Giovanni Lo Faro

Delle cinque partite che – a vincerle tutte - gli avrebbero
garantito primato e promozione in B, il Catania, dopo un cammino
incredibilmente sofferto, riesce a far sua soltanto l’ultima, nell’occasione
della passerella finale con il Rende al Massimino. Pioggia di gol con le
seconde linee in campo, prestazione gradevole, dopo un avvio sonnolento in uno
stadio più che semivuoto e, per di più, davanti ad un pubblico indispettito.
Assenti gli ultrà della sud, a manifestare dissenso, in avvio
di partita, un consistente drappello della nord, e qualche voce isolata, ma non
per questo meno caustica in tribuna. Poi, il risultato (6-1 dopo il gol
sblocca-partita di Mazzarani al 25’) e, soprattutto, la notizia dell’incredibile
defaillance del Trapani a Cosenza hanno fatto il miracolo: al triplice fischio,
gli applausi non sono mancati ai rossazzurri, e sono parsi sinceri, dopo l’iniziale
titubanza, un buon viatico per il cammino che li attende nei quarti, per quelle
cinque partite che, a giocarle e a vincerle tutte, potrebbero schiudergli la
ribalta della Serie B.

Di cotanta impresa saranno capaci stavolta gli uomini di
Lucarelli? Che il percorso che li attende sia arduo e accidentato nessuno può
negarlo (tra gli antagonisti, già Reggiana e
Siena, che, dopo aver toccato il fondo, sta
provando a risalire la china), ma è di sicuro meno impraticabile di quello al quale
saranno chiamate formazioni come Pisa e Alessandria, sfiorò l’impresa la
stagione scorsa, se non lo stesso Trapani ancorché strapazzato dall’ambizioso
Cosenza di Piero Braglia nell’ultimo turno.
Nell’attesa, e nell’attesa che il Catania possa giocare le
sue carte nel migliore dei modi (qui dovranno essere bravi società e staff
tecnico a calibrare al meglio l’attività di preparazione all’incrocio dei
quarti di finale, lontano ancora venticinque lunghi giorni) vediamo di passare
in rapida rassegna i novanta minuti di questo pomeriggio al Massimino e di evidenziarne
gli aspetti positivi, la consapevolezza di poter disporre di risorse
alternative e, comunque, di forze fresche da far valere in uno scampolo di
stagione, l’ultimo, che comporterà, ci vuole poco a convincersene, un
eccezionale dispendio di energie.
Cosa emerge dal 6-1
con il quale è stato travolto un irriconoscibile Rende? Che risponde a verità
quanto da Lo Monaco asserito sul potenziale tecnico della squadra, i Russotto,
i Russo, i Tedeschi, i Porcino, i Di Grazia, lo stesso Brodic, visti e parecchio
apprezzati questo pomeriggio, garantiscono a Lucarelli una dotazione di
risorse, in termini di cifra tecnica e di freschezza mentale e agonistica, che
in pochi nella categoria possono vantare. E questo senza dire di quanti (Caccavallo,
Rossetti) attendono da tempo di integrare il tessuto tecnico di una squadra
che, al di là di certe manchevolezze disseminate lungo il cammino (leggi: le
sconfitte interne con Leonzio, Casertana e Trapani) è pur sempre riuscita a
mettere insieme settanta punti, quanti gliene sarebbero bastati, negli altri
due gironi, a volare più in alto della concorrenza.