
Sul filo di
lana, e sull’ultimo assalto di un Paceco mai domo, l’Acireale ci rimette due
punti e la prospettiva di chiudere al sesto posto una stagione niente male,
nonostante tutto. E il rammarico che affiora al 94’, dopo che Lo Bue è riuscito
a mettere alle spalle di Kuzmanovic la palla dell’uno a uno, è lo stesso che a
tutta la stagione fa da denominatore: dove sarebbe potuto arrivare, quest’Acireale,
se gli fosse riuscito di evitare certe leggerezze (e quella che ha determinato
il pari del Paceco non può essere chiamata diversamente) e se non gli fosse
toccato di confrontarsi, strada facendo, con le tante traversie che hanno
contrassegnato la gestione societaria?
Non c’è chi non
sia convinto che senza queste (soprattutto) e senza quelle (quante ingenuità con
Nocerina, Troina e Ercolanese, nei rendez - vous al Tupparello?) oggi la
formazione di Pietro Infantino si troverebbe in quota-promozione, e comunque
ben oltre un settimo posto che pure vale, e non poco.

Emblematica, la
gara di questo pomeriggio, giocata niente male, ancorché senza l’abituale
carica agonistica, eppure chiusasi con un pari che, per come è maturato, ha
lasciato in quel migliaio scarso di spettatori ritrovatisi sugli spalti (e tra
questi, il vescovo di Acireale, mons. Raspanti), un pizzico di delusione se non
proprio di amarezza.
Non male, i
granata, nella prima frazione di gioco, chiusa in vantaggio grazie alla zampata
di Aloia bravo a tradurre in gol una bella iniziativa d’offesa di Tumminelli, e
senza che gli uomini di Di Gaetano, obbligati a vincere per sperare di
agganciare in extremis i play out, si facessero vivi dalle parti dell’esordiente
Kuzmanovic, bravo la sua parte a neutralizzare un calcio di punizione dal
limite di Terranova.
E non male
neanche in avvio di ripresa l’undici di Infantino che, dopo aver mancato un
paio di buone opportunità per mettere al sicuro il risultato (un fallo sa
rigore su Aloia non rilevato dall’arbitro, due conclusioni dalla distanza di
Palermo e Alvarez neutralizzate con bravura da Noto, giovanissimo estremo difensore
ospite), ha commesso forse l’errore di ritenere chiusa anzitempo la partita.
Kuzmanovic faceva
del suo meglio e ci metteva una pezza, su un’incursione di Bognanni (rasoterra insidiosissimo), prima, e su una
zampata di Di Piedi (splendido l’intervento in acrobazia dell’esordiente
estremo difensore acese), poi, ma nulla
poteva sulla sventola di Lo Bue, lesto a scaraventare in rete un pallone che,
tra una leggerezza e l’altra, tra un batti
ribatti e l’altro, era rimasto incredibilmente
vivo all’altezza dell’area di porta: 1-1, nulla di grave, certo, ma chi può
dire che la delusione non ci sia stata?