martedì 9 marzo 2021

L’ACIREALE METTE I SOGNI NEL CASSETTO

Il gol decisivo di Addessi






Giovanni Lo Faro


Sogni? Castelli in aria? Comunque sia, il risveglio è amaro. Più che mai. Sconfitto dall’Acr Messina, l’Acireale si ritrova fuori dalla lotta per la promozione, in piena crisi tecnica e, quello che più preoccupa,  sull’orlo di una crisi societaria suscettibile di qualsiasi sviluppo. L’analisi del delicatissimo momento della formazione granata non può però prescindere da una retrospettiva delle vicende che ne hanno segnato il cammino, dalla ripresa del campionato, dopo l’interruzione imposta dall’emergenza sanitaria, e dalla concomitante riapertura del mercato. 


Retrospettiva di una crisi

“Non è facile lavorare in questo momento - mi disse, e disse a La voce dell’Jonio, il diesse Chiavaro poco prima che la Serie D riaccendesse i motori - la sospensione del campionato è giunta nel momento meno opportuno ovvero nella fase in cui la squadra, dopo la sconfitta incassata a Messina nella quarta giornata, sembrava avesse recuperato slancio...”. “La ripresa - aggiunse - è un’incognita per tutti, noi abbiamo lavorato bene, contiamo di riprendere il discorso dal punto in cui si è interrotto. Il nostro è un buon organico, ed é pure ben assortito. L’attacco? Cinque attaccanti non sono pochi, in più hanno caratteristiche complementari.  Sparacello? Qualcuno lo ha messo in discussione, ma il ragazzo è prezioso per gli sviluppi del nostro gioco, lo abbiamo preso a ragione veduta”. “Noi siamo al completo - concluse con riferimento allora imminente riapertura del mercato - ciò non toglie che, se si prospettasse la possibilità di rafforzare la squadra, non ci tireremmo indietro...”. 


Ipse dixit, ma i fatti...

Ipse dixit, presto smentito dai fatti. Ancora prima che il campionato riprendesse, e nell’’imminenza della sfida casalinga con il Licata,  Bucolo e Bertolo, tasselli preziosi dell’intelaiatura tecnico-tattica della squadra affidata a Pagana, salutarono la compagnia, per ragioni che non sono state mai spiegate. Primo segnale di disimpegno? L’Acireale battè il Licata, e subito dopo superò di slancio la più insidiosa delle trasferte, travolgendo la Cittanovese di Piero Infantino. Acireale leader, entusiasmo a mille, ma la crisi era alle porte. L’infortunio di Ott Vale, recuperato in fretta e furia per compensare la partenza di Bucolo, privava Pagana di uno dei giocatori di maggior talento dei quali la squadra disponesse sulla fascia di mezzo,  la mancanza pressoché assoluta di alternative nel reparto faceva il resto: pochi giorni dopo, l’Acireale cadeva per la seconda volta in casa della Gelbison. 


Tourbillon di mercato

Sul mercato la società entrava con vigore, provando a compensare con Viscomi e Cozza le defezioni di Bertolo e Bucolo, ma il buon numero dei movimenti, un vero e proprio  tourbillon (Tumminelli, De Pace, Russo, Mbaba, Celentano, Pozzebon...) non faceva da catalizzatore ad un processo di crescita, tutt’altro. E se la squadra in casa riusciva a tenere il passo delle grandi (vittorie importanti con Santa Maria del Cilento, Fc Messina e Troina), in campo esterno affioravano pericolosi limiti di personalità oltre che tecnici: dopo Castrovillari (ultima impennata in trasferta) una serie incredibile di sconfitte:  a Paternò come a Trapani, a San Luca come a Rende e a Sant’Agata di Militello, sconfitte copia-incolla, specie le ultime quattro, effetto di inaccettabili ingenuità difensive. Passaggi, tutti, che incrinavano la fiducia dell’ambiente e creavano un abisso tra società e, soprattutto, gruppi organizzati della tifoseria. 


Leoni in casa ma fuori...

