Giovanni Lo Faro
Lodi uno e due. Quando non te l’aspetti, quando con la testa sei a casa e ti appresti a metabolizzare l’ultima delusione. Sotto di due gol quasi sulla dirittura d’arrivo di un incontro mal giocato, il Catania, che Sottil, in preda alla disperazione, ha rivoltato come più forse (Pecorino, perché no, in quel finale disperato?) non avrebbe potuto, trova il filo di quel discorso che gli era sfuggito di mano già al primo minuto di gioco.
Lodi, appunto. Amato e vituperato (quante panchine, negli ultimi tempi, per uno come lui), il regista di Frattamaggiore s’inventa un gol senza forse sapere come (chi l’ha visto, quel pallone beffardo, se non nella fase finale della parabola che ha beffato Dini?) e d’un colpo riaccende la speranza.
Il rigore di Lodi: il Catania evita la sconfitta |
Il Trapani, che già celebrava un trionfo peraltro meritato (gran bella squadra, quella di Italiano, con il suo calcio corale ha incantato per lunghi tratti la platea del Massimino), accusa il colpo, perde in baldanza se non in scioltezza di manovra, fino a quando, frastornato dalle folate assassine di Baraye e Manneh, incespica nell’errore di fare muro e ressa su Lodi in rotta di collisione con l’esterno sinistro di difesa a centro area.
Robilotta punta l'indice, piaccia o no, è rigore. Lodi fa centro e va a raccogliere il tributo della folla, che per un po' si esalta, sognando il miracolo.