultare lo snodo cruciale di tutta una stagione.Trafitta al primo assalto (puntuale Cicirello, ma Ruggiero?), la formazione acese è riuscita, per la verità, a  riequilibrare quasi subito l’incontro con Pozzebon, bravo a finalizzare un’azione avviata da Rizzo lungo l’out di destra (il fantasista argentino è stato tra i pochi a salvarsi dal naufragio generale), e per un po’ ha dato pure l’impressione che potesse guadagnare campo.   Supportata però da una manovra lenta e prevedibile, l’azione dei granata non ha mai superato la fase delle buone intenzioni come dimostra il fatto che di conclusioni nello specchio non se ne sono mai viste.Ad orientare partita e risultato, il gran gol di Caruso a fine primo tempo: ottimi lo spunto e la conclusione a rete del centrocampista messinese, senza che nessuno si curasse di contrastarne l’azione, e senza che Ruggiero, nonostante il gran volo, riuscisse nel miracolo.E il miracolo, all’estremo difensore acese, non è riuscito neanche nell’occasione del terzo gol che è giunto su rigore trasformato da Cicirello e che ha di fatto chiuso la partita. Nel senso che, con un Acireale impaurito e sempre più in preda all’affanno e alla paura, non c’é voluto molto perché i ragazzi di Giampà padroneggiassero gli spazi e conducessero in porto  che li ha giustamente premiati ed esaltati.Per l’Acireale, il sogno sfuma, soltanto una concatenazione di eventi favorevoli (e un recupero di convinzione da parte di tutte le sue componenti, proprietà in primis) potrebbe riproporlo in questa stagione in prospettiva promozione. Con buona pace dei proclami di mezza estate che sono alla base della forte delusione del momento (e sotto questo aspetto non si possono non condividere le parole dell’imprenditore Nando Pappalardo, main sponsor del club granata).  Dubbi e interrogativi, alla fine. E uno su tutti: cos’è successo nella fase d’avvio del mercato quando s’è deciso di ridisegnare il progetto tecnico-tattico della squadra privandola di due degli elementi (Bertolo e Bucolo) sui quali era stato incardinato?