Il resto è storia recente: leader tra le mura di casa (fino ovviamente all’ultima sfida con l’Acr Messina), fragile, fragilissimo, l ‘Acireale, fuori le mura. E dopo Rende (il solito 1-0 al passivo, con gol subito negli ultimi minuti), se non bastasse  lo scontro (malgestito sia da Ali, finalmente venuto allo scoperto, sia da Fasone) tra società e tifosi. Pagana, accantonato “su richiesta dei tifosi”, guida da ...lontano la squadra al successo con il Troina (in campo il suo vice, Padalina), poi, dopo i tre squilli granata sul malcapitato undici di Mascara, torna in panchina (altro grave errore) giusto in tempo per assistere al crack di Sant’Agata di Militello, farsi da parte ed essere sostituito da De Sanzo (esordio con sconfitta, la prima in casa, per l’ex allenatore della Paganese). 


Esigenza di chiarezza: i sogni sono svaniti ma l’Acireale non può finire...

E adesso? Gianluca Cannavò, vicepresidente dell’Associazione Noi Siamo Acireale, chiede chiarezza alla società che domani, ritrovando la voce dopo un lungo ed incomprensibile silenzio, proverà a spiegare alla stampa i motivi per i quali i sogni di grandezza dell’Acireale sono così miseramente svaniti. Parlerà Fasone, nella doppia veste di direttore generale e tifoso dell’Acireale. Ascoltiamolo ma fissiamo i paletti: niente “de profundis”, il cuore granata di Acireale non lo merita!









 

 

lunedì 1 marzo 2021

CRISI ACIREALE CALCIO, INTERVIENE IL PRESIDENTE ONORARIO DEL CLUB GIANLUCA CANNAVO'

 Giovanni Lo Faro

Sul delicato momento dell'Acireale Calcio interviene, con una lettera aperta alla città, Gianluca Cannavò, presidente onorario del club granata e vice presidente dell'Associazione Noi Siamo Acireale:

ACIREALE CALCIO, LETTERA APERTA ALLA CITTA’

"Nel mio ruolo di ideatore, promotore e garante del progetto che, nel 2018, ha salvato il calcio ad Acireale, con la costituzione di un apposito comitato, caricandomi sulle spalle un pesantissimo fardello, nonché da presidente onorario emerito dell'Acireale Calcio e vicepresidente del consiglio direttivo dell'associazione "Noi siamo Acireale", non posso fare a meno di intervenire dopo le ultime notizie apparse su giornali, TV e social.

Nel dicembre 2018, dopo aver salvato il titolo di serie D e cto una nuova società, ASD Città di Acireale 1946, iscritta al campionato 2018/2019, mi è stato richiesto da alcuni tifosi, con il consenso del mio "amico" DG Fasone, persona che io ho scelto ed inserito nei ruoli attuali, di mettermi da parte perché la mia presenza, considerato i ruoli politici ricoperti negli anni, bloccava l'ingresso di nuovi sponsor, ovviamente mai arrivati. Ho subito compreso che si trattava di una richiesta pretestuosa, ma comunque ho inteso compiere un passo indietro e, quindi, dimettermi.

Da quel 6 dicembre 2018, quando ho lasciato una situazione perfetta e regolare in tutto (prima nota, fatture registrate, contabilità aggiornata, affitti alloggi, fornitori e giocatori pagati), solo con alcune pendenze sportive che ci riportavamo dalla scissione della precedente società, non mi è stato più dato modo di conoscere alcunché, pensate che nemmeno ho ricevuto risposte rispetto alle mie richieste, inviate via pec, sui dati di bilancio.

Trascuro, poi, di soffermarmi su alcuni atteggiamenti puerili e ineducati che ho dovuto subire.

Sul piano strettamente formale, è stata disattesa più volte la convenzione sottoscritta il 5 luglio 2018, attraverso la quale dovrebbero essere disciplinati i rapporti tra associazione e società, perché di fatto il controllore non può essere la stessa persona del controllato.

