giovedì 15 febbraio 2018

L'ACIREALE BATTE IL MESSINA, SI RILANCIA NELLA LOTTA PER I PLAY OFF E ...CHIEDE UN FUTURO

Giovanni Lo Faro
L’Acireale bissa sul Messina (en plein nei due incontri della stagione), accorcia sull’Ercolanese sconfitta a Gela e prova a rientrare nell’area play off dalla quale soltanto contingenze sfortunate (la sconfitta casalinga con il Troina e il successo mancato d’un soffio a Vibo, in ultimo) e gli inevitabili riflessi negativi di una insopportabile instabilità societaria l’hanno costretto a venir fuori.
 Il successo sul Messina (gran gol di Cocimano, a metà secondo tempo), però, non soltanto rilancia in classifica la formazione di Infantino ma ne esalta indiscutibilmente i meriti, la capacità di fare gruppo, di restare compatta nonostante tutto e di declinare sul campo le sue indiscutibili qualità tecniche: azzardo se dico che ieri davanti al pubblico del Tupparello è passato il miglior Acireale della stagione?
Prova eccellente, quella dei granata, tenuto conto delle tante variabili di contesto (la crisi societaria e la temuta disaffezione della tifoseria ma anche la difficoltà a proporsi al meglio e ad esprimere valori di gioco elevati su un terreno al limite della praticabilità) che rischiavano di condizionarne il rendimento e alla buona qualità di un avversario che si lasciava alle spalle una lunga striscia di risultati positivi e che della sua voglia di vittoria, alla vigilia, non aveva fatto mistero.
  Cos’è piaciuto dell’Acireale? Le intuizioni di Infantino, bravissimo a ridisegnare il centrocampo con un gigantesco Lo Nigro tra capitan Cocimano e il giovanissimo Giarrusso e puntualissimo nella gestione della panchina, e l’eccellente condizione fisica (rivisto Barraco ad alti livelli) che ha fatto supporto, per tutti i novanta minuti, ad una manovra mai così apprezzabile, in quantità e qualità.
  Primi su tutti i palloni, i granata hanno praticamente impedito al Messina di ragionare, in una sola occasione, se ci fate caso, gli uomini di Giacomino Modica, (l’uomo del rigore di Salerno che consentì all’Acireale di salvare la prima Serie B), si sono resi pericolosi (bravissimo Barbieri sulla conclusione di Yeboah, l’unica peraltro nello specchio), subendo per il resto la chiara superiorità di passo e di manovra di un avversario forte e motivato assai.
  Detto in premessa che eviterò la rassegna delle numerose occasione da gol mancate dalla formazione di casa, traversa di Manes compresa, e dei due gol annullati ad un bravissimo Pannitteri, mi preme, nella prospettiva di un prosieguo di stagione finalmente sereno (è lecito sperarlo?), sollecitare il recupero di una stabilità societaria (ieri Gugliotta, componente del  “direttorio” con Micali, Musumeci e Grasso, ha chiesto un paio di settimane di tempo perché la nuova compagine dirigenziale esprima un nuovo presidente) che restituisca serenità alla squadra e a tutto l’ambiente. E non soltanto in vista del finale di stagione…

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