Giovanni Lo Faro
Catania che ancora non vince ma che a tratti piace per l’animo battagliero che trapela da quei generosi tentativi di assalto al bunker pugliese e che, seppure non continui e non sempre lucidi, e non premiati dal gol che sarebbe servito da spartiacque in questo momento buio della stagione, gli avrebbero comunque permesso di bearsi di qualche applauso da un pubblico ancora in buona parte immusonito e arrabbiato per i bocconi amari che, negli ultimi tempi, è stato costretto a ingoiare.
Catania che ancora non torna a vincere ma che sembra indirizzato sulla via di un deciso recupero di consapevolezza di sè e di potenzialitá, sebbene migliorabili e, perciò, da migliorare nella prossima appendice di mercato, non si può certo dire siano state fin qui espresse appieno, a livello di singoli (Ciccio Lodi, l’esempio lampante) e di gruppo.
A proposito di gruppo. L’idea tattica di Lucarelli, il 3-5-2, dal quale di rado il tecnico livornese si é discostato, è perfettibile, e migliorabile, nella misura in cui i due esterni saranno capaci di crescere (più Pinto che Calapai, che già marcia abbastanza spedito per la verità) rispetto alla misura che esprimono al momento e in attesa di interventi di mercato dai quali - credo ne siano convinti un po’ tutti - non si potrà prescindere (e non soltanto nella linea arretrata che deve al momento affidarsi nientemeno che ad un generosissimo Biagianti per compensare défaillance non soltanto di cifra), se davvero si vuole che questa squadra tenga botta ad antagoniste, Reggina in primis, che al momento sembrano maggiormente dotate rispetto all’obiettivo (il primato nel girone, che vale la B senza play off) da raggiungere.