Ho cercato in varie circostanze di porre l'attenzione su questa singolare ed irregolare situazione, ma mi è stato impedito con una serie di atteggiamenti volti a prendere tempo.

Non avendo l'intenzione di creare scompiglio nell'ambiente sportivo, sono rimasto alla finestra ad assistere agli eventi, limitandomi a fare il semplice tifoso con tanto di abbonamento ogni anno, ma mi sono imposto quando si è trattato di salvaguardare il tesoretto creato dalle quote dei primi ed UNICI soci (ormai ex, a termine di statuto), depositato nell’agenzia del Credito Valtellinese di piazza Duomo, che consente di garantire la fideiussione per l'iscrizione al campionato.

Non ho avuto mai la necessità di striscioni o applausi, ma ciò che ho fatto è solo perché mi stanno a cuore le sorti della squadra della mia città, quella che amo profondamente, e ritengo che le nuove generazioni abbiano il diritto di vivere le emozioni che noi abbiamo vissuto nel passato, nella consapevolezza che l’Acireale Calcio costituisca un patrimonio della città.

Ho letto il recente comunicato attraverso il quale i dirigenti della società dichiaravano di volersi disimpegnare ed erano pronti a vendere. Non vi nascondo che sono rimasto basito ed esterrefatto, in quanto la società non può essere venduta, poiché gli attuali dirigenti sono soltanto gestori, considerato che non si è dato seguito alla costituzione di una società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata (Srl), per come era previsto nel programma iniziale. Ho letto di riferimenti a 35 tifosi che determinano le scelte e vorrei capire se questi siano stati convocati dalla società e se siano i rappresentanti degli stessi che hanno sottoscritto e pagato oltre 600 abbonamenti per assistere ad una sola partita e mai, che mi risulti, sono stati protagonisti di gesti violenti. Ve lo dice chi ha avuto il privilegio di essere stato sia ultras che presidente e conosce benissimo entrambi i ruoli.

A questo punto credo che qualcosa non stia funzionando. L'umiltà deve essere posta alla base di tutto, come ebbi già a dire nel mio comunicato precedente e dopo l'intervento in video del dott. Nando Pappalardo che ho molto apprezzato e al quale va la gratitudine di tutta la città, il quale ha rivelato retroscena inediti e sconosciuti rispetto alla gestione della società.

Occorre fare chiarezza, essere trasparenti e tornare al dialogo, al fine di rispettare le obbligazioni assunte e garantire solidità finanziaria.

La gestione economica e amministrativa, sia chiaro, è primaria rispetto ai risultati sportivi.

Ringrazio l'imprenditore Giovanni Alì per il sostegno che ci ha dato e credo che lui ad Acireale possa trovare le condizioni perfette per fare calcio, da grande appassionato qual è. Ritengo, però, che anche lui debba compiere una seria riflessione sul suo staff, perché secondo me molte cose gli vengono omesse o riferite in maniera non conforme. Troppi errori evidenti sono stati commessi, disperdendo enormi energie finanziarie e impegnando la società ad esborsi economici che non si può permettere.

I tifosi, giustamente preoccupati per quanto accaduto in passato e dai segnali negativi che arrivano rispetto alla gestione amministrativa e finanziaria della società, hanno chiesto chiarezza, perché poi è facile pensare di disimpegnarsi e lasciare morire l’Acireale Calcio.

Come ho sempre affermato, la gestione amministrativa e finanziaria di una società è primaria per poter raggiungere risultati sportivi, in quanto appare chiaro che non si può correre se non si è nemmeno in grado di camminare.

Il capitano granata Savanarola e il direttore generale Fasone

La ragione non sta mai solo da una parte e, sotto questo aspetto, spero che sussistano ancora i margini per rimettere tutti assieme: Giovanni Alì, Nando Pappalardo, Associazione e tifoseria.

