giovedì 16 giugno 2016

Lo Monaco: "Non devo santificare nessuno, il mio compito è aiutare il Catania a tornare a vivere"

Giovanni Lo Faro
 Dalle parole ai fatti. Tempi  (poco più di una settimana) e scelte, ancorché prevedibili, collimano con il Lo Monaco-pensiero, Uomini noti e fidati, quelli ai quali il neo amministratore delegato del Catania ha deciso di demandare ambiti di attività estremamente significativi. Come Cristian Argurio, un passaggio in rossazzurro ai tempi di Gasparin e trascorsi ad Udine e Messina con lo stesso Lo Monaco,, come Alessandro Failla, chiamato a rivitalizzare il settore giovanile ("c'erano dodici squadre, ne ho trovate tre...") e come, soprattutto, Mario Marino, braccio destro del "direttore" all'Acireale e al Catania della prima gestione-Pulvirenti.
Pietro Lo Monaco presenta Argurio, Marino e Failla, nuova triade tecnica del Catania che attende il nuovo allenatore
L'occasione è servita a Lo Monaco per rendere ufficiale o quasi il primo movimento in entrata del nuovo Catania: si tratta del ritorno di Marco Biagianti, a scadenza con il Livorno. "Manca soltanto la firma, ma è una formalità: sarà il nostro capitano".  Ma ha trovato spunto, il direttore, per replicare alla presa di posizione di un gruppo organizzato di tifosi che aveva eccepito su alcuni contenuti del suo discorso di insediamento. "Io al centro di tutti e di tutto metto il Catania. Ho detto che per quello che era stato fatto avrei incenerito tutti, ma so anche che a volte pure i condannati a morte (testuale, ndr), scontata la pena, ritornano ad una vita normale.  Il Catania, allora, al centro di tutti e di tutto, e il Catania calcio è un malato che ha rischiato, sta rischiando di morire, ma che si vuole riprendere, ritrovando forza e vigore: i partiti presi non servono,  io non devo santificare nessuno,  sono venuto al capezzale del Catania per aiutarlo a tornare a vivere. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, l'amore per il Catania deve sempre prevalere!".
 Per il Catania del futuro, che attende di conoscere il nome del suo nuovo allenatore, due scadenze importanti: il 24 giugno, termine entro il quale dovranno essere saldate tre delle quattro mensilità di stipendio di cui la società è debitrice e il 30 giugno, entro il quale dovrà essere perfezionata l'iscrizione al nuovo torneo di Lega Pro, Se tutto andrà bene, squadra in attività dal 15 luglio. 

giovedì 9 giugno 2016

Pietro Lo Monaco: "Il Catania per me è come un figlio, farò di tutto per riportarlo in alto"

Giovanni Lo Faro
Il ritorno sulla scena dopo poco più di quattro anni dall'addio è proprio come te l'aspetti. Pietro Lo Monaco trova subito il modo per riprendere il discorso bruscamente interrotto: "Dov'eravamo rimasti?". La sala congressi del Village ha un fremito, ma prima che possa rispondere alla domanda, trova servita la risposta: "In Serie A, eravamo in Serie A. Ed è in Serie A che dobbiamo tornare, poco importa se tra due o quattro anni . Il Catania deve ritrovare la posizione che gli spetta, la Lega Pro è poca cosa". Ripartiamo. Lo slogan non è nuovo, ma fa effetto, ugualmente. "Ripartiamo dalla Lega Pro e da una situazione che non è certo bellissima. Ho visto le carte, in questi giorni, diciamo che la situazione finanziaria del Catania è al limite.Sulla società, sulla bella realtà che era il Catania in A, è come se fosse passato uno tsunami", Percepisce la perplessità, se non proprio la paura. "I rovesci possono succedere, e se possiamo, dobbiamo rammaricarci per quello che è successo al Catania negli ultimi anni, non per questo dobbiamo rinunciare a lottare per recuperare le posizioni perdute". Se ne sono fatti, di errori. Lo Monaco, sotto questo aspetto, non fa sconti a nessuno: "Il primo a riconoscerli è stato il presidente, un uomo che per me era stato più che un amico, un fratello, Ma anche io mi prendo la mia parte. Se quattro anni fa anziché farmi vincere dalla collera, fossi rimasto al mio posto, tutti questi sconquassi non sarebbero sicuramente successi".
Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Catania, nel corso delle conferenza stampa di questo pomeriggio 
Le ragioni dell'addio? C'è chi prova a stuzzicarlo, ma senza successo: "Non le ho rivelate allora, non le rivelo adesso. Ci siamo ritrovati, con Pulvirenti, è bastato che ci guardassimo in faccia per riprendere il filo di un discorso bruscamente interrotto. Ci lega lo stesso amore per il Catania, il fatto che il presidente (lo chiamerà sempre così, Lo Monaco) abbia deciso di rilanciare, dimostra quale amore abbia per questa società, per questa squadra". Strada difficile, lastricata di ostacoli, ma le idee ci sono e, sul piano finanziario, c'è pure l'impegno di Finaria. "C'è un gruppo di esperti già impegnato ad elaborare un piano finanziario, in due mesi la situazione dovrebbe essere più chiara a tutti. Il mercato? Signori, siamo in Lega Pro e in Lega Pro il mercato si fa con i prestiti, si fa contattando i giocatori a scadenza. L'obiettivo è quello di mettere su una squadra in grado di primeggiare, nella categoria, e di soddisfare le attese dei tifosi. Le risposte? Non mancheranno, conosco bene la gente di Catania", Poi, le prime linee d'azione: "Da qui a una settimana conoscerete il nuovo direttore sportivo, il nuovo responsabile dell'area tecnica, il nuovo responsabile del settore giovanile". E, ovviamente, il nuovo allenatore, il nuovo nocchiere di un Catania che vuole tornare in alto...