Giovanni Lo Faro
Da rapace dell'area di rigore, Manfrellotti coglie al volo l'occasione offertagli da Madonia: due passi avanti, gli artigli sulla palla, scodellata in rete in meno che non si dica.

Gol bello, per ideazione ed esecuzione, importante, prezioso quanto mai. E se proprio non produce l'effetto di domare un Messina niente male (e si vedrà, nella ripresa, quale animo ancora sostenga la formazione di Biagioni che sul terreno ancora gibboso del Tupparello riesce a dare la dimostrazione della buona qualità che ha in dote, in Catalano e Marzullo, in Arcidiacono e Cocimano, particolarmente e di quanto bugiarda sia la sua classifica), di sicuro fa da supporto alla voglia di fare bene dei granata, sostenuti da un pubblico importante per la categoria (e questo nonostante i retaggi di disamore, se non proprio di rabbia che, affondando le radici in quasi tre lustri di calcio amara, ancora tengono lontani dal Tupparello buona parte di quei tifosi che il potenziale della città è in grado da esprimere).


Ed è stato forse questa voglia di stupire, di fare bene, se volete, tradotta in applicazione attenta e costante, in presidio rabbioso del territorio nei frangenti più delicati, unitamente agli ottimi contributi tattici di Pippetto Romano, e all'applicazione attenta dei dettami del tecnico di cui Savanarola è compagni sono stati capaci nei novanta minuti, a tenere in piedi Acireale che ha sì sofferto, in avvio di ripresa, le folate di un avversario duro a morire, che s'è dovuto affidare, ammettiamolo pure, alla buona stella che l'accompagna di questi tempi, ma che è riuscito alla fine a chiudere tutti i varchi a quell'irresistibile folletto che è ancora il catanese Arcidiacono e a condurre in porto un risultato che lo spinge a ridosso della zona play off..

Alzare l'asticella? L'entusiasmo del momento è bene non faccia dimenticare con quali problemi, e di quale entità, la società granata, con il prezioso supporto dell'Associazione Noi Siamo Acireale, si sia dovuta confrontare in avvio di stagione e con quale problemi sia ancora costretta a fare i conti: l'obiettivo era e rimane la difesa della categoria, presupposto indispensabile perché il club di via Kennedy realizzi l'obiettivo, sotteso ma neanche tanto, di un rilancio non effimero del calcio acese.
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