Ho già inviato a Fasone una richiesta di urgente convocazione del consiglio direttivo dell’associazione “Noi siamo Acireale” e chiederò ufficialmente il rispetto della convenzione in ogni singolo punto, perché il progetto iniziale è stato snaturato e radicalmente modificato. Di tutti i passaggi saranno informati i tifosi tramite la pagina Facebook “Noi siamo Acireale associazione”, aperta al fine di tenerli costantemente aggiornati

Forza Acireale!

Dott. Gianluca Cannavò

Presidente onorario emerito Acireale Calcio e vice presidente Associazione Noi siamo Acireale"
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ACIREALE, NON ABBIANO PIÙ ...UN SOGNO



Giovanni Lo Faro

 L’Acireale ha perso a Sant’Agata di Militello la settima gara esterna della sua stagione e lo ha fatto nel modo peggiore, cedendo su tutto il fronte ad un avversario che, nella sfida, ci ha messo quanto di meglio disponesse, in termini di risorse, fisiche e mentali. La squadra di Pagana  (rieccolo in panchina, il tecnico, prima incredibilmente sacrificato ai diktat dei tifosi e poi rispedito in campo senza che se ne spiegassero le ragioni) ha sofferto sin dall’avvio il vigore agonistico di un Sant’Agata voglioso e determinato (e nemmeno tanto povero di cifra come la classifica avrebbe indotto a sospettare ) e non è riuscita se non a tratti a dare la sensazione di possedere argomenti utili al controllo e alla gestione di una gara che poteva risultare lo snodo cruciale di tutta una stagione.Trafitta al primo assalto (puntuale Cicirello, ma Ruggiero?), la formazione acese è riuscita, per la verità, a  riequilibrare quasi subito l’incontro con Pozzebon, bravo a finalizzare un’azione avviata da Rizzo lungo l’out di destra (il fantasista argentino è stato tra i pochi a salvarsi dal naufragio generale), e per un po’ ha dato pure l’impressione che potesse guadagnare campo.   Supportata però da una manovra lenta e prevedibile, l’azione dei granata non ha mai superato la fase delle buone intenzioni come dimostra il fatto che di conclusioni nello specchio non se ne sono mai viste.Ad orientare partita e risultato, il gran gol di Caruso a fine primo tempo: ottimi lo spunto e la conclusione a rete del centrocampista messinese, senza che nessuno si curasse di contrastarne l’azione, e senza che Ruggiero, nonostante il gran volo, riuscisse nel miracolo.E il miracolo, all’estremo difensore acese, non è riuscito neanche nell’occasione del terzo gol che è giunto su rigore trasformato da Cicirello e che ha di fatto chiuso la partita. Nel senso che, con un Acireale impaurito e sempre più in preda all’affanno e alla paura, non c’é voluto molto perché i ragazzi di Giampà padroneggiassero gli spazi e conducessero in porto  che li ha giustamente premiati ed esaltati.Per l’Acireale, il sogno sfuma, soltanto una concatenazione di eventi favorevoli (e un recupero di convinzione da parte di tutte le sue componenti, proprietà in primis) potrebbe riproporlo in questa stagione in prospettiva promozione. Con buona pace dei proclami di mezza estate che sono alla base della forte delusione del momento (e sotto questo aspetto non si possono non condividere le parole dell’imprenditore Nando Pappalardo, main sponsor del club granata).  Dubbi e interrogativi, alla fine. E uno su tutti: cos’è successo nella fase d’avvio del mercato quando s’è deciso di ridisegnare il progetto tecnico-tattico della squadra privandola di due degli elementi (Bertolo e Bucolo) sui quali era stato incardinato? 



giovedì 25 febbraio 2021

L'ACIREALE VINCE MA IL FUTURO RESTA NEBULOSO

Giovanni Lo Faro

 Tre a zero al Troina, l’Acireale tiene il passo delle antagoniste (tutte vittoriose, dai due Messina a Gelbison e Licata, quest’ultima sempre più intraprendente) e, proprio nel momento più delicato della stagione, fa capire, a quanti non l’avessero bene inteso, di volere restare nel gioco fino alla fine. Non che il Troina fosse ostacolo insuperabile, l’avversario più insidioso l’Acireale avrebbe potuto trovarlo in se stesso, nel temuto contraccolpo che le tensioni della vigilia, fiorite su un terreno reso fertile dalla discutibile prestazione di Rende e dalla conseguente vibrante reazione dei suoi sostenitori, avrebbero potuto provocare nella squadra, costretta peraltro a battersi senza Peppe Pagana (esonerato, accantonato, sacrificato alla piazza non s’è ben capito) in panchina. 

