Passo indietro. Nel risultato (sul quale pesano comunque alcune decisioni arbitrali non proprio convincenti) e, soprattutto, nella prestazione. Non è stato, insomma, quello che è passato ieri sera sul green del Massimino il Catania che aveva fatto scempio di Pro Vercelli e Perugia (sei gol in due partite, nessuno al passivo) e che sembrava deciso a sfruttare l'occasione del terzo impegno casalingo di fila (a Modena non s'è giocato) per avvicinare la zona play off.
Il rapido vantaggio di Torregrossa (rivedetela, l'azione, e di qualcosa vi ricorderete) e la buona organizzazione di gioco del Crotone, orchestrato in panchina dall'ex Drago (ecco un allenatore da prendere in seria considerazione), hanno cambiato subito il corso della partita: il Catania ha dovuto fare i conti con la munitissima retroguardia ospite oltre che con la bravura dell'ex acese Cordaz e la risalita, a mano a mano che i minuti passavano e la lucidità scemava, s'è prospettata piuttosto problematica.
Se poi aggiungete che, sul piano della corsa (visto che bel giocatorino Maiello, scuola Napoli?), gli uomini di Marcolin qualcosa finivano con il concedere all'avversario e che da qualche elemento (Calaiò, Rosina, lo stesso Coppola) non arrivavano i contributi abituali, capirete come sia stato necessario spingersi oltre il novantesimo per il gol liberatorio: incornata di Castro (buon ritorno, quello del Pata), sconfitta evitata sul filo di lana, ma classifica che continua a preoccupare.
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