Giovanni
Lo Faro
L’Acireale bissa
sul Messina (en plein nei due incontri della stagione), accorcia sull’Ercolanese
sconfitta a Gela e prova a rientrare nell’area play off dalla quale soltanto
contingenze sfortunate (la sconfitta casalinga con il Troina e il successo
mancato d’un soffio a Vibo, in ultimo) e gli inevitabili riflessi negativi di
una insopportabile instabilità societaria l’hanno costretto a venir fuori.
Il successo sul Messina (gran gol di Cocimano,
a metà secondo tempo), però, non soltanto rilancia in classifica la formazione
di Infantino ma ne esalta indiscutibilmente i meriti, la capacità di fare
gruppo, di restare compatta nonostante tutto e di declinare sul campo le sue indiscutibili
qualità tecniche: azzardo se dico che ieri davanti al pubblico del Tupparello è
passato il miglior Acireale della stagione?

Prova
eccellente, quella dei granata, tenuto conto delle tante variabili di contesto
(la crisi societaria e la temuta disaffezione della tifoseria ma anche la
difficoltà a proporsi al meglio e ad esprimere valori di gioco elevati su un
terreno al limite della praticabilità) che rischiavano di condizionarne il
rendimento e alla buona qualità di un avversario che si lasciava alle spalle
una lunga striscia di risultati positivi e che della sua voglia di vittoria,
alla vigilia, non aveva fatto mistero.
Cos’è piaciuto dell’Acireale? Le intuizioni
di Infantino, bravissimo a ridisegnare il centrocampo con un gigantesco Lo
Nigro tra capitan Cocimano e il giovanissimo Giarrusso e puntualissimo nella
gestione della panchina, e l’eccellente condizione fisica (rivisto Barraco ad
alti livelli) che ha fatto supporto, per tutti i novanta minuti, ad una manovra
mai così apprezzabile, in quantità e qualità.
Primi su tutti i palloni, i granata hanno praticamente
impedito al Messina di ragionare, in una sola occasione, se ci fate caso, gli
uomini di Giacomino Modica, (l’uomo del rigore di Salerno che consentì all’Acireale
di salvare la prima Serie B), si sono resi pericolosi (bravissimo Barbieri
sulla conclusione di Yeboah, l’unica peraltro nello specchio), subendo per il
resto la chiara superiorità di passo e di manovra di un avversario forte e
motivato assai.
Detto in premessa che eviterò la rassegna
delle numerose occasione da gol mancate dalla formazione di casa, traversa di
Manes compresa, e dei due gol annullati ad un bravissimo Pannitteri, mi preme,
nella prospettiva di un prosieguo di stagione finalmente sereno (è lecito
sperarlo?), sollecitare il recupero di una stabilità societaria (ieri
Gugliotta, componente del “direttorio”
con Micali, Musumeci e Grasso, ha chiesto un paio di settimane di tempo perché la
nuova compagine dirigenziale esprima un nuovo presidente) che restituisca
serenità alla squadra e a tutto l’ambiente. E non soltanto in vista del finale
di stagione…
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