  Prova autorevole 
Il gol di Souare
Ed invece, superato un certo disorientamento iniziale, e non senza aver rischiato un tantino di prenderle da un avversario che ben fiutava l’occasione, la formazione granata è venuta fuori con grande autorevolezza (gol di Talla Souare e rigore di Rizzo), esprimendo, alla distanza, il potenziale di cui le si fa credito e che in molte occasioni, in campo esterno soprattutto, molte volte è rimasto inespresso. Brivido dagliundici metri Partita giocata novanta minuti novanta, senza pause, con apprezzabile intensità e con giocate di fino alle quali il Troina di Mascara (che può contare, si badi, su buone individualità, Ficarotta e l’ex marsalese Balistreri, tra queste) non ha trovato significativi argomenti da contrapporre. Sì, gli ennesi, sotto di due gol a fine primo tempo, l’occasione di rientrare in partita l’hanno avuta, ma il “cucchiaio” di Ficarotta su calcio di rigore s’è spento sulla traversa della porta del giovane Ruggiero, graziando l’estremo difensore acese. 

Il rigore di Rizzo
L'esultanza di Buffa
  Buffa, rientro e gol
Su quest’episodio la partita si è praticamente conclusa, il terzo gol dell’Acireale, firmato dal bravissimo, e promettente, Buffa, lesto a ribadire in rete una conclusione di De Felice respinta dal palo, ha suggellato nel modo migliore la bella prova dell’undici di casa: classifica che non muta, le distanze restano immutate, e segnale importante in prospettiva.                                                          
  
  Fuori dal campo, guerra di comunicati
Sempreché, s’intende, si ricomponga 
la frattura tra società e tifoseria organizzata. Al momento, le distanze restano abissali, la battaglia a suon di comunicati stampa (della società, delle Curve Jacopo Polimeni e Simone Mangano )che ha fatto seguito al faccia a faccia di martedì pomeriggio, sembra aver scavato, tra le parti, un solco tanto profondo da non fare apparire facile il tentativo posto in essere da Gianluca Cannavò, ex presidente granata e attuale vicepresidente dell’Associazione Noi Siamo Acireale, di ricomporre la “vertenza”. 

  L'iniziativa di Cannavò
Cannavò, nel suo comunicato, dopo aver puntualizzato che tra “Associazione e società esiste una convenzione, con precise caratteristiche, stipulata il 5 luglio del 2018”, invita le parti “a compiere una serena riflessione” considerato che, a suo giudizio, “non è ipotizzabile un disimpegno alcuno, posto che la stagione deve essere onorata e la società salvaguardata”. Chiaro riferimento, questo, all’intento manifestato dall’attuale dirigenza del club di disimpegnarsi dalla gestione e di creare le condizioni per la cessione della società in un comunicato che, tra l’altro, non poche perplessità ha suscitato e che ai più è parso, specie nella parte finale (“si comunica che domani in panchina non siederà Giuseppe Pagana per espressa richiesta da parte dei gruppi organizzati…”: ma come si fa?), espressione della tensione e dell’emotività del momento…

giovedì 18 febbraio 2021

ACIREALE, VITTORIA COPIA-INCOLLA: FC MESSINA BATTUTO CON GOL DI RIZZO E BUFFA

GIOVANNI LO FARO


ACIREALE (4-2-3-1): Mazzini; Cannino  (56' Mbaba), Silvestri, Viscomi, D. La Vardera; Buffa, Cozza (80’ Ba); Savanarola, Rizzo (82' Mauceri), Souarè (73' Orlando); Pozzebon (90' De Felice). A disp.: Ruggiero, Tumminelli, J. Pedro, Iania, C. La Vardera. Russo, Bongiovanni. All. Pagana.

