Corsi e ricorsi di un'altra stagione di calcio amaro riportano il Catania in fondo alla classifica dove si era venuto a trovare nell'ultima tranche della gestione-Sannino e dove è stato capace di ritrovarsi dopo l'illusorio tentativo di risalita operato con l'avvento di Marcolin.
Il tecnico di Brescia come il suo predecessore di Ottaviano, l'uno e l'altro come il povero Pellegrino, obbligato forse a pagare per colpe che non aveva: difficile non trovare elementi di corrispondenza tra esperienze diverse, certo, ma, negli esiti, sicuramente sovrapponibili.
Oggi, con il Frosinone (visto che squadra, quella di Stellone?) al Massimino, quello che si era temuto si è puntualmente verificato: troppo facile per la formazione ciociara avere ragione di un Catania sempre in debito di fiato, alla distanza.
Oggi c'è chi parla di progetto sbagliato, e non si può certo dire che abbia torto: ma chi ha sbagliato? E chi l'ha aiutato a sbagliare? Interrogativi a cascata, interrogativi inquietanti. Come l'ultimo: verso quale approdo, il Catania?
Pulvirenti e Cosentino, non è più tempo di sorrisi |