 

FC MESSINA (4-3-2-1): Marone; Aita, Fissore, D. Marchetti, Ricossa; Lodi, A. Marchetti (69' Bevis), Palma; Arena, Carbonaro; Caballero. A disp.: Monti, Strino  Casella. Da Silva, Panebianco, Cangemi, Garetto, Giuffrida, CoriaBianco  All.Criaco.

 

ARBITRO: Duzel di Castelfranco Veneto 

 

MARCATORI: 3' Arena, 60' Rizzo, 64' Buffa

 

NOTE: ammoniti Arena, Silvestri, A. Marchetti, Rizzo, Carbonaro, Buffa. Al 94' espulso D. Marchetti per fallo da ultimo uomo su De Felice.


 Copia e incolla? Di fatto, l’Acireale batte in rimonta l’ambizioso FC Messina e lo fa nello stesso modo in cui, or non è molto, aveva messo sotto i ragazzi della Polisportiva Santa Maria del Cilento. Con la non trascurabile differenza che, se il successo dei granata, maturato allora nel finale grazie ad una prodezza di capitan Savanarola

, parve non rispecchiare in pieno l’andamento della partita, il 2-1 inflitto ad un FC Messina palesemente rinunciatario dopo il lesto vantaggio dell’ex Arena esalta un Acireale che, alla determinazione rabbiosa con la quale è entrato nella gara, ha sommato, a mano a mano che i minuti scorrevano, la qualità di una manovra che Beppe Pagana in panchina ha avuto il merito di alimentare con una gestione attenta delle risorse disponibili.

 

Doccia fredda in avvio: l’ex Arena in gol

Sotto di un gol dopo appena tre minuti (bellissimi l’assist di Lodi é il morbido pallonetto di Arena che ha superato la guardia dell’ottimo Mazzini), la formazione di casa, retour dalla sconfitta di domenica scorsa a San Luca che l’aveva fatta finire nel mirino della critica, ha avuto il merito di non disunirsi e di cercare, con convinzione sempre crescente, di fare breccia nella munitissima difesa avversaria. Impresa non facile, questa, l’atteggiamento degli uomini di Leo Criaco (in panchina al posto di Pino Rigoli, impedito da problemi di salute: tecnico é vice sono stati esonerati al termine della partita) che, dopo aver rischiato su un attacco di Rizzo (bravo Marone a volare da palo a palo) e su una percussione di Pozzebon (bello lo spunto dell’attaccante romano ma fuori bersaglio la conclusione), abbassavano visibilmente le linee, intasando gli spazi e impedivano di fatto all’Acireale di sviluppare il gioco che più gli è congeniale. 

 

 

A muso duro a centrocampo

Uomini-contro sulla cerniera di metacampolotta senza esclusioni di colpi, e partita per lunghi tratti bruttina, accompagnata dalla sensazione che non sarebbe stato facile per i granata creare le condizioni per ribaltarla.  Leit-motiv che non cambiava, nella ripresa, fino a quando, almeno, Pagana non sceglieva  la carta-Mbaba, le scorribande del giovane esterno senegalese sull’out di destra davano maggiore ampiezza alla manovra della squadra e mandavano in crisi il munitissimo sistema di protezione degli spazi d’offesa messo su da Criaco.

 

Rizzo-Buffa, doppietta vincente

E, come d’incanto, la partita cambiava volto. L’Acireale prima riduceva lo svantaggio con una prodezza del fantasista argentino Nicolas Rizzo (splendida la traiettoria impresa alla palla che Marone stavolta nemmeno vedeva), quindi, quattro minuti dopo,passava a condurre grazie ad un’incornata di Simone Buffa, uno dei suoi uomini migliorigol, l’uno e l’altro, scaturiti da situazioni di palla inattiva, ma frutti visibili di quelle dinamiche  di gioco rapide ed efficaci nelle quali si specchia il calcio di Beppe Pagana.

 

Il sogno continua

Due a uno, partita in mano all’Acireale che, dopo aver  sfiorato in due occasioni il terzo gol (splendido lo slalom di Mbaba con conclusione però debole, mentre un fallaccio di D. Marchetti impediva a De Felice, lanciato a rete, di arrivare a tu per tu con l’estremo difensore giallorosso), suggellava senza affanno la più preziosa delle vittorie. Recuperato il secondo posto in classifica, i granata riprendono la marcia di avvicinamento alla vetta: il sogno continua.

giovedì 28 gennaio 2021

L’ ACIREALE RIPRENDE LA CORSA

Giovanni Lo Faro

Ritorna in sella, l’Acireale, e riassapora il gusto della vittoria in campo esterno che gli mancava da troppo tempo, da quella splendida cavalcata di Cittanova, per intenderci, che aveva innescato la crisi della formazione allora allenata da Pietro Infantino. La Calabria sorride ancora agli uomini di Pagana, in un momento delicatissimo della stagione, e, soprattutto, dopo due risultati – il pareggio casalingo con il Rotonda e la sconfitta nel derby di Paternò – che avevano indotto qualcuno a mettere in dubbio la fondatezza delle ambizioni di primato rese manifeste dalla società ancor prima che la stagione avesse inizio.
Il difensore centrale Viscomi

 Non v’è dubbio, certo, che qualche difficoltà la squadra l’abbia incontrata dal momento in cui è stata costretta a rivedere il progetto tecnico iniziale con la rinuncia a due elementi di buona cifra quali Bertolo e Bucolo. E non v’è dubbio, pure, che dalle defezioni appena ricordate siano scaturiti i principali problemi della formazione di Pagana, accentuati, subito dopo, dagli infortuni di Orlando e Ott Vale e, in ultimo, dallo stop imposto a Buffa e ad altri quattro validissimi under che hanno obbligato la società a chiedere il rinvio di due gare (con Castrovillari, appunto, e FC Messina) e ad intervenire sul mercato con gli ingaggi di Viscomi (e s’è visto, oggi a Castrovillari, di quanto la squadra possa giovarsi del  gigante ex Varese e Foggia), Senè e Cozza che hanno fatto seguito a quelli di Tumminelli e De Pace). 

Riveduto il progetto, l’Acireale, che, pure, a Paternò non era dispiaciuto e dove soltanto un colossale pateracchio difensivo l’aveva costretto ad arrendersi ad un avversario tutt’altro che irresistibile, ha ripreso a marciare superando al Mimmo Rende il Castrovillari, ovvero un avversario di caratura non disprezzabile oltre che animato da propositi di riscatto dopo la sconfitta interna con il Gelbison.

Buona la prova dei granata che, nonostante l’handicap iniziale dell’infortunio a Ott Vale che li ha privati dell’unico elemento in grado di dettare i tempi della manovra (per l’ex lentinese Cozza soltanto uno scampolo di partita nel finale), sono riusciti a tenere con autorevolezza il campo passando in vantaggio con il difensore-goleador Orlando e raddoppiando con Cannino in avvio di ripresa.

A nulla è valsa la rabbiosa reazione della formazione locale che è riuscita soltanto a dimezzare lo svantaggio con una rete dell’ex gelese Bonanno, l’undici di Pagana ha continuato a tenere saldamente in pugno la partita e a condurre in porto un risultato che lo rilancia nella rincorsa al primo posto in atto occupato dall’Acr Messina: con una partita da recuperare (anche se l’avversario sarà l’altra formazione messinese, allenata da Pino Rigoli, da poco rafforzata dagli innesti di Lodi e Ripa, ex Catania, l’uno e l’altro), l’Acireale, che attende il ritorno del bomber De Felice e, magari, qualche altro innesto di qualità in organico, rimane in piena corsa per il primato.